Mahindra: “Un fallimento certe moto”. E punta su BSA
Quello indiano è il primo mercato al mondo con oltre 21 milioni di veicoli venduti l’anno. Hero e Honda fanno la parte del leone, seguiti da TVS (partner di BMW) e Bajaj Auto (partner di KTM).
Il colosso dell’auto indiana Mahindra & Mahindra ha recentemente acquisito il 100% di Peugeot Motocycles, ma da diversi anni si occupa del settore motociclistico.
Nel 2008 ci si è infatti affacciata con Kinetic rilanciando la gamma entry level Mojo. Un’esperienza che il presidente della capogruppo, Anand Mahindra, ha recentemente dichiarato essere un errore: di più, entrare nel settore del commuting "è stato fallimentare dal punto di vista economico e umano".
Tuttavia questo approccio errato ha spinto all’entrata nel segmento premium, per il mercato locale ovviamente, dove i risultati sono stati subito buoni. Il presidente di Mahindra - intervenuto ad un evento organizzato dalla compagnia aerea Virgin Atlantic e parlando sul palco assieme al fondatore del gruppo Virgin Richard Branson - ha aggiunto che la società è entrata nel mondo delle moto (ricordiamo anche la partecipazione al mondiale Moto3 con Pecco Bagnaia) convinta di poter vincere quella sfida grazie alle conoscenze nel settore e della distribuzione, ma che sposare la moto “da pendolare” non ha funzionato.
Diversamente da come sta andando con il riscontro ottenuto dalle nuove Jawa Forty Two e Perak (però in ritardo nelle consegne) e, soprattutto, dalle future BSA che saranno lanciate.
Il marchio inglese è stato acquistato dalla la società indiana Classic Legend Private Limited (che per il 60% è controllata da Mahindra & Mahindra), fondata proprio da Anand Mahindra e dai soci Anupam Thareja e Boman Irani.
Un anno fa era stato detto che le BSA sarebbero state disegnate e costruite in Inghilterra e sarebbero state lanciate nei mercati occidentali prima che in India.
In quest'ultimo incontro Anand Mahindra non ha però fornito ulteriori importanti dettagli in termini di tempistiche e di modelli.
Sono così abituato a sentire dei "CEO" che sbandierano solo il raggiungimento di obbiettivi fantastici...