Le Belle e Possibili di Moto.it: Aprilia AF1 125
Le Belle e Possibili di Moto.it è una rubrica nata per segnalarvi le moto da sogno che spuntano fra i nostri annunci. Modelli particolari, molto significativi al loro tempo oppure che possono rivestire elevato valore affettivo in veste di sogni di gioventù. Moto che scendono a prezzi umani con il passare degli anni, o semplicemente tornano a essere acquistabili dopo essere state introvabili per tanto tempo. Magari Esemplari con tanti anni ma pochissimi chilometri: sono pochi ma esistono, e non bisogna farseli scappare perché potrebbero presto diventare mezzi unici da collezione.
La moto che vi presentiamo oggi è un'Aprilia AF1 125 del 1987. All'epoca, Aprilia era una piccola Casa costruttrice con buoni trascorsi nel fuoristrada (soprattutto trial ed enduro) famosa soprattutto per la sua Tuareg 125, enduro stradale che spopolava fra i sedicenni. Impegnata però da tempo nel motomondiale, con 125 e 250 spinte da propulsori Rotax, Aprilia capì per tempo come le 125 "da strada", come si usava dire allora, stessero entrando sempre maggiormente nel cuore dei sedicenni e creò l'AF1 125.
Bella come poche, con evidenti rifacimenti estetici alla Honda VFR (rispetto alla quale anticipò il passaggio al forcellone monobraccio) l'AF1 fece rapidamente innamorare ogni sedicenne dal cuore sportivo pur dovendo fare i conti con moto fra le più amate di sempre (Cagiva Freccia C9 e Gilera KZ/KK) nelle vesti di rivali. E portò anche fortuna alla Casa di Noale, perché l'AF1 250 colse proprio quell'anno la sua prima vittoria iridata a Misano, nelle mani di Loris Reggiani, sconfiggendo per la prima volta i "mostri sacri" Honda e Yamaha.
Spinta da un motore Rotax V127, monocilindrico a due tempi da 124,7 cc con alimentazione a carburatore (da 26 mm) miscelatore separato e cambio a sei rapporti, l'Aprilia AF1 erogava 27 cv appena sotto i 9.000 giri e passava agevolmente i 150 all'ora reali - il tachimetro, un po' ottimista, la dava per oltre 160. Quello che colpì subito l'immaginario dei sedicenni fu però la ciclistica: convenzionale per molti aspetti, con la sua forcella da 38 mm, il telaio a doppio trave in acciaio e i cerchi a tre razze da 16" con gommatura 100/80 e 120/80, era innovativa al retrotreno, dove si trovava un forcellone monobraccio (soluzione denominata internamente Project 108, sigla che poi identificò tutto il modello) che faceva tanto endurance e, come già detto, anticipò i tempi. La Honda RC30, che molti ricordano come la prima moto di grande serie con forcellone monobraccio e trasmissione a catena, arrivò solo l'anno successivo.
L'AF1 venne seguita dalla versione Replica (contraddistinta anche dal doppio faro e diversi aggiornamenti motoristici) ma soprattuto dalla Sintesi, che nel 1988 consolidò definitivamente la fama di Aprilia fra le produttrici di 125 sportive ad alte prestazioni. L'esemplare che vi presentiamo appare in ottime condizioni estetiche, con un chilometraggio un po' elevato ma non in maniera preoccupante. Un pezzo di storia ad un prezzo davvero accessibile.
grande moto
Mi piacerebbe ricomprarle tutte per averle nel mio garage,all'epoca per causa di forza maggiore per comprare la sucessiva dovevi vendere la precedente....
Aprilia grande moto anche oggi,ho avuto la tuono 1000 model year 2002,non l'avrei mai venduta....fantastica !
il problema sono le risorse economiche
Ma sembra che i primi a non crederci siano proprio i dirigenti di Aprilia (cioè di Piaggio): mi chiedo sinceramente cosa serva impegnare importanti risorse economiche per vincere in SBK se poi non c'è ritorno sul brand a livello di mercato, a meno che non pensino di fare numeri di vendita e rientro commerciale con la RSV4....