MOTOGP 2023

MotoGP 2023. Tutto quello che sappiamo su Marc Marquez e KTM

- Le parole di Alberto Puig (“Honda non obbliga nessuno a rimanere, se non è felice”) hanno aperto alla possibilità che il 93 lasci la squadra giapponese, ma cosa c’è di vero sulle trattative con la Casa austriaca? È possibile una super squadra Acosta-Marc Marquez?
MotoGP 2023. Tutto quello che sappiamo su Marc Marquez e KTM

Pedro Acosta ha esercitato un’opzione presente sul suo contratto per passare nel 2024 in MotoGP, come rivelato dal giornalista Oriol Puigdemont prima di Assen. KTM, anche per una questione di selle libere, aveva provato a chiedere ad Acosta di rimanere in Moto2.

La situazione dei quattro piloti KTM in MotoGP è la seguente: Binder, Miller e Pol Espargaro hanno il contratto anche per il 2024, Augusto Fernandez è in scadenza nel 2023 e infatti ha detto: Sì, il mio posto è in pericolo.

Sempre secondo Puigdemont “KTM ha chiesto agli organizzatori della MotoGP la possibilità di avere una quinta moto per la prossima stagione, gestita attraverso la struttura Aki Ajo”. Si tratterebbe dei due posti lasciati vacanti da Suzuki. E se una sella potrebbe andare ad Acosta, l’altra potrebbe andare a Marc Marquez.

Affascinante? Moltissimo.

Possibile? Al momento pare di no.

Perché, a quanto si apprende, Dorna avrebbe deciso di non concedere questa chance alla KTM.

Altre cose da sapere su MM e KTM

Il giornalista Gunther Wiesinger di Speedweek ha aggiunto altre indiscrezioni e riflessioni. Per Wiesinger ci sono argomentazioni a favore ed altre contro a questa clamorosa operazione.

Ne segnaliamo alcune.

A favore:

- “Il finlandese Aki Ajo, proprietario dei team Red Bull KTM-Ajo nelle classi Moto3 e Moto2, è diventato campione del mondo nella classe 125cc nel 2010 con Márquez. Il rapporto tra i due è ancora ottimo”.

- Lo stesso “Aki Ajo continua ad avere grandi speranze di fare il suo debutto in MotoGP nel 2024. Preferibilmente per tre anni con una squadra di due piloti e un dream team composto dai talenti eccezionali Márquez e Acosta”.

A tal proposito Wiesinger riporta le parole di Ajo, pronunciate ad Assen proprio a Speedweek: “Non voglio commentare questo argomento. Posso solo dire che ho grande fiducia in Stefan Pierer, Hubert Trunkenpolz e Pit Beirer e sono sicuro che troveranno una soluzione e otterranno posti aggiuntivi".

Contro:

- “Nel 2019 KTM ha fatto naufragio con Johann Zarco, allora richiestissimo da tutte le Case, e da allora, con l'eccezione di Petrucci nel 2021, si è affidata solo a piloti costruiti e cresciuti nella propria MotoGP Academy. Accademia che comprende i due team GASGAS di Aspar Martinez, i due team corse Red Bull KTM Moto3 con Aki Ajo e il team Tech3 di Hervé Poncharal, due team Husqvarna più il team corse CFMOTO con PrüstelGP e il team GASGAS Tech3 MotoGP per sviluppare talenti per il team ufficiale Red Bull MotoGP”.

“E questo complesso e unico progetto di giovani talenti è ora da gettare a mare per assumere uno spagnolo di 30 anni, abbandonato da tutti e che è rimasto infortunato in modo permanente per tre anni, per un compenso di 10 o 15 milioni di euro?

- Wiesinger ha ricordato come Pierer qualche tempo fa ha detto: “Marc Márquez è fuori questione per KTM. Perché se vince lui, è il pilota. Se perde, sarà colpa della moto".

Conclusioni: Marquez in KTM? Più no che sì, c'entrano anche gli equlibri Europa-Giappone

Al momento sembra impossibile il passaggio di Marc Marquez in KTM. Se vogliamo anche per una questione di equilibri, nel senso che Dorna, probabilmente, non vorrà ulteriormente sbilanciare i rapporti di forza verso l’Europa.

Togliendo Marquez alla Honda succederebbe questo.

Dando due moto in più a KTM succederebbe questo: con due moto in più ce ne sarebbero 18 europee (8 Ducati, 6 KTM e 4 Aprilia) e solo 6 giapponesi (4 Honda e 2 Yamaha).

Vero è che la situazione di Marc Marquez è paradossale e lui sembra ingabbiato in un contratto principesco. Sì certo, conosciamo tutti la retorica di “ognuno vorrebbe avere quel contratto lì”, ma per i campioni di quel livello i soldi sono importanti ma secondari rispetto all’appagamento che gli dà l’agonismo, il competere, il vincere.

Se Marquez resterà in Honda, come probabile al momento, è difficile immaginarsi cosa accadrà: la Casa giapponese dovrà tornare competitiva, oppure MM sarà super demotivato.

Quel che è certo è che un’altra stagione sulla falsariga degli ultimi due GP non è sostenibile da Marc Marquez, né fisicamente né tantomeno mentalmente.

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Commenti

  • claudio.negri70@gmail.com
    [email protected], Crema (CR)

    A mio personale avviso, non è un problema di MM con un nuovo ingaggio perché campioni si nasce e lo si diventa con molta esperienza e sacrificio e MM lo ha palesemente dimostrato. Non vedo la logica di ingaggio da parte di Dorna ad aver consentito la visibile disparita delle forze in campo in quanto non c'è alcuna parità tra le Case costruttrici nel mondo della GP; mi spiego meglio: ben 8 Ducati sulla griglia di partenza fa del Moto mondiale un campionato Monomarca con la possibilità di quest'ultima di sviluppare prototipi in minor tempo rispetto agli avversari. Raccolta dati, materiali in campo, fanno si che il valore aggiunto alla Ducati sia differente alle competitor. KTM, come gli altri (vedi APRILIA, HONDA, YAMAHA) ha tutti i dritti di equivalersi alla pari della casa di Borgo Panigale, o AUDI è sopra le righe? Dorna ha creato una disuguaglianza e ora cosa farà? Di fatto è che durante gli incontri tra costruttori, Ducati ha un valore aggiunto per numero di Compagnie in campo e lo hanno dimostrato cancellando ad Assen la proposta di rivedere il regolamento per assistere le case costruttrici in difficoltà. Claudio, non si ricorda più quando loro erano in difficoltà e sono stati aiutati.
  • Davidhammer46
    Davidhammer46, Modena (MO)

    Secondo me bisogna anche un po' cambiare l'idea che la moto la fanno i piloti. La moto la fanno gli ingegneri e un progetto non si fa in una settimana. Al pilota e al box rimane la messa a punto e possono richiedere qualche modifica ma ci vuole parecchio tempo. Poi col fatto che adesso possono fare pochissimi test (sbagliato secondo me), il tempo per adattare il mezzo al singolo pilota è sempre meno
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