Nico Cereghini: “I bagni in autostrada”
Ciao a tutti! Anche se il fine settimana non è stato caratterizzato dal clima così favorevole, la primavera avanza, e con quella la voglia di andare: avete visto quanta gente ha ripreso a circolare? Tante moto, tantissime bici e naturalmente colonne di auto. Ma, per puro caso, è capitato anche a voi di percorrere un’autostrada e fermarvi nell’area di servizio? Se sì, come l’avete trovata? I servizi igienici, intendo.
Dispiace un po’ parlare di bagni e in particolare di quelli sporchi, l’argomento non è dei più eleganti. Ma il momento giusto poi qual è? Quando dobbiamo farlo, se non dopo i giorni di festa con numeri significativi di utenti sulle strade? Perché ci sono anche le meritevoli eccezioni, ci sono anche le aree con i bagni puliti, qualche volta capita anche a me di trovarle; però mi pare proprio che in generale il livello dei servizi stia calando inesorabilmente: se devi fermarti in un’area dell’autostrada per una necessità c’è molto spesso da mettersi le mani nei capelli. Naturalmente dopo averle accuratamente lavate…
Il fatto è che noi motociclisti siamo tra i più assidui frequentatori delle aree di servizio, saranno la sella e le vibrazioni del motore; e poi può capitarci di dover cambiare qualcosa dell’abbigliamento, sfilare una maglia di troppo sotto la giacca tecnica o infilare la tuta da pioggia se il cielo si fa nero. Più di una volta in passato ho visto utilizzare un bagno per una di queste manovre, per cui ancora oggi quando guardo il pavimento sporco penso “meno male che questa volta non devo cambiarmi…”.
Ok, abbiamo appena parlato, qualche settimana fa, delle sempre peggiori condizioni delle strade, ma in quel caso c’è forse la parziale giustificazione della penuria delle risorse disponibili. Ma qui? Con quello che costa il pedaggio, con quello che costa il carburante, con quello che costa una bottiglietta di acqua minerale o una tavoletta di cioccolato (mediamente il doppio rispetto a quello che trovi fuori dall’autostrada), le risorse per tenere puliti i bagni dovrebbero esserci, direi.
Naturalmente non si può trascurare la pessima educazione di molta gente. Un mesetto fa, indicando cortesemente un bagno in condizioni terribili a un addetto delle pulizie, quello mi ha risposto altrettanto educatamente. “Potrei scriverci un libro, caro Cereghini, purtroppo ho perso il lavoro e questo è tutto ciò che ho trovato”. Inutile scendere in ulteriori dettagli, potete immaginarli, tra gli utenti dei servizi pubblici c’è chi è davvero senza vergogna e se ne frega bellamente del decoro e del prossimo. E però c’è anche il problema che non si capisce bene da chi esattamente dipendano, l’igiene e la pulizia dei bagni, e quando mi è capitato di protestare cercando il capo area - perché ormai l’avete capito che “esterno” volentieri - mi è stato risposto nei modi più fantasiosi: è una società esterna che provvede, è una squadra che gira e adesso non c’è, lo dica al gestore della strada e non a me… E una volta persino: “c’era una ditta esterna, ma adesso per risparmiare ci pensa il benzinaio, lo fa nei ritagli di tempo”.
Approfitto della platea eccezionalmente vasta: tra i lettori potrebbe anche esserci qualche addetto alle aree di servizio, più informato di me. Una volta c’era Umberto Masetti, l’ex-campione del mondo della Gilera, che era responsabile a Modena Nord, avrei chiesto a lui. Adesso non c’è più. Perché succede tutto questo? Da chi dipendono esattamente i bagni, chi deve curarne lo stato, di chi è la responsabilità? Casco in testa ben allacciato, protezioni, paraschiena e mani accuratamente lavate prima e dopo. Sempre!
-
andrea.vettore59, Roma (RM)i bagni pubblici in italia... mah, è sempre lo stesso problema, la verita credo stia solo nella cultura e nel rispetto degli altri, in autostrada rispetto ad altri posti forse sono un po' meglio, invece mi soffermerei nella "gente" che li frequenta assiduamente per "altro" sarebbe da menaje...
-
massimo.m, Ostuni (BR)Credo che in quanto ad igiene gli italiani non siano secondi a nessuno, purtroppo il nostro problema, avendo poco rispetto del bene/spazi comuni, è culturale.