Nico Cereghini: "La Guzzi a terra e il motociclista spaventato"
Ciao a tutti! In un gruppo Facebook di motociclisti appassionati della Moto Guzzi - una pagina che visito spesso per lustrarmi gli occhi con splendidi restauri di Stornelli, Lodole, Falconi e altri...modelli alati - è comparso la scorsa settimana un appello piuttosto singolare: "Mi hanno investito - scriveva G.E. - e ho fatto un volo di pochi metri. Ma adesso ho gli incubi, vedo una macchina che mi viene addosso, ho paura di non riuscire più a prendere la moto. A qualcuno di voi è capitato? Un trauma maledetto". Sotto il post, la fotografia della moto riversa a terra sull'asfalto lucido di pioggia. Nessun'altra notizia di tipo anagrafico o geografico.
Gli hanno risposto numerosi, e tutti a fargli coraggio: non arrenderti, è una cosa che succede, appena puoi riprendi la moto, la paura si può vincere. C'è anche chi ha argomentato con profondità: la passione ti spingerà a risalire in sella perché la consapevolezza supera la paura, anche il pedone può essere investito, ma non per questo smette di camminare. C'è chi ha elencato le personali cadute e le fratture e i danni subiti in passato dalla sua moto, danni ben peggiori dei pochi graffi visibili sulla bicilindrica di G.E.. La partecipazione è stata significativa e direi proprio calorosa: non arrenderti!
G.E. riprenderà la sua Guzzi, ci scommetterei. Dopotutto deve essere caduto praticamente da fermo, parla di spavento ma non di contusioni o altro. Io stesso gli ho raccomandato di risalire in sella appena si sentirà di farlo, magari con un primo giretto sulle strade intorno a casa. Perché è successo a molti di noi, di essere buttati giù e poi di avere un po' di timore a riprendere la moto. Anche se pochi lo ammettono.
Ma certo, il discorso è delicato. La passione ci fa superare una serie di difficoltà notevoli, se le consideriamo razionalmente: i costi elevati per l'acquisto della moto e per il suo mantenimento, i rischi sulle strade sempre più trafficate, sempre più in disordine e senza regole; talvolta anche l'opposizione dei genitori o dei parenti, e poi ancora i possibili furti, il freddo e il caldo e la pioggia... Una persona razionale direbbe ok, basta cosi, mi prendo uno spider magari anche usato, se voglio sentire l'aria addosso. E noi invece imperterriti: la moto ci chiama.
Non ho mai preso alla leggera il mio ruolo di motociclista, diciamo così, di riferimento. Sono felice quando mi dicono che con certi miei pezzi, con le mie "storie", trasmetto passione. E ancora di più, sono orgoglioso quando qualche motociclista mi dice: non dimentico mai i tuoi consigli per la nostra sicurezza e devo dire grazie a te se sono uscito indenne da tante circostanze. Ma certe volte è difficile superare, pur con tutta la passione del mondo, la bruttura delle notizie che ci arrivano dalle nostre strade. Tanti, troppi motociclisti restano sull'asfalto. Dobbiamo ricordare sempre che la moto chiede il massimo dell'attenzione, della prevenzione, della prudenza.
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lillia.b, Sotto il Monte Giovanni XXIII (BG)MORALE :se la PASSIONE E' PIU' FORTE DELLA PAURA ........
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ded01, Roma (RM)Che dire? Prima o poi capita a tutti ... (grande massima consolatoria). Ognuno reagisce come può ma sicuramente bisogna tornare in sella ... Era il 1 agosto del 1991 quando i raggi della ruota anteriore della mia Africa Twin 650 decisero improvvisamente di "spappolarsi" sulla panoramica Porto S. Stefano - Port'Ercole, facendo affondare la forcella nell'asfalto e catapultarmi in avanti con volo e rotolata da cineteca. Ho avuto una gran fortuna, non mi sono rotto un osso ma il colpo di genio di quel giorno fu andare in moto in costume e canottiera. Mica male vero?!?! Lascio a voi immaginare il risultato finale. In ospedale pensavo solo a rimettermi in sesto per risalire in sella. Poi non andò così ... una volta in piedi (settimane dopo!!!) mi resi conto che non mi andava. Ho aspettato la primavera dell'anno dopo e quando mi hanno riconsegnato la mia Africona finalmente bella come prima ("gentilmente" riparata dal concessionario dove tagliandavo la moto), è tornato l'amore e ripartire è stato naturale. Oggi ho una CB 1100 RS, con cui passeggio e sogno ancora di avere 20 anni (sogno che finisce appena scendo dalla sella). Andare in moto ha i suoi rischi, a volte perchè noi osiamo troppo, altre perchè il destino decide di farti incontrare l'idiota del giorno (che però non è mai solo). Ma il piacere di andare in moto ci sarà sempre, sperando di portarsi in sella anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai.