Monza 20 maggio 1973: l'incidente di Saarinen e Pasolini
Questo video è stato realizzato nel 2013, per i quarantanni dall'incidente di Monza che vide perire in gara Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Ve lo riproponiamo oggi, nel 42° anniversario di quella tragica giornata, in ricordo di due grandi campioni.
Cronaca di una giornata nefasta
Sono passati quarantadue anni dal quel 20 maggio del 1973. A Monza va in scena il Gran Premio delle Nazioni, quarto appuntamento del campionato del mondo velocità. La giornata si apre con la gara del campionato italiano juniores 250, poi la prima corsa del Nazioni, la classe 50, vinta da Jan de Vries; seguono la 125, nella quale si impone Kent Anderson, e la 350 vinta da Giacomo Agostini dopo un bel duello con Renzo Pasolini.
La gara delle 250 vede in pole il finlandese Jarno Saarinen, campione del mondo in carica della 250 e vice campione nella 350 sempre nel 1972, mentreRenzo Pasolini, che nel 1972 è stato secondo nel mondiale 250 e terzo nella classe 350, porta al debutto la H-D raffreddata ad acqua. Una manciata di secondi e il dramma si consuma alla prima curva dopo il via. La moto di Pasolini perde aderenza all'ingresso della Curva Grande, il Curvone appunto, il campione romagnolo cade e nella carambola che ne segue cadono altri tredici piloti. Ad averne la peggio sono lo stesso Pasolini, 34 anni, e Jarno Saarinen, 27.
Su che cosa provocò la caduta di Paolini si sono fatte diverse ipotesi: olio in pista non segnalato, grippaggio del motore H-D di Pasolini, contatto fra piloti, asfalto rovinato.
La perizia richiesta dal tribunale di Monza, ed eseguita dall'ingegner Sandro Colombo, rivelerà il grippaggio dei pistoni Yamaha nei cilindri H-D; cilindri che furono modificati dal raffreddamento ad aria a quello ad acqua. Sarà il grippaggio l'innesco della caduta secondo l'inchiesta della Magistratura. Di sicuro la gravità del bilancio è da attribuirsi all'inesistente spazio di fuga e alle presenza del guard rail, all'epoca vicinissimo alla pista.
Pressoché immobile per le fratture e per i dolori postcaduta, guardavo la tv reclinando il capo sfidando il forte male dovuto alla mandibola rotta.
Ricordo l'impressione nel vedere alcuni piloti ritornare CONTROMANO in pista (VIETATISSIMO), altri inquadrati procedere lentamente nella direzione di gara... le telecamere non erano così numerose come adesso. Mi chiedevo fosa fosse successo, poi poco alla volta la tragica verità venne a galla. Il Paso, il mio idolo, Jarno, dal quale avevo copiato il disegno del casco, non c'erano più. In quelle prime ore dalla tragedia, sgomento per quanto successo, pensavo a quanto fossi stato fortunato io che me l'ero cavata uscendo dal coma e "solo" con
svariate fratture. Piansi
La tragedia di quel giorno cambiò la storia del motociclismo.