Samsung Smart Windshield, il parabrezza del futuro
Si chiama missing out syndrome. Si tratta di quell’impulso a restare sempre connessi per non perdersi nulla (missing out) di quello che avviene sul mondo digitale. Un mondo fatto di social networks, telefonate, sistemi di messaggistica istantanea e quant’altro. Un abuso di strumenti di per sé non dannosi, ma che possono assorbire o distrarre mentre si guida.
Una filosofia se si vuole speculare a quella portata avanti da Samsung, che traduce con il motto “Launching People” un concetto semplice ma efficace spiegatoci da Francesco Cordani, capo del Marketing e Comunicazione di Samsung, che ci ha accolto nel nuovo Samsung District, da quasi un anno – la ricorrenza sarà il 9 aprile – casa di Samsung Italia in una serata guidata dal nostro Nico Cereghini e trasmessa in diretta streaming da Moto.it.
«Il nostro concetto “Launching People” vuole comunicare come gli strumenti diventino rilevanti solo nel momento in cui arrivano nelle mani dei consumatori, mettendoli in grado di fare cose meravigliose» spiega Cordani. «Ma possono essere appunto anche pericolosi, come nell’esempio che vedremo a breve. La distrazione alla guida dovuta ai device che ci permettono cose meravigliose come gli smartphone è un problema molto sentito, a cui abbiamo pensato di dare risposta».
L’esempio a cui fa riferimento è un video realizzato dallo IED in cui una storia di malaugurate coincidenze portano ad un incidente che avrebbe potuto essere evitato “se solo”, questo è il titolo, uno dei protagonisti avesse avuto a disposizione uno strumento come il Samsung Smart Windshield che vedremo stasera.
«Buona parte degli incidenti su due ruote in ambito urbano è causato da persone che utilizzano lo smartphone alla guida» prosegue Cordani. «Una pessima abitudine patrimonio del 20% degli scooteristi e motociclisti, dato che sale al 25% se si inizia a considerare i millennials, ovvero i giovanissimi».
Il progetto, che si inserisce all’interno della piattaforma di comunicazione globale Samsung Launching People, nasce da un’esigenza sociale e dalla significativa collaborazione con talenti e testimonials del mondo delle due ruote fra cui il pilota di Rally e motocross Edo Mossi o Andrea Iannone ed artisti come Jake la Furia (Club Dogo).
L’obiettivo è evidentemente la promozione di un uso più responsabile dello smartphone, perseguito attraverso una partnership con Yamaha, marchio con cui Samsung si trova legato da un’identità di eccellenza e insieme a cui ha allestito un prototipo su base Tricity 125.
Prende quindi la parola per la Casa di Iwata Andrea Colombi, Country Manager di Yamaha Italia. «Quello che vediamo qui oggi è un concept, ma si tratta di tecnologia al servizio della sicurezza» spiega Colombi. «Noi, come Yamaha, siamo impegnati nella realizzazione di prodotti d’eccellenza, che possano far parte e caratterizzare lo stile di vita dei nostri clienti secondo il concetto di Kando, vocabolo giapponese che indica il superamento delle aspettative delle persone. E non facciamo fatica ad immaginare come i prossimi passi dello sviluppo tecnologico saranno sempre più legati alle smart technologies».
«Consideriamo il cliente italiano piuttosto impegnativo, perché ha aspettative molto elevate ed esigenze non banali. Non a caso, il 30% dei veicoli venduti sul territorio italiano è composto da scooter a ruota alta per le condizioni delle strade non eccelse e per particolari dinamiche del pubblico. Il Tricity è un mezzo molto particolare, perché si tratta dell’unico scooter tradizionale che adotta semplicemente una soluzione molto particolare per la sospensione anteriore. il risultato è compatto e maneggevole come uno scooter ma più stabile, come ci si aspetta da un tre ruote».
Riprende la parola Cordani, che finalmente svela lo Smart Windshield. «E’ un parabrezza intelligente, pensato per facilitare e migliorare la mobilità secondo un nuovo concetto di sicurezza stradale. Consente, attraverso un'app specifica, di visualizzare le indicazioni del navigatore, ma anche di visualizzare notifiche che permettano al motociclista di sapere chi lo sta contattando e sotto che forma, in maniera che questi possa decidere se fermarsi e rispondere alla chiamata oppure proseguire mandando un SMS di risposta automatico».
E’ ora il turno di Antonio Bosio, Direttore Products and Solution di Samsung nonché motociclista, come del resto lo stesso Cordani. Bosio racconta un po’ meglio l’attività svolta per sviluppare la soluzione e il ruolo della sua divisione. «Lavoro con circa 50 ingegneri che si occupano dello sviluppo dei prodotti Samsung, ma anche di veicolare verso la Casa madre, in Corea, le esigenze del mercato italiano, diventando così un ponte fra il mercato locale e i centri di Ricerca e Sviluppo coreani».
«Di fatto questa soluzione deve affrontare due temi: la connessione dello smartphone con uno strumento di visualizzazione, che abbiamo ottenuto attraverso la tecnologia WiFi, quella che garantisce le migliori doti di affidabilità. La seconda sfida è quella più importante: sintetizzare e razionalizzare le informazioni per trasmetterle in maniera corretta minimizzando le distrazioni».
Tocca di nuovo a Colombi.
«Con questa soluzione il Tricity sembra completarsi, diventa praticamente perfetto per sicurezza come mezzo urbano. Le due ruote anteriori fanno si che si possa guidare più rilassati, e si può restare connessi come da esigenze dei giovani. Una soluzione perfetta per vivere la mobilità in maniera smart ma anche responsabile. La meni restano sul manubrio, il navigatore indica dove andare senza dover tenere in mano il telefono, lasciando liberi di guardare dove si sta andando».
Una soluzione sicuramente molto interessante, che arriverà in un futuro prossimo ma certo non a brevissimo. Si tratta di un concept, come tiene a sottolineare Cordani, non un prototipo. Il passaggio alla fase prototipale. Poi servirà un altro po’ di tempo perché queste tecnologie siano percorribili a livello produttivo, ma siamo sicuri che non ci sarà tanto da aspettare.
pur intuendo che la questione sia piuttosto delicata sul fronte "visibilità" (sia dell' head-up display che della strada oltre questo) mi pare una soluzione nella direzione sbagliata. Queste tecnologie dovrebbero essere da tempo implementate (e fra l'latro a costi sostenibili proprio per il loro potenziale impatto positivo sulla sicurezza) all'interno dei caschi. Alcuni ci stanno provando (addirittura con l'impiego di riprese video sia frontali che tergali) ma sono troppo pochi. Non c'è nulla da inventare! La visibilità può essere ottimale e secondo la stessa focale con cui osserviamo la strada: il che vuol dire non dover neanche distogliere lo sguardo da essa!.....c'è qualcosa che non mi torna.
Riguardo a questa proposta Samsung/Yamaha....quale mai potrà essere la visibilità di questo schermo sul parabrezza in pieno giorno? E infatti le riprese dei prototipi sono tutte in notturna. E anche in notturna pensate ad avere una buona percentuale del campo visivo, solitamente descrivente la qualità del manto stradale su cui state per poggiare le ruote, oscurata da una luce fantasmagorica! mah......