Fleximan! Chi è (o chi sono) il sega-autovelox. E perché molta gente è dalla sua parte [VIDEO]
Sono almeno una trentina gli autovelox segati in Italia negli ultimi 4 mesi da Fleximan. Ma chi è Fleximan? È una sola persona? Da dove viene il nome Fleximan? Facciamo chiarezza.
Il nome Fleximan è la somma delle parole flexi + man, cioè flexi-flessibile, e man-uomo, l’uomo che usa il flessibile per segare i pali che sostengono gli autovelox.
Il flessibile è conosciuto anche come smerigliatrice o frullino ma anche perles o flex, che sono i nomi delle aziende che inventarono questo strumento. I dischi di diversi materiali servono per lavori di precisione ma anche per tagliare pietre, metalli o legno.
Fleximan non è una sola persona anche perché gli autovelox segati con il flessibile sono stati una trentina in varie parti d’Italia negli ultimi mesi, spesso a volte anche lo stesso giorno e quindi è escluso che sia solo una persona a colpire.
Anche perché per segare un autovelox bisogna conoscere i luoghi, sapere se ci sono altre telecamere che riprendono, se le forze dell’ordine presidiano quella zona e sapere anche come arrivare senza essere notati.
Quindi no, Fleximan non è una persona sola ma più persone che, per emulazione, hanno fatto ciò che ha fatto la prima persona che ha segato gli autovelox, nell’autunno 2023 in provincia di Rovigo.
Nell’estate 2023, ma in generale è successo spesso negli anni, alcuni autovelox sono stati abbattuti con l’uso di un trattore, si trattava in quei casi di Autovelox a cassonetto alcuni blu e alcuni arancioni.
Fleximan diventa un personaggio
Dall’autunno il fenomeno ha assunto toni più definiti: flessibile, di notte, specie nel nord Italia, in Veneto e Lombardia in primis ma anche in Emilia Romagna. Ma anche al sud c’è stato qualche abbattimento, in Calabria alcuni autovelox sono stati abbattuti.
Questo fenomeno è diventato di interesse pubblico e anche la BBC ne ha parlato definendo Fleximan una sorta di Robin Hood moderno.
Ma è davvero così? No, non proprio, perché si tratta comunque di atti di vandalismo e di soldi che non vengono restituiti ai cittadini ma anzi portano le amministrazioni a dover spendere per ripristinare gli apparecchi.
Inoltre i vari fleximan, se colti in flagrante o se ritenuti responsabili di uno o più abbattimenti rischiano una pena da sei mesi a tre anni per il reato di danneggiamento.
Tuttavia questo è un fenomeno da non sottovalutare anzi che fa molto riflettere visto l’eco mediatico che ha ricevuto: per forza rappresenta la voce/lo sfogo/la rappresentazione di qualcosa che non va…
Come ha detto Nico Cereghini nel suo editoriale di qualche settimana fa è un tema “sicuramente insidioso quello di Fleximan che distrugge gli autovelox” e per Nico “l’azione dei vendicatori è certamente da condannare senza ambiguità. È un reato e la faccenda finisce qui. Ma bisogna anche dire che sul tema degli autovelox molte cose non vanno, e se la protesta sale è anche perché qualcosa deve urgentemente cambiare”.
Le strade italiane piene di occhi elettronici. ma c'è più sicurezza? I numeri
Riprendo la parola e prima di affrontare cosa dovrebbe cambiare do alcuni numeri: l’Italia è il paese con più dispositivi di controllo della velocità in Europa:
11mila, in Germania ce ne sono meno di 5mila, in Francia meno di 4mila, nel Regno Unito meno di 8mila
La città che incassa di più, dati del 2022, è Firenze con 23 milioni di euro. Ne so qualcosa anche io che ho preso almeno tre multe senza capire nemmeno l’infrazione che avevo commesso, tanto era nascosto il dispositivo di controllo. E gli autovelox per fare cassa sono uno dei problemi, uno dei fattori che istigano alcune persone a segarli.
Dopo Firenze, piuttosto staccate ci sono Milano e Genova che incassano 13 e 10 milioni da queste multe. Roma ne ha incassati 6 e Napoli… beh Napoli solo 18.700 euro.
Più autovelox significa più sicurezza? Non si direbbe se guardiamo al numero dei morti per incidenti stradali riferiti al 2022.
I paesi più virtuosi sono Svezia, 21 morti per milione di abitanti e Regno Unito 26. Germania e Spagna segnano 31 e 32 morti per milione di abitanti. La media nei paesi dell’Unione Europea è di 46 morti per milione di abitanti.
In Francia i morti sono 49 e in Italia 53 quindi il paese con più autovelox non ha un numero di morti inferiore. Ci sono strade meno sicure come quelle del Portogallo, 62 morti per milione di abitanti e quelle di Croazia e Romania, 71 e 86.
Insomma gli autovelox segati in varie parti d’Italia sono frutto dell’emulazione ma anche di un malessere di tipo economico: troppi autovelox sono piazzati solo per fare cassa e non per necessità di sicurezza, così il malcontento cresce.
Servirebbe un sistema più equilibrato e che tuteli davvero la sicurezza. E basta.
Fleximan, il carnevale, Dossoman, Medioman!
Venendo a cose più divertenti il fenomeno di Fleximan ha creato emulazioni come i molti che a Carnevale si sono armati di flessibile e vestito da supereroe per fare Fleximan e anche leggere variazioni sul tema.
È nato infatti anche Dossoman, cioè persone che interrompono i dossi artificiali sull’asfalto togliendone alcune parti, magari anche per favorire il passaggio delle moto.
A Moto.it abbiamo utilizzato anche l’intelligenza artificiale per realizzare alcune foto di un ipotetico Fleximan e questi sono alcuni risultati.
Ma abbiamo usato l’AI anche per tracciare una mappa dei prossimi posti dove Fleximan potrebbe colpire: secondo l’AI i posti più colpiti potrebbero essere ancora il Veneto e la Lombardia ma anche la zona di Bologna dove recentemente è stato introdotto il limite di 30km orari.
Per concludere: il fenomeno di Fleximan è da condannare nei modi ma indica che il sistema che alcune amministrazioni utilizzano per utilizzare gli autovelox non è quello di creare più sicurezza nelle strade ma più ricchezza nelle casse. E questo fa arrabbiare Fleximan e, per citare un vecchio personaggio di Mai dire gol, Medioman, il cittadino italiano medio.
Impariamo invece - dalla Germania magari - a mettere limiti di velocità sensati dove effettivamente sono utili, strutturando le strade in modo che siano ben comprensibili ai guidatori: il limite a 30 per esempio in genere si accompagna a pavimentazioni, segnaletiche orizzontali e arredi urbani ben riconoscibili, mentre in una strada extraurbana a due corsie con ottima visibilità, guardrail anticamion e priva di immissioni o passaggi pedonali difficilmente troveremo insensati limiti a 50 o 70. In tal modo il guidatore manterrà velocità prudenti ma congrue senza temere trappole, imparando lentamente a considerare i limiti di velocità suoi alleati anziché frutto dell'imprevedibile capriccio di amministratori incompetenti o bisognosi di danaro.
Ricordo ancora un viaggio in Corsica di (troppi) anni fa, le belle strade piene di curve e ben asfaltate invitavano a tenere andature allegre, e imparammo ben presto che i limiti di velocità prima delle curve non erano messi "all'italiana" - e cioè calibrati su un sidecar del '38 con le gomme liscie - ma pensati per l'andatura normale di un mezzo moderno in buone condizioni. Nel giro di poche curve anzichè ignorarli "all'italiana" iniziammo a tenerne conto perchè beh... erano utili.