Africa Eco Race D5. Sul filo magico della velocità massima [VIDEO e GALLERY]
Dakhla, Marocco, 6 Gennaio 2024. Quinta Tappa. E giornata di riposo. Sicuramente meritata. Quasi agognata. La carovana di Africa Eco Race ha lasciato Fort Chacal all’alba, e si è fiondata nella lunga speciale del giorno, 405 chilometri. Jacopo Cerutti apre la pista con l’Aprilia Tuareg 660. Le due Yamaha Ténéré 700 di Pol Tarres e Alessandro Botturi partono 2 e 4 minuti dopo. È caccia all’”Evaso”. La Speciale si rivela più veloce del previsto, e sulle distese infinite del Sahara il rombo delle bicilindriche risuona cupo, evocativo. Le twin hanno un solo ostacolo… il limite di velocità imposto dal regolamento, 150 KM/H. Cerutti, Tarres e Botturi volano sul filo della velocità massima. Gli avversari si perdono alle loro spalle.
Hanno risolto, almeno temporaneamente, il problema del black-out del tracking dell’Aprilia di Cerutti. Probabilmente un problema software, se è vero che per risolverlo, al momento sia chiaro, è bastato l’escamotage di dare al #111 un altro nome. Cerutti, dunque, corre sotto il nome d’arte digitale di Miloud Chouatier. Boh… purché si abbiano posizioni e tempi il “sacrificio” ci sembra buffo e sopportabile.
Tappa difficile, ci mancherebbe, non ce n’è stata una soltanto che non lo fosse. Oggi, sulle distese sabbiose delle piste che portano all’Atlantico, è entrata in scena la velocità. Velocità pura. Ed è lì che, nonostante il limite di velocità massimo comune a tutte le Moto, “mono” o “bici”, la Superbe Twin hanno fatto la differenza, riempiendo il cuore degli appassionati. Come ha detto un appassionato, sembra il “confronto tra un aereo e una vespa”!
Lo scatenato del giorno è Pol Tarres, che è lanciato ventre a terra a caccia di Jacopo Cerutti, partito per primo. Botturi veniva subito dietro, ha sbagliato su una nota e ha perso il passo, poi ha iniziato a risalire. Ha sbagliato anche Cerutti, su una serie di piste parallele, cosicché Tarres lo ha raggiunto.
A quel punto, nonostante i vagoni del trenino si fossero ricongiunti, è iniziata la volata fino al rifornimento, sempre al limite della velocità massima consentita.
Al rifornimento la “svolta” tattica. Botturi chiede a Tarres di rallentare la locomotiva, in modo da poter rientrare in gioco più agevolmente, soprattutto senza correr rischi, e per dar modo alla Squadra di impostare meglio la seconda settimana di Gara nell’”Empty Total” della Mauritania. Il ritmo scende un poco ma… non troppo. La media oraria resta elevatissima.
Alessandro Botturi arriva, si ricongiunge ai due fuggitivi e, con l’aiuto di Tarres, vince la 5a Tappa. È il suo secondo successo personale, davanti a Tarres e Cerutti. Cerutti mantiene la leadership del Rally al giro di boa, ma il suo vantaggio è ridotto a 3 muniti e 45 secondi. Anche oggi, non si capisce come mai visto che i tre di testa viaggiavano insieme, paga una penalità di 2 minuti per eccessi di velocità. Forse bisognerà controllare i tracciati GPS. Botturi è secondo e Tarres terzo a 4 e 05. E qui entra in scena Africa Eco Race nel suo spirito. Al traguardo Mr. Franco va incontro al trio dei “tre Moschettieri”. Cerutti, Botturi e Tarres raccontano senza reticenze o “bugie” tattiche la loro Speciale, perché e come hanno vinto o hanno perso.
Sono tre colleghi, tre avversari, ma si vede che sono prima di tutto tre amici accomunati da questa straordinaria passione. Viene voglia di vederli salire tutti e tre sullo stesso primo gradino del podio finale. Sappiamo che non è possibile, ma è qui che si respira l’aria corroborante e pura del Rally-Raid. In Africa e a Africa Eco Race. La gara delle Auto procede meno eccitante, ma ugualmente impegnata in uno spettacolo fuori dal comune. Oggi ha vinto la Toyota Hilux del belga Koen Wauters (“navigato” Kris Ven der Steen). Loubet e Borsotto con l’Apache ibrido hanno chiuso al quarto posto. In testa resta l’altro Apache prototipo di Gautier Paulin e Remi Boulanger.
Ogni giorno rispetto. Ufficiali e privati, professionisti e dilettanti sono sulla stessa barca, tutti i giorni nelle “acque agitate” del Sahara. Tutti stanno vivendo un’avventura straordinaria. Ogni giorno rispetto, e ogni giorno aggiungiamo un Pilota all’elenco. Restiamo sempre basiti per le prestazioni di Dutto, di Pedrero, dei Ragazzi del Acerbis Rookie Trophy. Oggi abbiamo conosciuto un “autoctono” (fino a domani) Guillaume Born. Lo ha intercettato Franco Acerbis, scoprendo la storia di un appassionato agganciato dal Rally, che si ritrova così a suo agio da essere quarto assoluto, giusto davanti all’altro sempre-grande che risponde al nome di Giovanni Gritti, il “privato” per definizione. Oggi voglio aggiungere alla lista Marco Aurelio Fontana, e lo faccio oggi prima che entri nei dieci, posizione alla quale si sta “pericolosamente” avvicinando. MAF mi è tremendamente simpatico, ma devo ammettere che con quel caleidoscopio che dà al suo scalpo, un po’ per invidia non sono mai riuscito a inquadrarlo correttamente. So da una dozzina di anni che questa è la sua passione, ma ci voleva Africa Eco per restituirmi chiaramente il quadro: Marco Aurelio Fontana è un puro! L’africa ha guadagnato un altro “Vero”!
Non fasciamoci la testa. È ora di tirare un respiro profondo e di riempire i polmoni con la brezza tiepida dell’Atlantico. Siamo a Dakhla, è la sede ideale della giornata di riposo di Africa Eco Race. Anthony Schlesser, il “Boss” ha suonato il Gong del break. È Befana, domani è Domenica, stasera tutti alla tavola sotto il tendone del Team Solarys. Margherita ai fornelli, Franco prosciuttaio e cantiniere. Si mangia e si beve toscano, ci si ritempra, ci si riempie il cuore. E dove ricapita? In Arabia, forse? Naaa!
© Immagini Africa Eco Race, Alessio Corradini, Aprilia Racing, Yamaha Media, H-D, PB