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Fascino, umanità, emozioni, ma anche morte: ecco il TT di Antonio Privitera

- L’ospite della 71esima puntata di #atuttogas, il podcast online su moto.it a partire da domenica 12 giugno, è il nostro Antonio, che ha raggiunto l’isola di Man con una Suzuki dalla Sicilia per assistere dal vero alla corsa più incredibile ed eticamente discutibile di tutto il motorsport
Fascino, umanità, emozioni, ma anche morte: ecco il TT di Antonio Privitera

Antonio Privitera è molto conosciuto tra i lettori di moto.it: le sue prove di moto (e non solo) sono da riferimento, la sua passione contagiosa. Questa volta Antonio ha esagerato: è partito con una Suzuki GSX-S1000GT da Catania per andare ad assistere il suo primo Tourist Trophy: 7000 km tra andata e ritorno. Un’avventura che Antonio condivide con noi nella 71esima puntata di #atuttogas, il podcast domenicale di moto.it.

“E’ un viaggio maratona, un pretesto per vedere finalmente il TT, capire dal vero che cos’è, cosa significa questa gara. Ho viaggiato con calma, bisogna stare attenti… Il viaggio è stato bellissimo e quando sono arrivato in Gran Bretagna ho dovuto pazientare per trovare il traghetto che mi portasse da Liverpool all’Isola di Man. E per tornare indietro devo aspettare l’una di notte del 13 giugno per prendere un traghetto, prima non c’era posto. E il TT finisce il 10…”.

Per quanto riguarda l’atmosfera, il nostro Privitera racconta che le sensazioni sono uniche, meravigliose.

“Appena sbarchi sull’isola, qualsiasi ora sia, vivi una festa continua, con tantissimi motociclisti da tutta Europa, con pochi italiani, però. Trovare alloggio è complicato, i costi sono molto elevati. Ci sono tantissimi luoghi dove andare a vedere la corsa, i piloti ti passano a un metro: se sei in moto come me, puoi girare tutta l’isola, vedendo punti molto spettacolari e impressionanti. E questo lo può fare chiunque, non devi essere accreditato come giornalista. L’emozione è incredibile, ti senti tremare dentro, anche per l’effetto del rumore”.

Ma ha senso correre ancora questa gara? Antonio non ha dubbi.

“Qui si vive un effetto comunità di piloti, marshall, tecnici: ci sono tantissimi piloti privati, come il nostro Stefano Bonetti. E’ chiaro che per l’isola questo appuntamento è fondamentale dal punto di vista economico, ma prima di tutto c’è la passione. Quando vedi passare le moto, i sidecar in certi punti, ti fai delle domande. Forse bisognerebbe mettere dei limiti che in qualche modo possano ridurre la pericolosità. Qui gli appassionati vengono per vivere il gusto della velocità, è una festa, non c’è nessuna morbosità”.

Cosa si porta a casa dal TT, Privitera?

La grandissima umanità di tutte le persone che ho incontrato, dai piloti, alla gente del posto a tutti gli appassionati che sono nell’isola”.

L’episodio completo, numero 71, di #atuttogas, il podcast di moto.it, si potrà ascoltare da domenica prossima, 12 giugno, su moto.it e sulle principali piattaforme podcast.

  • guggio8
    guggio8, San Michele al Tagliamento (VE)

    Abolire.
  • stefano.f3884
    stefano.f3884, Arzignano (VI)

    Non mi risulta ci sia qualche partecipante non volontario,
    da sempre è una libera scelta di vita ma oramai gli "illuminati" da non sò cosa vorrebbero decidere su tutto e tutti.
    Purtroppo ben presto le moto come sono ora saranno solo un bel ricordo, mi spiace per i giovano.
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