Davide Brivio, Suzuki: “Primo obiettivo: la Ducati”
SEPANG – Il giudizio è pressoché unanime: la Suzuki sta facendo meglio delle aspettative, soprattutto considerando quanto era successo a Valencia, quando la GSX-RR andava piano e si rompeva a ripetizione. Tre mesi dopo, la Suzuki è una MotoGP più che dignitosa, già superiore alle Open e non esageratamente lontana dalle Factory. Ecco cosa ne pensa Davide Brivio, team manager e artefice del ritorno della Casa giapponese.
«Il bilancio è positivo. Nei sei giorni di test a Sepang abbiamo potuto verificare l’affidabilità, che sembra raggiunta o, quanto meno, sotto un normale controllo: può sempre succedere qualcosa, ma non c’è un reale problema come c’era prima. Era il nostro obiettivo primario durante l’inverno: ci dà sollievo averlo raggiunto. Questo ci ha permesso di iniziare a lavorare un po’ di più: i piloti hanno potuto girare molto e a ogni uscita impariamo qualcosa, miglioriamo alcuni punti deboli. Per esempio, nell’ultimo giorno, con Espargaro abbiamo fatto un bel passo in avanti in situazione di caldo torrido, che ci aveva un po’ messo in difficoltà in precedenza. Per quanto riguarda Vinales sta imparando la MotoGP, le linee, sta capendo come funziona la gomma morbida. Siamo contenti perché abbiamo progredito costantemente in termini cronometrici, avvicinandoci sempre di più ai migliori, soprattutto in quello che chiamiamo il passo gara».
Dove posizioni la Suzuki sulla distanza?
«Difficile dire un numero. In MotoGP ci sono quattro piloti forti (Marquez, Rossi, Lorenzo e Pedrosa, rispettando la classifica 2014, NDA), che stanno per essere insidiati dai due “ducatisti” (Dovizioso e Iannone, NDA): noi dobbiamo cercare di avvicinarci alla Ducati il primo possibile».
Il vostro obiettivo, quindi, è la Ducati?
«Il primo passo da fare sarebbe quello di avvicinarci a loro. Poi, se loro saranno già molto vicini a Honda e Yamaha, allora l’obiettivo sarà quello di avvicinarsi a tutti quanti… Diciamo che ragionevolmente, se ci vogliamo dare un primo traguardo, dovrebbe essere prendere la Ducati».
Da qui al Qatar cosa succederà?
«In termini di sviluppo tecnico non molto, se non altri tre giorni di test. Stiamo lavorando un po’ sull’elettronica: speriamo di avere qualcosa di migliorativo prima della gara, mentre per quanto riguarda il motore non ci sarà nulla di particolare. Essendoci concentrati molto sull’affidabilità, abbiamo lavorato poco sulla prestazione, cosa che abbiamo iniziato a fare ma ci vorrà un po’ di tempo per vedere i primi risultati».
Ducati quale?
Vai Brivio