Le Belle e Possibili di Moto.it: Aprilia Tuareg Rally
Le Belle e Possibili di Moto.it è una rubrica nata per segnalarvi le moto da sogno che spuntano fra i nostri annunci. Modelli rari, particolari, magari appartenuti a qualche pilota o semplicemente molto significativi al loro tempo. Moto che scendono a prezzi umani con il passare degli anni, o semplicemente tornano a essere acquistabili dopo essere state introvabili per tanto tempo.
Esemplari con tanti anni ma pochissimi chilometri: sono pochi ma esistono, e non bisogna farseli scappare perché potrebbero presto diventare mezzi unici da collezione.
Chi non ha avuto sedici anni alla fine degli anni 80 non può capire quanto interesse e passione ruotassero attorno alle 125 dell'epoca. Enduro e stradali dividevano i cuori, perché i gusti personali e la moda erano la determinante: in entrambi gli ambiti, infatti, le moto erano allo stato dell'arte. Qualche anno dopo si sarebbe assistito al declino delle entrofuoristrada (mentre le enduro più specialistiche avrebbero continuato a prosperare) con un predominio quasi completo delle sportive stradali, ma fino al 1990 anche fra le tassellate si sono viste moto che allora erano miti, oggi leggende.
E' quindi difficile spiegare a chi non ha vissuto quel periodo in prima persona cosa rappresentasse il nome Tuareg per un teenager dell'epoca. Più semplice presentarvi, tagliando i preamboli, la sua massima espressione: la Tuareg Rally del 1989. La gamma Aprilia all'epoca proponeva le "normali" Tuareg (che due anni prima avevano guadagnato l'appellativo Wind) dalla linea dakariana e dalle attitudini stradali, forti di un motore da 28 cavalli capaci di spingerle a quasi 150 all'ora; bellissima e potente ma pesante e troppo stradale, non poteva soddisfare i pruriti di chi in fuoristrada voleva fare un po' più sul serio.
Come in altre occasioni, ad Aprilia è bastato volgere lo sguardo al passato e riproporre l'allestimento Rally che già tanti proseliti aveva fatto qualche anno prima. Sempre generosa nelle proporzioni (la colorazione tipicamente anni 80 oltretutto non le faceva grandi sconti in questo senso) era però nettamente più professionale nella dotazione, leggera (rinunciando addirittura all'ormai onnipresente avviamento elettrico) e soprattutto potente. La base motoristica restava invariata - il glorioso Rotax 123 ormai evoluto all'eccellenza - ma le prestazioni no: grazie ad un (vorace) carburatore Dell'Orto VHSB da 34mm la potenza saliva a 34 cavalli, e nonostante la rapportatura corta ed una sezione frontale men che filante la velocità massima supera i 140, con accelerazioni condite da coreografiche impennate - anche involontarie - nelle prime due marce.
La Rally - più tardi affiancata dalla RX, per chi preferiva le mulattiere dell'enduro agli spazi aperti del motorally - piacque a tutti, soprattutto perché le maxienduro vivevano anche allora un periodo di grande splendore. Purtroppo costava salatissima: all'epoca per portarsela a casa servivano oltre sei milioni di lire, una cifra folle quando le altre 125 - già costosissime - non superavano i cinque.
L'esemplare che abbiamo scovato pare in condizioni davvero eccellenti (nonostante sia erroneamente proposto come RX125), ha un chilometraggio davvero molto contenuto - anche allora qualche sedicenne la usava per andarci si e no a scuola e al bar - ed è già meritatamente iscritto ai registri d'epoca. Con 1.900 euro ci si porta a casa un pezzo di storia...
Arancione e bianca.
Dalla targa, vedo che ancora circola oggi la mia ex (non quella dell'inserzione ma identica).
Bravo, tienimela bene che prima o poi la ritrovo e me la ricompro!
In compagnia c'erano nsr 125r, ns125f (con 160 e arrow.. ed un sound inimmaginabile), cagiva c10, rx125, gilera R1 e non so quante altre.
Che dire.., bei tempi......
@ Andrea 'Artù' Artusi
Sono d'accordo, è un'epoca che non tornerà mai più, quelle moto costavano interi stipendi eppure le si comprava, i soldi giravano e si aveva fiducia nel futuro. Il settore è stato killerato da cartelli assicurativi, burocrazia, persecuzione da tutor e similari, colpo finale la crisi e altre mode, oggi va di moda l'accoppiata repellente scooter automatico + smartphone. Fra l'altro 15 cv sono davvero ridicoli, per me a 20-22 cv si poteva arrivare, anche per tenere il ritmo del traffico su strada aperta. Per non parlare del divieto di autostrada per i 125, ridicolo allora e ridicolo anche oggi.
Comunque ricordo ancora una gita in Umbria dove vidi una Benelli Jarno 125, a me piaceva ma mi si pigliava per il sedere. Vista allora e poi mai più.