MotoGP. Perché la Honda è in difficoltà?
L'abbiamo analizzata in DopoGP: la situazione della Honda in MotoGP sembra allarmante. Proviamo a mettere in ordine i diversi elementi e a capirne un po’ di più. Partiamo da lunedì scorso: la scena descritta da Giovanni Zamagni a poche ore dalla conclusione dei test in Qatar era molto significativa: mentre tutti i piloti si preparavano per la simulazione di gara, o almeno per un long run significativo, nel box di Márquez le saracinesche si abbassavano e veniva cannibalizzata una delle due moto di Nakagami. Insoddisfatto del comportamento della nuova RC213V, il campione del mondo sacrificava le ultime ore a disposizione per una serie di prove comparative con la moto 2019, gommandola 2020 e poi espiantando la vecchia carenatura.
“Su questo circuito – si lamentava Marc della Honda 2020 - siamo messi addirittura peggio che a Sepang quindici giorni fa. Qui ci sono molte curve da affrontare in percorrenza, e se provo a forzare un po’ di più finisco a terra. Dobbiamo capire se i problemi arrivano dalle gomme, dalla moto, o magari dalla mia spalla che ancora non è in ordine ”.
Gomme. Certamente la nuova posteriore Michelin 2020 ha un ruolo preciso in questa vicenda. Bernadelle lo ha spiegato molto bene: la costruzione più rigida della carcassa, ora avvantaggia le Yamaha e le Suzuki, che sviluppano un alto grip meccanico. Honda (come Ducati), per sfruttare davvero i nuovi pneumatici è costretta a rivedere tutto il bilanciamento. Questo è assodato, ma forse c’è di più, forse anche il nuovo telaio Honda è inadeguato.
Telaio. Cal Crutchlow è furioso: già aveva gravi difficoltà con l’avantreno nel 2019, ogni inserimento in curva era per lui una incognita. Adesso la situazione per il pilota di Cecchinello è certamente peggiorata. Certo, Márquez con il telaio 2019 si intendeva, la sua guida evidentemente non stressava i punti critici della struttura, ma probabilmente, secondo Giulio Bernardelle, è stato rotto quell’equilibrio sottile, quello che almeno Marc amava.
“Forse – ha spiegato il nostro ingegnere - HRC è andata nella direzione sbagliata. E’ strano, perché con la moto 2020 erano in anticipo sulla concorrenza. Ma inseguendo la ricerca delle prestazioni, accelerazione e velocità, devono aver passato il segno. Non credo che sia così diverso dal 2019, ma il telaio evidentemente ha delle rigidezze che male si adattano alle nuove Michelin”.
Nelle fasi finali dei test, il terzo giorno in Qatar, sembra che Marquez sia riuscito ad andare oltre le prove comparative tra nuovo e vecchio materiale, e abbia potuto provare anche un telaio modificato che nelle interviste ufficiali ha giudicato con maggior positività. Ma con tutto il lavoro che si è dovuto sobbarcare la sua spalla, già in difficoltà, ha sofferto.
Spalla. Operato alla spalla destra a fine novembre 2019 a Barcellona dal famoso dottor Xavier Mir - lo stesso che era intervenuto sulla spalla sinistra esattamente un anno prima, dopo una lunga serie di dislocazioni - il pilota di Cervera non ha mai ripreso la completa mobilità. L’intervento di ricostruzione del legamento che tiene la spalla in sede era perfettamente riuscito, nelle dichiarazioni ufficiali, ma nonostante l’enorme lavoro di riabilitazione qualcosa non va. La spalla duole, e la resistenza allo sforzo resta precaria.
“Non siamo arrivati al programmato long run e questo è un problema: oltre alla moto - ha dichiarato Marc a Dorna - avrei voluto collaudare anche la mia spalla destra. Pazienza, continuerò con il lavoro di rieducazione e cercheremo di farci trovare pronti per la prima gara dell’8 marzo. Ma temo che non sarò ancora al cento per cento, probabilmente mi toccherà fare una gara sulla difensiva”.
Più delle difficoltà tecniche, insomma, Marc Márquez sembra temere le sue condizioni fisiche. Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali è probabile che in HRC si stiano analizzando febbrilmente tutti i dati, lavorando duramente per bruciare le tappe e arrivare alla prima corsa con materiale nuovo in grado si risolvere gli inaspettati problemi ciclistici. Non è così che Honda si aspettava di iniziare lo storico quadriennio del nuovo accordo.
Honda quest'anno starà ferma un giro.
Il titolo se lo giocheranno Yamaha e Ducati e lo vincerà il più "Ambizioso" dei piloti di queste due squadre.
Per il Vale l'ambizione di chiudere alla grande.
Per il Dovi come sopra, ma con Ducati.
Per Vignales, idem con patate. O adesso o mai più
Per Petrucci, come Vignales
Stoner, all'epoca, come tanti oggi - ex tifosi - del Vale, con quella frase presa paroparo da Johnny Depp nel film Blow, non aveva capito che per diventare Nove o Otto o Cinque volte Campione del Mondo, serve solo una cosa:
Un'Ambizione di gran lunga superiore al proprio Talento.
È tutto là il "Talento"
Ciao
p.s. a guidà la motoretta (a certi livelli) so' boni tutti