Nico Cereghini: “Due aspetti del titolo di Martin: la sportività Ducati e Pramac in paradiso”
Ciao a tutti! Del titolo mondiale di Jorge Martin si è detto tutto e chi ci segue conosce ogni sfaccettatura della vicenda: nel pomeriggio di ieri, con il nostro DopoGP e ancora con i pezzi successivi, abbiamo raccontato l’impresa in tutti i modi. Mi resta però la voglia di sottolineare qui almeno due aspetti. Lasciando da parte questa volta la celebrazione del campione, tutta meritata.
Primo, Ducati. Circolavano tanti dubbi sul trattamento che Dall’Igna e i suoi tecnici avrebbero riservato a Martin nel finale del campionato. Dubbi alimentati dal complottismo dei social, con tanti sapientoni in prima linea, ma non del tutto campati in aria se si pensa alla discutibile politica sui piloti praticata da Borgo Panigale negli anni, criticata anche da noi. Lo stesso Casey Stoner, per dire, se n’era uscito di recente con parole pesanti: conosco i vertici Ducati, sono capaci di tutto, troveranno il modo per tenersi il numero 1 in squadra...
E’ bello che queste teorie siano state platealmente smentite. Bello per lo sport - per quel poco che sopravvive al business - e bello per l’immagine della Ducati. Magari i volti radiosi di Domenicali e Dall’Igna non saranno stati sinceri al 100 per 100: probabilmente Claudio e Gigi hanno attinto a un 60% di felicità reale (ha vinto una Ducati, ha stravinto la Ducati) nascondendo il 40% di delusione. Ma qualsiasi Direttore Marketing sarebbe felice delle immagini passate in tivù e ci farebbe lo spot del prossimo anno.
Secondo punto, Pramac. Se il successo in MotoGP è da dividere equamente tra pilota e squadra allora Daniele Romagnoli, Gino Borsoi, Fonsi Nieto e naturalmente Paolo Campinoti e tutti gli altri hanno fatto un gran lavoro. E’ stato un titolo sofferto fino all’ultimo, molto significativo per una ragione in più: Pramac era all’ultima stagione con Ducati, da domani passa a Yamaha, e anche se non si tratta di un team satellite (i tempi non sono più quelli) è comunque un team privato che centra il titolo mondiale superando la squadra interna ufficiale. Grande.
Dei motivi che hanno portato alla separazione si sa poco. E’ trapelata l’irritazione di Campinoti per la scelta di Marc Marquez al posto di Martin dal 2025: secondo alcune voci il “suo” pilota aveva già in mano un precontratto e, offeso, avrebbe poi firmato con Aprilia in 24 ore. Io non credo che decisioni importanti come quella di lasciare Ducati (dopo venti stagioni!) per Yamaha si prendano sull’onda delle emozioni. Credo al contrario che siano state attentamente valutate: Campinoti, prima che appassionato, è un imprenditore di successo.
Ma comunque siano andate le cose, è bello che Pramac chiuda la sua lunga avventura con la Ducati con il titolo più prestigioso. E ciò che conta per tutti noi: il nostro mondiale si annuncia ancora più bello con Jorge Martin sull’Aprilia insieme a Bezzecchi, la Yamaha che si potenzia con una seconda super squadra, senza contare tutte le altre novità e la sfida Bagnaia/Marquez che si annuncia entusiasmante e tutt’altro che scontata... Oggi celebriamo il titolo di Martin, da domani in pista si prepara un futuro ancora più speciale.
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patatino1226, Fosso' (VE)sulla sportività e senso di gratitudine di Dall’Igna non ci sono dubbi , è sul resto dei manager Ducati che non ci sono dubbi della completa mancanza. Quello che disse a Stoner , che saltò delle gare per i noti motivi di salute, “non pretenderai di essere pagato anche per le gare che salti ?” , è ancora li come CEO di Ducati…
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Diabolik93, Ravenna (RA)Bene! E' quello che mi auguravo e che è avvenuto, finalmente possiamo tutti credere che non ci sono trucchetti maligni a favorire questo o quest' altro, un plauso alla grande stagione Ducati e alla sportivita' dei due piloti in lotta per il mondiale.