Nico Cereghini: “Con Lorenzo, Yamaha è uno squadrone da paura”
Ciao a tutti! Da venerdì si riparte con tutto il circo della MotoGP, qualcosa si è già visto negli ultimi giorni, c’è da fregarsi le mani: Yamaha sulla carta più forte che mai, Alex con Marc in HRC, l’Aprilia a novanta gradi, la Ducati che ribolle… e chi più ne ha più ne metta.
Potrei concentrarmi su Valentino Rossi, ma a questo punto aspetto che salga sulla moto. Della sua posizione in Yamaha si è parlato tanto - Viñales e Quarartatarò e la squadra ufficiale 2021 e quella satellite- ma io ho poco da dire e il mio pensiero è banale: Rossi e la Yamaha hanno fatto le mosse giuste e immagino pure che abbiano agito di comune accordo, da una parte i due giovani più promettenti sono una buona garanzia per il futuro, e dall’altra parte il rispetto per la leggenda Valentino è assicurato, qualunque scelta lui faccia nei prossimi mesi. Punto.
Preferisco guardare dalla parte del neo collaudatore Jorge Lorenzo: questo è davvero un colpaccio, qualcosa che fa della Yamaha uno squadrone mai visto. Dopo tante stagioni difficili, sembra arrivato il momento dello svolta. Jorge allo sviluppo della M1 significa molte cose: che il 99 ha ancora una gran voglia e sa essere umile, che ad Iwata stanno spingendo sull’acceleratore, che vedremo presto qualcosa di più di un semplice step per la M1, che i due piloti ufficiali Rossi e Viñales saranno più concentrati sulla prestazione. E infine che il mestiere del Collaudatore ha guadagnato, appunto, la C maiuscola.
E’ da qualche anno che ogni Casa ha il suo Test Team e lo cura con crescente impegno economico. Se vuoi competere in MotoGP, allora devi avere in questa squadra parallela dei tecnici di prim’ordine e un pilota molto esperto, e soprattutto veloce. Non puoi farne a meno, perché i piloti ufficiali hanno sempre meno giornate a disposizione per lo sviluppo di tutte le aree della moto, e perché quando arrivano al Gran Premio hanno altro da fare: molti pneumatici da provare, i setting ciclistici e quelli elettronici da definire.
I collaudatori di oggi hanno già dei bei nomi: si chiamano Dani Pedrosa (KTM), Michele Pirro (Ducati), Stefan Bradl (Honda), Sylvain Guintoli (Suzuki), Bradley Smith (Aprilia). Tutta gente che vale un posto tra i primi dieci in ogni gara. Ebbene, Jorge Lorenzo sembra addirittura di un’altra categoria: non è un ex, ma piuttosto un pilota vero prestato al collaudo, ed è oggettivamente perfetto per affinare con la sua sensibilità e la sua guida le caratteristiche di scorrevolezza della M1. E per di più lavorerà nel box con la direzione di Silvano Galbusera, appena rientrato da una stagione di gare.
Lo ha detto Michele Pirro: questo confronto tra collaudatori adesso vale un mondiale. L’innesto di Jorge alza il livello, e a ben guardare, tutta la sua storia è una delle più bizzarre del motociclismo. Chissà che sviluppi potrà avere. La stagione 2020 si annuncia davvero molto interessante.
Propongo di chiamarlo semplicemente Fabio Q.