gp di Phillip Island

SBK. Le pagelle del GP di Phillip Island

- Le prime due gare del campionato mondiale Superbike 2011 verranno ricordate per il dominio assoluto di Carlos Checa e della sua Ducati 1198 | C. Baldi, Phillip Island
SBK. Le pagelle del GP di Phillip Island

Il pilota spagnolo, che l’anno scorso qui a Phillip Island aveva vinto un poco a sorpresa la seconda manche, non ha concesso nulla ai suoi avversari ed è sempre stato al vertice della classifica nelle prove, in Superpole ed in gara. Il team Althea ha saputo trarre vantaggio dal ritiro della squadra ufficiale Ducati e a Borgo Panigale dovranno appoggiare il più possibile la squadra di Genesio Bevilacqua se vorranno continuare a ben figurare nel campionato delle derivate dalla serie. Oltre alle impressionanti perfomances del pilota spagnolo abbiamo assistito ad un bellissimo duello tra Biaggi e Melandri ed abbiamo ammirato un grande Haslam, che ha saputo guidare sopra i problemi della sua BMW. Rea è stato più forte del dolore e Guintoli ha rovinato tutto con una caduta. In Supersport Luca Scassa ha colto una splendida quando combattuta vittoria al suo debutto nella categoria.
Ma vediamo nel dettaglio i nostri giudizi per ogni singolo pilota.


Carlos Checa:
 A Phillip Island Checa ha dimostrato di essere nel momento migliore della sua carriera. La supremazia della sua Ducati 1198 su questa pista non basta a spiegare il fatto che martedì mattina Carlos abbia girato ad un decimo dal miglior tempo fatto registrare da Casey Stoner nella gara della MotoGP dello scorso anno. Rispetto alla passata stagione Carlos è migliorato ancora e con lui tutto il suo team. Dovrà essere più costante se vorrà strappare il titolo a Biaggi, ma l’inizio è stato certamente oltre ogni sua più rosea aspettativa. Voto 10 e lode


Max Biaggi: Il pilota dell’Aprilia ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, ma riparte da Phillip Island, una pista mai favorevole alla sua RSV4, con quaranta punti e la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per cercare di mettere i bastoni tra le ruote a Checa. In Superpole si è dovuto arrendere allo spagnolo per soli tredici millesimi di secondo, mentre in gara ha tirato fuori le unghie specialmente nella seconda manche, regolando le velleità Melandri. Max sa che se vuole riconfermarsi campione dovrà lottare ancora più di quanto non abbia fatto lo scorso anno, ma il leone è ancora pronto a ruggire. Voto 9


Marco Melandri: Il pilota della Yamaha in Superbike ha ritrovato il sorriso. Le sue condizioni fisiche non sono ancora ottimali e Marco non conosce ancora bene quanto vorrebbe la sua R1, ma la sua classe, appannata dagli ultimi anni trascorsi senza infamia e senza lode in MotoGP, è riemersa nelle due gare australiane. "Melandri c’è", come direbbe Guido Meda, e ora se ne sono accorti tutti ad iniziare da Biaggi che ha faticato molto per conquistare il secondo posto in gara due. Se la spalla si rimette a posto in fretta la Superbike avrà trovato un altro protagonista ed il motociclismo avrà recuperato un talento. Voto 8,5


Leon Haslam: Leon ha finalmente portato il sorriso sul viso dei tecnici della BMW che nonostante il grande lavoro svolto quest’inverno (quella tedesca è la squadra che ha provato di più nella pausa invernale) a Phillip Island ha fatto tanta fatica a trovare l’assetto giusto. Ma l’inglese ha gettato il cuore oltre all’ostacolo e ha dimostrato che in questi anni alla BMW oltre che l’esperienza è mancato anche un pilota in grado di lottare ad armi pari con i primi della classe. Se Leon con una Suzuki poco assistita dalla Casa lo scorso anno è riuscito a contendere il titolo a Biaggi sino alla penultima gara, cosa potrà fare quest’anno con l’appoggio e le risorse della casa tedesca? Voto 8,5

Michel Fabrizio: Non sarà una stagione facile per il pilota romano e le due gare australiane lo hanno dimostrato. Michel è stato bravo e generoso in Australia ed assieme alla sua quadra riuscirà certamente a conseguire degli ottimi risultati, nonostante la sua Suzuki sia un passo indietro rispetto alle ufficiali (non certo per colpa del team Alstare, ma a causa della cecità della Suzuki). Dopo anni trascorsi in una squadra ufficiale Michel dovrà stringere i denti, ma ne uscirà più forte di prima. Voto 8


Johnny Rea:
Irruento, coraggioso e sfortunato. L’inglese non si smentisce e mostra la solita grande grinta, accompagnata però ancora da qualche errore. Ci si è messa anche una buona dose di sfortuna quando il pilota Honda Castrol, è caduto incolpevolmente nei test a 210 km/h e ha danneggiato il suo già malconcio polso sinistro. In quelle condizioni Johnny è stato bravo a portare a termine entrambe le gare. Nella prima il dolore al polso lo ha costretto ad un dritto e si è dovuto accontentare del dodicesimo posto, mentre nella secondo Rea ha stretto i denti ed è stato premiato da un inaspettato quarto posto. Stoico. Voto 7,5


Sylvain Guintoli: Sono bastati pochi giri della prima manche al francese per gettare alle ortiche tutto quanto di buono aveva fatto sino ad allora. Assieme a Checa e Biaggi aveva animato le prove e la Superpole classificandosi sempre nelle prime tre posizioni. In gara scattava dalla prima fila, ma una brutta partenza lo ha costretto a rincorrere e nel curvone che immette sul rettilineo dei box, Sylvain ha portato la sua Ducati dove l’asfalto era ancora umido ed è caduto. Una lunga scivolata che ha aperto la sua tuta e gli ha procurato delle brutte ferite. Lo scorso anno era sempre andato a punti (fatta eccezione per la ingiusta squalifica della seconda gara di Magny Cours) mentre quest’anno ha già collezionato due zeri. Nulla è perduto naturalmente e speriamo che Guintoli si riprenda in fretta, in tempo per la gara di Donington. Voto 7


Eugene Laverty: Il vice campione del mondo Supersport 2010 sta cercando di calcare le orme del suo predecessore Cal Crutchlow e sino ad ora è stata la vera sorpresa di questo inizio di stagione. Già nelle prove invernali l’irlandese della Yamaha era andato subito molto forte e anche a Phillip Island Eugene ha confermato tutto il suo potenziale. Senza timori reverenziali ha conquistato il quinto posto nella prima Superpole della sua carriera mentre in gara uno ha battuto in volata il suo compagno di squadra. Solo in gara due ha commesso un errore che lo ha portato ad una lunga divagazione sull’erba e ad un quindicesimo posto finale. Un errore che ad un debuttante si può perdonare. Voto 7


Luca Scassa:
Passare dalla Superbike alla Supersport non è una cosa facile. Luca l’anno scorso aveva fatto un'ottima stagione in Superbike, ma poi si era stufato di dover cercare una sistemazione nella classe maggiore e di sentirsi chiedere una dote economica di cui non dispone. Così ha accettato la proposta del team BE1 per guidare una Triumph in Supersport. Quando mancavano poche settimane al via del mondiale, come per incanto la Triumph è diventata una Yamaha R6. Senza averla mai provata prima, Scassa in Australia ha faticato un po' nelle prove, ma poi, una volta in gara, si è gettato senza paura nella mischia tipica delle gare della Supersport ed ha tagliato per primo il traguardo, vincendo una gara spettacolare quanto combattuta. Bravo Luca. Voto 9


Mentre squadre, moto e piloti stanno tornando dall’altro capo del mondo, gli obiettivi sono già puntati sulla prossima gara di Donington. Correre a Marzo in Inghilterra dovrebbe significare freddo e pioggia (se non neve) e per questo i piloti hanno già puntato i piedi. Comunque il circus della Superbike a Donington ci sarà, sperando che il clima consenta lo svolgimento delle gare.

  • max6707
    max6707, Prato (PO)

    E pio

    Qui non si mette in discussione la capacità di produrle ma le prestazioni che possono ottenere, l'angolo di piega ottenibile, il grip in trazione alla massima piega.
    Il confronto con la F1 non può essere fatto solo a cavalli per ruota ma a cavalli per cm quadrati di pneumatico a terra, senza considerare che in pneumatici da auto lavorano i fianchi in quelli da moto lavora il battistrada quindi due mondi diversi!!
  • max6707
    max6707, Prato (PO)

    Non voglio fare il saccente

    Ma se ti dico che pirelli per vincere in qualsiasi competizione non ha i mezzi credimi, in F1 non si scontra con nessuno, se poi vogliamo pesare una casa costruttrice sul solo fatto di riuscire a fare gomme che non scoppiano con 800 cavalli allora è un altro discorso.
    Nei Rally zero, nella SBK fina a che c'erano michelin e dunlop, zero meno.
    Io sono del settore e credimi che Pirelli non ha la tecnologia necessaria.
    Per quanto riguarda la MotoGP o SBK la pirelli produce gomme con carcassa morbida, il contrario di Bridgestone e Michelin.
    Anche solo toccandole con le unghie si evince la differenza di mescola, la Pirelli è gommosa la Michelin e Bridgestone sono Più plastiche.
    La pirelli usa cavi di acciaio nelle gomme la Michelin no Bridgestone (e quii presumo nemmeno)..
    Potrei andare avanti per minuti non dico ore, ma la strategia Pirelli è quella di pagare per essere unico fornitore quando e dove è stata in competizione non ha mai vinto nulla tranne che nel cross dove il discorso è sostanzialmente diverso, ne cito solo una le gomme nonn sono radiali nel cross, il grip lo da più ioldisegno della mescola , i soldi profusi per lo sviluppo sono pochissimi (le gomme da cross costano pochissimo ed un modello ha una vita lunghissima., ecc ecc ecc
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