Nico Cereghini: “Quattro sedie sulla moto”
Ciao a tutti!
L’altro giorno cercavo quattro sedie, le classiche sedie di legno e paglia che si vedono in campagna, niente di che. Guardo su Internet, trovo una catena commerciale che ha diversi punti vendita, individuo quello più vicino a casa, prendo la moto e vado. L’intenzione è quella di informarmi: in moto, quattro sedie non riesco a trasportarle. Benché da ragazzo fossi capace di consegnare con la Gilera 98 due materassi in gommapiuma alla volta, 190x80, arrotolati, legati uno davanti e l’altro dietro. Erano altri tempi, ero un pistola e i controlli erano pochi.
Ora le sedie. Entro nel negozio e una signora bionda che non conosco mi fa un mucchio di feste, chiama il marito, lui mi abbraccia: salta fuori che si tratta di Giorgio Pagani e la moglie. Lui è il secondo figlio di Nello Pagani, che nel ’49, il primo anno del mondiale, fu campione della 125 su Mondial e vice-campione della 500 con la Gilera. Ed è anche il fratello di Alberto, che vinse tre GP in 500 su Linto ed MV Agusta. Non l’avevo mai conosciuto, eppure ci siamo sentiti vicini come due parenti stretti. La moto fa di questi prodigi.
Se uno ti dice “hai conosciuto mio padre, era il salumiere all’angolo”, tu rispondi educato: “piacere, bella combinazione”.
Ma se ci sono di mezzo le moto e le corse cambia tutto: ci si sente subito simili, si ha condiviso un pezzo di vita anche se non ci si è incrociati. Nello è scomparso sette anni fa, lo ricordavo; Alberto vive all’estero ed era a Milano la scorsa settimana, ma il libro l’ho avuto? No che non l’ho avuto. Giorgio corre in ufficio e me lo regala: un bellissimo libro che racconta tutta la storia vissuta dalla signora Margherita Meneghini Pagani, la mamma e anche la vedova, che ha passato i novanta e sta benone.
Una donna fantastica, che se Nello chiamava, lasciava i bambini ai nonni, prendeva la macchina col carrello, caricava una moto, andava da sola fino a Barcellona o al Nurburgring. Negli anni Cinquanta.
E Nello Pagani era un tipo fantastico. Vi basti sapere che negli anni Settanta, quando si correvano le prime 500 km con le moto derivate dalla serie, lui si infilò la vecchia tuta e si allineò con una Laverda 750. Me lo ricordo benissimo: era in coppia con Loat e aveva sessant’anni. Uno che aveva vinto tantissimo negli anni Trenta e Quaranta, uno che era stato amico e rivale di Tenni! Quest’anno compirebbe i cento anni tondi, l’11 ottobre.
Le sedie le ho ordinate. Sono fatte di legno, di paglia, di storia, di passione e di amicizia.
i nipoti di...
Grazie Nico
Luci accese, casco bene allacciato e prudenza...sempre!!! Ciao a tutti.