Il Cremona Circuit intitolato ad Angelo Bergamonti
E' raro trovare un altro pilota così scolpito nella memoria degli appassionati come Angelo Bergamonti. Cremonese (era nato a Gussola il 18 marzo del 1939), astro nascente del motociclismo italiano, a fine anni 60 si stava imponendo su tutti i palcoscenici internazionali come il più forte rivale della leggenda Giacomo Agostini. Sei volte campione italiano, nel 1966 è arrivato al Mondiale e dopo aver guidato Aermacchi e Paton approda finalmente alla MV Agusta, a fianco di Agostini appunto. Firma due vittorie, una in 350 e una in 500, prima di morire tragicamente sotto il diluvio di quel maledetto 4 aprile del 1971 sul circuito stradale di Riccione. Una tragedia che ha portato all'abolizione delle corse stradali in Italia.
Un pilota che tutti ricordavano, ma a cui mancava un riconoscimento ufficiale, almeno fino al 23 aprile 2016, quando il tracciato di San Martino del Lago ha finalmente assunto la denominazione di Cremona CIrcuit Angelo Bergamonti, con una bella cerimonia di intitolazione che ha saputo unire a meraviglia gli aspetti commemorativi ed istituzionali - la cerimonia del mattino, con presenze eccellenti - e quel fattore divertimento strettamente collegato alla pratica del motociclismo sportivo, con il pomeriggio riservato alle prove libere di moto e sidecar di ieri e... dell'altro ieri.
Ma la cerimonia, dicevamo. Ha aperto la conferenza stampa Carlo Costa, fratello del più noto Claudio - il DottorCosta - e figlio di quel Checco autore ed anfitrione dell'autodromo di Imola, e mecenate dello sport motoristico. «Siamo davvero felici di questa intitolazione, che sancisce in qualche modo un "via" ufficiale delle attività del circuito. C'era bisogno di una pista in questa zona, tanto importante per lo sport motoristico, ma sono soprattutto felice per Angelo Bergamonti, un pilota che ho conosciuto e che credo, anzi so, che sarebbe potuto diventare molto più grande di quanto non sia stato».
«Ero proprio io il commentatore di quella sventurata gara a Riccione, e proprio perché l'ho vista e vissuta in prima persona tengo particolarmente a sfatare un mito. C'è chi ha sostenuto che Bergamonti, in rimonta, stesse prendendosi rischi esagerati per raggiungere Giacomo Agostini davanti a lui. Non è vero, perché cronologico alla mano Angelo stava continuando a girare sullo stesso passo: stava andando forte ma con prudenza, come si conviene ad un grande campione. Ha commesso un errore, questo si, ma non perché non stesse ragionando».
«Ho avuto l'onore e il privilegio di commemorarlo davanti alle 5.000 persone riunite in autodromo per la cerimonia di addio, e ai 120.000 collegati per radio. Ricordo ancora l'applauso incredibile che partì spontaneo al termine della commemorazione, quando Angelo è passato dalla storia alla leggenda. E mi fa piacere che, da oggi, qui a Cremona vivrà un perenne ricordo di Angelo Bergamonti, perché anche chi non ha vissuto quel periodo possa conoscere lui e la sua storia».
Le autorità locali, ovvero il Prefetto emerito di Cremona Bruno Tancredi di Clarafond, il presidente provinciale Carlo Vezzini, il consigliere regionale Carlo Malvezzi, i sindaci Dino Maglia e Stefano Belli Franzini (rispettivamente di San Martino del Lago e Gussola) hanno sottolineato l'importanza dell'autodromo per la realtà locale: per i posti di lavoro che genera, per l'indotto, e per i lavori di cui ha favorito lo svolgimento, attirando anche turismo non necessariamente legato allo sport motoristico.
L'impianto crescerà a breve con la realizzazione di un parco giochi per bambini all'interno del paddock, forse si allungherà ancora un pochino, e diventerà un polo di intrattenimento, anche in questo caso non necessariamente legato ai motori, per far crescere ancora di più la realtà locale. E tanto di cappello ad Alessandro Canevarolo, amministratore delegato del circuito, e alla proprietà, la famiglia Mazzuccato, perché vale la pena di ricordare come l'impianto di Cremona sia nato e cresciuto contando solamente su risorse ed investimenti privati, grazie alla tenacia di chi l'ha creato e chi lo fa crescere, credendoci ogni giorno.
Ma arriva anche Claudio Costa, ospite d'onore, che sottolinea il concetto. «So bene cosa significhi fare un autodromo. E' come con un figlio: il lavoro non finisce quando lo si mette al mondo, se mai comincia quando lo si deve crescere. Serve cibo, ma soprattutto tanto amore, elementi che qui non mancano anche e soprattutto perché da oggi qui sopravvive il cuore di un grande pilota».
Manca solo il taglio del nastro per l'intitolazione, ma prima è stato il turno di Laura Bergamonti, figlia di Angelo, di prendere - emozionata ed un po' controvoglia - la parola. «Purtroppo ho conosciuto davvero poco papà, che se n'è andato quando ero ancora molto piccola. E mi è mancato tantissimo, anche se mamma Rosa ha fatto egregiamente anche il suo ruolo crescendo me e mia sorella Marina da sola. Ma ho avuto modo di conoscere Angelo, mio padre, grazie ai ricordi di tutte le persone che me ne hanno parlato, che continuano a farlo vivere nel loro cuore, e che così facendo lo tengono ancora in vita. Ho vissuto sentendo sempre la presenza di mio papà al mio fianco, e sono felice di sapere che d'ora in poi qui a Cremona ci sarà un circuito in cui sopravviverà il suo cuore».
La commemorazione ha lasciato il posto ai motori, perché il pomeriggio ha visto aprire il circuito, che ha ospitato prove libere di moto d'epoca più o meno recente. Perché, alla fine, il modo migliore di celebrare un grande campione come Bergamonti è quello di far cantare i motori.
Foto: Photohouse SrL/Concari Lorenzo, Moto.it
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mauromoto, Treppo Grande (UD)Giusto e meritato riconoscimento, sarò presente quando rifarete una gara rievocativa a suo nome,
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r11ka1ra, Lagosanto (FE)Angelo Bergamonti, un circuito per ricordarti, un grande pensiero, io ho fatto lo stesso, due moto dello stesso marchio con le quali correvi, in garage, quando le guardo mi ricordo del grande campione, grazie.