Le Belle e Possibili di Moto.it: Bimota SB8K
Era la fine degli anni 90 e Bimota, pur colpita durissimo dal fallimento del progetto Vdue, si era dedicata alle competizioni Superbike seguendo quella che all’epoca sembrava l’unica strada per la competitività: l’impiego di una bicilindrica da 1000cc. Forti di una partnership di lunga data, i tecnici riminesi avevano pensato bene di rivolgersi a Suzuki per ottenere i motori della TL1000, da utilizzare sulla SB8 con cui avrebbero tentato l’assalto al Mondiale per provare con un colpo di coda a risollevare un marchio purtroppo in affanno.
La storia di Bimota si incrocia, alla vigilia del nuovo millennio, con quella di Anthony Gobert. Uno dei piloti più talentuosi della sua epoca, Go-Show aveva pagato durissimo la sua natura sregolata che lo aveva portato ad imprese clamorose ed incredibili sconfitte nel Mondiale Superbike, e ad una carriera-lampo in 500 dove Suzuki – usando la scusa di un controllo antidoping – lo licenziò per la sua totale ingestibilità.
Dopo due anni di purgatorio nel campionato statunitense, Gobert sembra pronto a rientrare nel Mondiale. Nel 2000 debutta con il team MVR in sella alla Bimota SB8R. I risultati non sono incredibili finché, a Phillip Island, azzecca una scommessa incredibile con le gomme e riporta alla vittoria la Casa riminese dopo 11 anni di digiuno. Purtroppo i guai finanziari costringono il team alla chiusura, lasciando incompiuta la stagione di Gobert e della SB8.
Lo stesso destino colpì la Casa riminese, che a metà anno dichiarò fallimento, decretando la fine della produzione. Quando però nel 2003 la nuova proprietà rilevò l’azienda di Rimini, riavviarono la produzione dove l’avevano interrotta realizzando due versioni raffinatissime della SB8K; la Replica Gobert che celebrava quel successo e la Santamonica, dedicata evidentemente al circuito di Misano che recuperava un nome del resto già usato per una versione speciale della leggendaria Ducati 750F1.
La SB8K era una moto raffinatissima: la ciclistica contava su un telaio composito formato da due sezioni di diverso materiale: le due travi in alluminio si andavano ad imbullonare in una struttura scatolata in fibra di carbonio. Il codino, nello stesso materiale, era autoportante, permettendo di rinunciare al telaietto reggisella.
Il motore TL1000 venne rivisto nello scarico ed alimentazione alla ricerca di qualche cavallo in più rispetto all’originale, con un sistema Marelli che contava su corpi farfallati maggiorati da 59mm anziché 52mm e diverse mappature d’accensione ed iniezione. Il risultato fu un motore sì più potente (ma non di molto) ma piuttosto vuoto ai bassi regimi e scorbutico nell’erogazione, che non piacque granché.
La SB8K non è stata forse la Bimota più riuscita, ma soprattutto in questa versione Santamonica super-raffinata è un oggetto da collezione per qualunque amante del marchio. Piuttosto rara, ne abbiamo scovato un esemplare fra i nostri annunci (classificato erroneamente come Gobert). Il prezzo? Da amatori, ma d’altra parte…
Le Belle e Possibili di Moto.it: Bimota SB8K
Nulla da dire sulla bellezza ma il resto... Non voglio essere pignolo ma 26.000€ non sono proprio alla portata di tutti.
Redazione non prendetevela a male, ma forse era meglio un'altra rubrica :-)
RISPOSTA DELLA REDAZIONE
Nessun problema. E' che questa rubrica scova fra i nostri annunci sia affari per il prezzo contenuto a cui si trovano modelli pregevoli del passato, sia moto che tornano disponibili dopo tanto tempo, a prescindere dal prezzo, per i fortunati con quella disponibilità economica...