Auguri, Max Biaggi, sono cinquanta!
Voleva fare il calciatore, scoprì la moto per caso a 17 anni e direttamente in pista, trovandosi subito bravissimo, un campione. Dopo aver dominato la 125 Sport Production nel ‘90 e quindi (individuato da Guidotti senior) il campionato europeo della 250 l’anno dopo con l’Aprilia, Max è approdato al mondiale della classe 250 nel ’92 con il team Valesi, vincendo l’ultimo GP in Sud Africa su Aprilia. In quell’occasione rubai per lui la bandiera a scacchi di Kyalami, forse l’ha ancora, e da quelle parti con la polizia non si scherza…
Poi a sorpresa saltò sulla Honda 250 liberata da Cadalora per la stagione 1993 vincendo ancora a Barcellona, e finalmente divenne pilota ufficiale Aprilia per il triennio 1994-1996: conquistando i tre titoli mondiali consecutivi in duemmezzo, 22 successi e 33 podi. Fu allora che clamorosamente l’accordo con Aprilia saltò, Max tornò sulla Honda con Kanemoto e si prese la soddisfazione di vincere anche il quarto titolo del 1997, con cinque primi posti. Nessuno ci credeva, Max è uno che spiazza. Il suo totale in duemmezzo è di 29 vittorie.
Da lì, classe 500 con la Honda e Kanemoto. L’esordio del 1998 non si può scordare: pole, e poi vittoria e giro veloce all’esordio di Suzuka il 5 aprile, eguagliando il record di Jarno Saarinen, 1973. Già al primo anno il romano sfiorò il titolo: episodio chiave quella bandiera gialla sventolata a Barcellona, quando Max e Barros si superarono senza poterla vedere, furono penalizzati, Max squalificato per non aver rispettato il ride trough. Oggi, con tutte le immagini a disposizione, credo proprio che sarebbe andata diversamente.
Alti e bassi nelle stagioni successive in 500. Tre anni sulle Yamaha YZR con sei vittorie e il secondo posto nell’ultima stagione, poi la MotoGP nel 2002 sulla (allora) ben poco competitiva M1, quindi il ritorno alla Honda per gli ultimi tre anni di mondiale con i prototipi. Anni difficili, prima con Sito Pons e infine nel 2005 con la HRC: tra delusioni e polemiche, Max chiuse con il quinto posto la sua stagione più difficile.
In totale, nella top class Max ha collezionato 13 vittorie, 58 podi (con 26 secondi e 19 terzi posti) e 23 pole position. Tre volte ha chiuso la stagione al secondo posto, tre volte al terzo posto.
E quindi SBK, come piace sempre agli appassionati. Con Suzuki Alstare e la GSX-R 1000 nel 2007, subito vittorie e podi con il secondo posto finale; poi Ducati Sterilgarda sulla 1098R con il brutto infortunio in Australia che gli compromise la stagione. E finalmente il trionfale rientro in Aprilia nel 2009, il primo titolo con la RSV-4 al secondo anno, il secondo titolo nel 2012 alla bella età di 41 anni. Oggi Max è giustamente l’uomo immagine per Noale.
Nella categoria delle derivate, seconda parte della sua eccellente carriera, Biaggi ha vinto 21 gare, 71 volte è salito sul podio e 18 volte ha stabilito il giro veloce. Il 7 novembre 2012, in una conferenza stampa a Vallelunga, Max ha annunciato il suo ritiro. Commentatore tecnico (ottimo) per Mediaset, collaudatore per Aprilia, nel 2015 sceso ancora in pista in un paio di occasioni, nel 2017 è incappato nel drammatico incidente di Latina (fratture multiple, trauma cranico, tanta paura) che lo ha convinto ad appendere definitivamente il casco al chiodo.
Che pilota è stato?
Talentoso, velocissimo, e con un grande stile di guida. Di quei piloti che sembrano andare a spasso e danzare tra le curve anche quando spingono al massimo. Preciso, un rasoio. Bisogna dire la verità, con le 250 ha fatto diventar matti i malcapitati compagni di squadra: era irriverente, famelico, aggressivo ed egoista come tutti i fuoriclasse. A volte scomodo anche per i suoi stessi meccanici, magari svegliati in piena notte per discutere su un dettaglio del cambio da usare il giorno dopo. Prendere o lasciare. Ma alla fine, con un pilota che vince così tanto, si prende tutto, gioie e dolori. E oggi tutta la squadra Aprilia di allora adora il suo pilota campione.
Le sue qualità erano più che sufficienti per conquistare almeno un paio di titoli mondiali anche in 500 e MotoGP. E’ andata diversamente per tanti fattori: qualche episodio storto, molta sfortuna, una o due scelte sbagliate, la forte concorrenza di Valentino Rossi. Qualche volta basta saltare sulla moto giusta al momento giusto per dare una svolta alla carriera. Con una tempistica leggermente diversa, come dice anche Pernat nel suo libro, avremmo avuto tutta un’altra storia.
La rivalità con Valentino non è stata esagerata dai media. Era reale. Ma non è stato certamente Max a sollevarla, anzi: all’inizio fu il giovanissimo Vale, forse alla ricerca di motivazioni extra, ad agitare il drappo rosso; visto che l’altro si incazzava, ci prese gusto. In seguito anche Biaggi ci ha messo del suo, ma oggi è acqua passata e non vale nemmeno la pena di tornarci sopra.
Auguri Max Biaggi! Personalmente, inutile nasconderlo, non ho sempre avuto un rapporto facile con te. Abbiamo cominciato bene e con una bella intesa, sfidandoci come ragazzini nel paddock con gli scooter, cantando insieme le canzoni scout per via del nostro passato comune con i pantaloni corti e il fazzoletto al collo. Poi qualcosa si è rotto, ma succede. Auguri di cuore!
Nonostante tutto ci ha creduto e ha lasciato da campione del mondo a 41 anni...
Tanti auguri Max
Non sono stato mai un suo tifoso. Poi a vallelunga, con la Suzuki messa a disposizione di max da Batta, durante la presentazione, sono rimasto folgorato dalla sua guida elegante, efficace, mai brusca…., tanto da sembrare di andar piano.
Pugno di ferro in guanto di velluto.
Da lì in poi l’ho seguito assiduamente, fino a commuovermi al primo mondiale con Aprilia
In sbk.
Mi sono pentito di non essere stato suo tifoso sin dagli inizi.
Il suo carattere…. Croce e delizia…
Gli ha dato tanto e gli ha tolto tanto.
Grande!!!!!