I dazi UE del 56% su Harley-Davidson e Indian sono stati sospesi
Ieri, 17 maggio, è stato pubblicata una dichiarazione congiunta fra Unione Europea e Stati Uniti a proposito della produzione di acciaio e alluminio.
Ovvero su come affrontare la produzione mondiale in eccesso di queste materie prime che sono indispensabili all'industria globale e che hanno provocato controversie e dazi ritorsivi su entrambe le sponde dell'Atlantico a partire dal 2017 dopo la prima mossa dell'allora presidente USA Trump.
Nel documento di ieri, vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis, il rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Katherine Tai, e il segretario al commercio degli Stati Uniti Gina M. Raimondo, hanno convenuto sulla necessità di trovare una soluzione non penalizzante per entrambe le parti e si sono impegnati a trovare delle soluzioni adeguate entro la fine di quest'anno.
La decisione ha avuto un effetto positivo anche nel sospendere fino a quella data, per sei mesi dunque, l'aumento delle tariffe di importazione in Europa, previsto per le moto oltre i 500 cc provenienti dagli Stati Uniti.
Aumento che sarebbe scattato dall'1 giugno e avrebbe elevato i dazi complessivi dal 31% al 56% sulle moto americane.
La questione era stata lanciato dal CEO Harley-Davidson Jochen Zeitz il 20 aprile scorso, e pochi giorni dopo si erano mobilitate 88 associazioni industriali del settore motociclistico – fra le quali l'europea ACEM e la statunitense USMMA – chiedendo alle autorità europee e all'amministrazione statunitense di risolvere le loro contese commerciali senza colpire il comparto motociclistico che era estraneo ai settori coinvolti direttamente dalla cosiddetta “guerra dei dazi”.
Sempre nella giornata di ieri l'associazione dei costruttori europei (ACEM) ha fatto sapere di accogliere con favore l'annuncio congiunto Europa-USA.
Sottolineando però come le misure di riequilibrio varate dall'Unione Europea nel 2018 (i dazi per le moto USA salirono dal 15 al 25%) restino ancora in vigore con tariffe totali che sono del 31% e che hanno un impatto negativo sul commercio bilaterale, sulla rete di vendita e naturalmente sui motociclisti/clienti europei.
La sospensione temporanea del 25% aggiuntivo non ha cancellato il problema di fondo del riequilibrio delle tariffe. Per questo motivo da parte dell'ACEM continua la richiesta di togliere le motociclette dall'elenco europeo dei prodotti d'importazione USA per tornare a dazi non punitivi il prima possibile.
Grazie alla Redazione di Moto.it di avere risposto alla mia domanda, e di avere citato la fonte.
Fonte
A chi dobbiamo credere ?
Sono sempre più deluso dall'informazione italiana (cartacea e online): inattendibilità più totale.
***************************
Non possiamo certo rispondere di cosa scrivono altri: andrebbe chiesto a loro.
Nel nostro articolo ci sono dei riferimenti diretti al documento del 17 maggio (linkato), e qui c'è anche il commento del CEO Harley-Davidson a riguardo:
https://www.prnewswire.com/news-releases/harley-davidson-statement-on-eu-tariffs-301292595.html
*********************************