l'editoriale di nico

Nico Cereghini: "In Francia ci credono"

- Una campagna transalpina per la sicurezza dei motociclisti, molto diversa da quella che potremmo concepire noi in Italia. Qui si preferisce minacciare, là si prova ad educare. E i risultati sono dalla loro parte | N. Cereghini
Nico Cereghini: In Francia ci credono

Ciao a tutti! In questi giorni, nel centro-nord della Francia, circola sulle strade questo grande manifesto appiccicato dietro a una trentina di camion. "Attenzione, fragile!". È raffigurato un motociclista, inquadrato nello specchietto retrovisore di un'automobile, e si vuole raccomandare a tutti i guidatori di prestare attenzione nei suoi confronti: chi va in moto è un utente debole, come il pedone o il ciclista, e in caso di incidente ha quasi sempre la peggio. L'iniziativa è del dipartimento Sicurezza Stradale dell'Essonne, regione de l'Ile de France, avrà una durata di sei mesi, e si può immaginare che avrà pure una grande visibilità, perché in Francia la pubblicità sui camion è vietata e dunque questa immagine risalterà con molta evidenza. Per precisione, va detto che lo stesso manifesto, quattro metri per tre, era già stato utilizzato a giugno, affisso su molte strade in una precedente campagna di quindici giorni dedicata alla sicurezza stradale.
 

In Francia, insomma, si fa sul serio e del resto non lo scopriamo oggi. Molti di voi già raccontarono sul sito, a proposito dei luoghi preferiti per girare in moto, quanto gli automobilisti francesi siamo rispettosi di noi motociclisti, per esempio sono quasi sempre attenti a dare strada accostando a destra per agevolare il sorpasso. Ebbene non abbastanza attenti, per gli amministratori di quella regione, che precisano: c'è un motociclista nel cinquanta per cento degli incidenti.

Il motociclista non è visto come un delinquente potenziale ma come un utente da rispettare e più vulnerabile di altri.

E' l'approccio al problema, che sorprende. Intanto perché il motociclista non è visto come un delinquente potenziale (categoria che pure ci sarà anche in Francia) ma come un utente da rispettare e più vulnerabile di altri. E poi perché, invece di minacciare sanzioni pesanti o di terrorizzare con messaggi catastrofici, si preferisce educare le persone invitandole a comportamenti più responsabili.

 

Negli anni Settanta frequentavo parecchio la Francia e i francesi. L'Endurance parlava francese, la 24 Ore di Le Mans era la gara di moto che preferivo, i piloti e i giornalisti francesi erano numerosi nel campionato mondiale. E poi andavo in Francia d'estate a fare le vacanze con la Laverda SF, quindi con la Suzuki GT 750, la tre cilindri a due tempi, e ancora con la GS quattro cilindri, la prima Suzuki a quattro tempi. E vi dico con cognizione di causa che all'epoca i motociclisti francesi godevano di una pessima reputazione: andavano troppo forte anche nei centri abitati, rimpicciolivano le targhe, aprivano gli scarichi e facevano casino nei bar sporcando i pavimenti con i loro stivali infangati. Tutti i motociclisti avevano vecchi stivali. Anche le riviste di settore, con le quali noi spesso collaborammo fino alla fine degli anni Ottanta, avevano un atteggiamento piuttosto incivile e sfidavano volentieri le regole. Per esempio pubblicando la gara tra una Kawasaki e il TGV, il treno ad alta velocità, da Parigi a Lione a manetta e in barba ai radar.

 

Evidentemente, di strada ne hanno fatta tanta. O piuttosto siamo noi ad essere rimasti fermi, come del resto sembra sia successo un po' in tutti i campi, dalla politica all'istruzione o al lavoro. Ma qui non vorrei cadere nel solito atteggiamento disfattista, ma piuttosto stimolare una discussione tra noi. Dal vostro posto di osservazione, voi cosa vedete? Secondo voi, noi automobilisti e motociclisti italiani saremmo pronti a cambiare? Qui in Italia, in particolare, può funzionare soltanto il bastone oppure si potrebbe passare all'educazione? Io personalmente continuo a pensare che gli atteggiamenti positivi siano contagiosi. Se io rispetto te e rispetto la tua intelligenza, mi viene da dire, probabilmente anche tu sarai più portato a rispettare gli altri. Che ne dite?
 

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  • avalori
    avalori, Novate Milanese (MI)

    Sono tornato di recente da un viaggio di 2 settimane in Francia, che ho girato più volte in lungo in largo.
    Posso testimoniare che, a parte rare eccezioni, il comportamento alla guida dei Francesi (tutte le categorie, inclusi i conducenti di furgoni e camion) è molto più corretto ed educato di quanto accade mediamente in Italia
    E non entro qui nel merito delle differenze tra regioni...
    A proposito della prevenzione basata sul l'educazione, sono assolutamente d'accordo, ma teniamo presente che dà risultati solo se praticata con costanza e in tempi lunghi
    Ciò non esclude che si debba rafforzare la repressione dei comportamenti illeciti, non solo da parte dei motociclisti ma anche di quelle categorie che spesso causano incidenti gravi, anche mortali: la guida utilizzando il telefonino, l'attraversamento con il semaforo rosso o scavalcando transenne e guard rail da parte di pedoni, etc. etc. P non parlare poi dei ciclisti
    Purtroppo, nei quotidiani percorsi casa-ufficio nell'area di Milano ne vedo di tutti i colori, soprattutto nelle intersezioni delle corsie preferenziali in cui è consentito il transito anche alle moto
    Un lampeggio
  • itaka01
    itaka01, Montefiore Conca (RN)

    Ahio!

    Spiacente ma devo contraddire quanto affermato sopra:
    settembre '13 torno dalla costa atlantica scendendo a sx dell'Ille de France, col mio camperino ( 280kg) a due ruote di 15 anni fa, domenica pomeriggio ore 16, rettilineo di 12km in piano, nessun segno di vita o di abitazioni, il nulla totale nemmeno una mucca, roba da tentare i record come a Bonneville, rischio addormentamento concreto, io per motivi economici ( benza ) lesino con la manopola.
    Finalmente avvisto un paesino e chiudo il gas, troppo tardi due energumeni in divisa sono in mezzo alla strada, mi fermano mi rubano 90 Euri perche affermano di avere una foto mia ai 123kmh mentre ci sono ( ovviamente ) i 90, foto mai vista, enorme perdita di tempo sotto il sole, ( mi sembrava di essere in Italia ) protesto che non ci sono avvisi, mi ridono in faccia dicendo che va bene anche così ( vero ), trascino via mia moglie che voleva sgozzarli con il tagliaunghie, rifacciamo il chilometrico "plateau" dove affermano di averci fotografato, ma ai 40 in due su e giù non troviamo nulla.
    Il problema qui come altrove è che c'è qualcuno che pensa di poter usare il bastone, mentre per il solo fatto di averlo pensato dovrebbe essere rimosso da qualsiasi incarico pubblico.
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