Nico Cereghini: “Per Ducati ci voleva. Per tante ragioni”
Ciao a tutti! E’ stato bello festeggiare il secondo posto della MotoGP di domenica direttamente a Misano, insieme a quelli –non pochi, per fortuna- che erano lì potendosi permettere il costo della trasferta e del biglietto. E’ stato bello per tutti noi, per Valentino che ha guidato molto bene e per la Ducati che pare trasformata. E sono sicuro che questa bella gara abbia una grande importanza per un mucchio di gente.
Rossi ha seminato prudenza nell’ultimo mese (“non so se sarò ancora competitivo e nel caso non lo fossi mi ritirerei”), e molti, io tra loro, dubitano che sia stato del tutto sincero. Le persone a lui più vicine mi hanno invece detto di credergli un po’, perché anche nel privato Vale esprime i suoi dubbi. Non sulla competitività, perché se non fosse certo di potersela giocare con Lorenzo resterebbe dov’è, ma sui tempi. Lui davvero non sa quante gare gli serviranno per sfruttare al 100 per 100 la M1, come sta facendo Jorge. Due gare? Cinque gare? Mezza stagione? I suoi dubbi sono lì, perché da due anni non guida al vertice. E la soddisfazione di Misano serve, a Rossi, per caricarsi.
In Ducati sono momenti molto complessi. Certo, il peggio è passato, con l’Audi si è aperta un’epoca fertile e rassicurante, i programmi sportivi della MotoGP sono tracciati e sono anche belli: quattro piloti tosti come Dovizioso, Hayden, Spies e Iannone (che probabilmente metterà il sale sulla coda a tutti gli altri). Ma queste settimane sono molto difficili e tese: si stanno tracciando le linee dello sviluppo, riunioni su riunioni, e non bisogna commettere errori. Con tutte le difficoltà che ci sono, a partire dalle differenze tra i due marchi.
Il gruppo Volkswagen ha oltre 500.000 dipendenti, la Ducati poco più di mille, e se Borgo Panigale è una grande fabbrica in un quartiere di Bologna, Ingolstadt è una vera città Audi con la stazione, e l’aeroporto che muove ogni giorno centinaia di dirigenti da un sito all’altro nel mondo. “Solo per scrivere i discorsi –mi ha detto un alto dirigente Ducati- all’Audi lavorano undici persone”. Intendersi, trovare cioè una vera intesa al di là della lingua diversa, è un’impresa stimolante sì, ma anche delicata e difficile.
Dopo l’entusiasmo dei primi giorni, adesso c’è un lavoro da fare, un lavoro di quelli che fanno tremare i polsi.
Oltretutto, in questi giorni Ducati ha avuto altre preoccupazioni grosse. Poiché alcuni pilastri portanti della fabbrica, benché a norma, erano identici a quelli che hanno ceduto altrove nel terremoto emiliano di fine maggio, è arrivato il momento di sostituirli. E non è stato uno scherzo. Insomma una bella iniezione di fiducia ci voleva proprio, adesso più che mai, ed il secondo posto di Misano, nella sua straordinarietà, è arrivato nel momento giusto.
Podio amaro
Certo non c'erano Pedrosa e Stoner, ma comunque con alcune modifiche Rossi è stato lì davanti e sicuro queste sono modifiche studiate da tempo (troppo,ma Ducati non è Honda...) e non c'entra Audi, visto che non hanno ancora fatto il primo budget di Ducati in Audi e quindi nessun soldo è già arrivato a budget per la MotoGP,ma è ancora tutto solo sulla carta e nelle ipotesi.
Quindi queste modifiche sono frutto di Ducati e forse, se Valentino non si fosse arreso e avesse dato il 110% sempre soprattutto nell'ultimo anno portando la moto sempre al limite, allora avremmo visto una Ducati in crescita molto prima.
Questa è la mia idea e continuo ad avere l'amaro in bocca per una gestione del rapporto Vale-Duca completamente errata sin dall'inizio...spero che Ducati si riprenda con i soldi di Audi.
Ma che entusiasmo!