L'editoriale di Nico

Nico Cereghini: “Una foto che sbuca dal 1965”

- Un casco a scodella, una tuta da meccanico e già ci sentivamo motociclisti. La pelle, gli stivali e i guanti erano roba da piloti. La moto è una Gilera 98, lo sguardo quello di quattro ragazzi che hanno in mente un grande progetto. A due ruote
Nico Cereghini: “Una foto che sbuca dal 1965”

Ciao a tutti! Per l’anno nuovo vi faccio un regalo personale: una mia vecchia fotografia saltata fuori dagli anni Sessanta addirittura. Lo so, naturalmente corro dei rischi: ma guarda che casco, ma guarda che tuta, ma guarda che scarpe, ma guarda che faccia… chi ha la fortuna di essere più giovane di me, e non ha vissuto quegli anni, farà un po’ di fatica a leggere quello che c’è davvero in questa immagine.

Protagonista, naturalmente, la moto: è la mia prima vera moto, una Gilera 98 trasformata in una specie di Regolarità, comprata usata da Perere nel ’65 con i risparmi e molti mesi di lavoro. Il pomeriggio, dopo il liceo, facevo il commesso e il fattorino in un negozio di letti e materassi nel centro di Milano. Materassi in gommapiuma Pirelli. La foto documenta la presentazione della mia meraviglia agli amici storici: se non mi avete ancora riconosciuto io sono il primo a sinistra, il casco in testa e però, almeno al momento, non ben allacciato.

Avevo quasi diciassette anni e la barba ancora non c’era, quella sarebbe arrivata due anni dopo quando la moto era già bell’e che andata: consumata, distrutta, già svenduta da quel motociclista ignorante e inesperto che ero. In famiglia, purtroppo, non c’erano motociclisti che potessero consigliarmi.

Ciò che mi piace di questa fotografia è che si vede bene quello che già allora, per noi ragazzi molto sprovveduti, era il sogno di diventare dei motociclisti. Non avevamo denaro, non avevamo esperienza, solo qualche fotografia da studiare sui giornali. Ma la necessità e la bellezza di possedere e indossare un casco, quella già c’era; e pazienza se ci potevamo permettere soltanto un casco Everest a scodella, di plastica, o quello che usava papà trent’anni prima per il mio amico Alberto, sulla destra.

E la tuta. La pelle era una cosa da piloti in pista, all’epoca, ma per sentirci all’altezza a noi bastava una tuta di tela, una tuta da meccanico. Non riesco proprio a ricordare dove avessi scovato la mia. E nonostante le scarpe del tutto inadatte, niente stivali all’orizzonte nè guanti di qualsiasi tipo, ci sentivamo dei previlegiati. Così giovane e già motociclista. Guardate che aria di superiorità, che faccia da schiaffi, la mia. E gli altri non ancora motociclisti ma quasi, già pronti con la tuta giusta, già sognanti come Alex in sella alla Gilera.

Magari mi sbaglio, magari è il sentimentalismo, o la nostalgia, a portarmi fuori strada più di quanto la 98 Regolarità potesse fare. Ma nella fotografia vedo lo sguardo di quattro ragazzi piantato dritto nel futuro. In cinquantacinque anni ne sono successe, di cose. Ma una resta particolare: ancora siamo tutti amici e quando ci vediamo parliamo di piloti e di moto.

Editoriale Nico
  • patatino1226
    patatino1226, Fosso' (VE)

    certo che una volta le moto erano davvero brutte! Adesso riesci comunque riesci a comprarti una moto di 6 o 7 anni che è un missile, e con qualche sacrificio si riesce ad andare qualche volta in pista, questo nell'ultimo decennio, prima penso che che la pista fosse possibile solamente aa gente facoltosa. per me, meglio adesso!
  • rosso04
    rosso04, verona (VR)

    Bei tempi Nico. Almeno allora ci si parlava, ci si incontrava si condivideva una grande passione comune.
    Oggi guardo i nostri ragazzi e vedo.. IL NULLA! Buoni solo a passare le ore con gli occhi sullo schermo dello smartphone. Senza interessi, senza passione, senza quella fame di libertà e kilometri che avevamo noi.
    Neppure la gnocca gli interessa.
    Che tristezza Nico...
    Ma sai che ti dico? Che almeno noi ce la siamo spassata alla grande!
    Un abbraccio, e ti auguro un 2021 di piena ripresa: poderosa come un bombardone, entusiasmante come un due tempi, travolgente come il tiro del tuo Laverdone V6!
    Auguri!
Inserisci il tuo commento