La Strada Statale 121: la Route 66 siciliana
Le irregolarità, i dossi, i punti ciechi. Il caldo afoso inseguito dai turisti e accolto come un parente impiccione del quale ci lamentiamo ad agosto, che apprezziamo a luglio, attendiamo a maggio e invochiamo rabbiosi a gennaio, quando quei pochi giorni di freddo siciliano bruciano come un affronto. E ovviamente le mosche, gli insetti dei campi di grano poi sterminati sulla visiera e sul petto.
Indubbiamente vivere d'estate le strade interne della Sicilia non è semplicissimo. Lontano dal mare c'è tutta l'asprezza dell'isola, il nucleo della sua ambivalenza di terra bellissima ma diffidente, di paradiso turistico e di snodo storico dei commerci, di gente che si ritiene unica ma che non riesce a dare un nome definitivo e condiviso agli arancini/e. Capiamoci, non è che sia indispensabile comprendere la Sicilia: non è nemmeno necessario per visitarla, ma con questo video andiamo alla scoperta di una strada che la taglia in due lungo la direttrice tra Catania a Palermo, la Statale 121, la vecchia strada caduta poi in disgrazia quando l'autostrada rese tutto più semplice e, sopratutto, veloce. Lungo la 121, chiamata anche "Catanese", una volta si impiegavano sette o anche dieci ore per coprire una distanza che oggi si brucia in poco più di due, con sosta al bar della stazione di servizio.
Immagino col caldo, doveva essere un inferno: negli anni '50 e '60 le moto avevano le gomme strettissime e le automobili i sedili di plastica che d'estate facevano odore di petrolio, le strade erano poche - almeno in Sicilia - e le famiglie numerose. Andare da Catania a Palermo era un viaggio che si annunciava per settimane ai parenti - "staiu iennu a Palemmu", con quella sorta di present continuous che fa il paio con l'avanguardia del movimento siciliano contro l'intransitività dei verbi - come una specie di transumanza capace di cambiarti la vita, e magari tu stesso sospettavi che dopo un intero giorno sulla 121 non saresti stato più lo stesso.
Così, lungo la 121, germogliava la vita dei luoghi che ne erano lambiti: il trasporto non aveva alternative, e chi non ha alternative è sempre bravissimo a fare di necessità virtù, o al limite, ad abituarsi. Poi, a metà degli anni settanta, si gabba il santo e i trasporti scelgono l'autostrada. La Catanese si svuota.
Quando ho pensato a questo video e a quest'articolo mi sono confrontato col mio carissimo amico Gianfranco: è stato lui a suggerirmi che la storia della 121 ha, molto in piccolo, i caratteri della gloria e decadenza della Route 66 americana, prima via epocale verso il progresso e la prosperità, oggi luogo iconico.
Alla 121 manca indubbiamente quest'aura iconica e, d'altra parte, chi può credersi all'altezza di un mito americano senza rischiare di non essere preso sul serio? Serve ironia: insieme a Triumph Sicilia - che ringraziamo ancora una volta - abbiamo cercato di percorrere la 121 con i tempi giusti, lenti e senza fretta, puntando la ruota anteriore delle Tiger 900 Rally Pro e Scrambler 1200 XE verso una meta che magari in pochi conoscono, proprio perché fuori dagli itinerari più battuti. Abbiamo scelto un luogo tracimante storia e leggende come le Grotte della Gurfa, nel Comune di Alia (Palermo) - cui vanno i nostri nostri sinceri ringraziamenti per la disponibilità.
Le grotte sono aperte praticamente tutto l'anno, sarà facilissimo per chiunque mettersi in contatto con l'amministrazione di Alia e programmare una visita guidata. Però, date retta: andateci in moto.
Foto e video di Daniele Onorato
Abbiamo utilizzato:
Giacca Triumph
Guanti Triumph
Pantaloni Alpinestars Copper Out denim
Stivali Alpinestars Oscar Firm Drystar
da siciliano da parte di mamma e moglie sono meravigliato dalla bellezza di questa strada che da bambino era il terrore degli spostamenti interni in auto.
Mi riprometto di farla in moto con qualche amico, ma anche di promuoverla a tutti gli appassionati.
Che dire delle Triumph poi? che sono delle moto fantastiche!
Grazndi.
Massimo
SP Brasil