Vendita Ducati, si allontana l'ipotesi: “VW non ha fretta di cedere asset”
I millesettecento dipendenti Ducati sparsi per il mondo possono forse tirare un sospiro di sollievo vedendo allontanarsi l'ipotesi di una cessione dell'azienda da parte di Audi AG . Di questa volontà di vendita, mai ammessa e a lungo nemmeno commentata dalla proprietà tedesca, sono circolate voci a partire dalla fine di aprile.
Fra i possibili acquirenti interessati all'operazione, che oscillerebbe fra 1,3 e 1,5 miliardi di euro, ci sarebbero cinque nomi fra i quali la Edizione Srl della famiglia Benetton.
Durante questi mesi è però emerso il parere fortemente contrario dei sindacati tedeschi alla vendita di Ducati, molto più di un parere di parte visto che si tratta di organismi istituzionalmente coinvolti nella gestione aziendale. All'interno del consiglio di sorveglianza del Gruppo Volkswagen i rappresentanti dei lavoratori controllano dieci dei venti voti.
Ai primi di agosto altre indiscrezioni hanno riportato come la proprietà facente riferimento alle famiglie Porsche e Piech, ovvero la parte che aveva condizionato l'acquisto di Ducati nel 2012 e che con il 52% delle azioni controlla altri quattro voti nel consiglio, non sarebbe favorevole alla vendita.
Sta di fatto che pochi giorni fa Thomas Sedran, direttore strategico del gruppo tedesco e già a capo della General Motors in Europa, in un'intervista riportata dall'agenzia Reuters ha fatto un po' di chiarezza e rimandando possibili riassetti dicendo che il gruppo è maggiormente focalizzato negli investimenti verso i veicoli elettrici e i nuovi servizi di mobilità che non su eventuali cessioni di asset, peraltro osteggiate dai sindacati.
Dopo essere stata colpita dal dieselgate, lo scandalo delle emissioni truccate in USA, Volkswagen si è trovata ad affrontare costi che potrebbero arrivare a 25 miliardi di dollari e da qui la necessità di far quadrare i conti mettendo anche in discussione divisioni meno strategiche. E' il caso di Ducati ma anche della tedesca Renk, azienda specializzata in sistemi di trasmissione automotive.
Alcune fonti non citate riferiscono peraltro che l'opzione di vendita di una o di entrambe le aziende resta sempre nell'elenco delle possibilità tutt'ora considerate da Volkswagen e dalle banche.
«La dirigenza ha idee chiare su cosa appartiene al core-business e cosa no – ha detto Sedran -. E' perfettamente plausibile che si stia considerando se è giunto il momento di trovare un proprietario più adatto per certe aree di business. Adesso dipende da come il consiglio di vigilanza valuterà le proposte e da cosa vorrà fare».
Ha poi aggiunto come la serie di ipotesi sui possibili cambiamenti è stata «Molto più importante rispetto a quello di cui si è parlato pubblicamente» confermando che i soldi per pagare i costi del dieselgate dovevano essere trovati da qualche parte.
Tuttavia «E' molto più importante discutere dei nuovi settori nei quali l'azienda entrerà. I disinvestimenti sono meno rilevanti».
«Le importanti decisioni su come espandere oppure ottimizzare il portafoglio di un gruppo globale necessitano di tempo e di consenso. Per Volkswagen l'argomento del portafoglio aziendale conta molto ma non c'è fretta». Settembre è alle porte e con quello la scadenza per le offerte vincolanti dei possibili acquirenti.
Nel frattempo a Wolfsburg dovranno esprimersi chiaramente sul futuro di Ducati.
Aggiornamento del 7 settembre 2017
Il quotidiano indiano The Economic Times ha scritto che uno dei cinque attori interessati all'acquisto di Ducati, la Eicher, ha fissato un'offerta oscillante fra 1,8 e 2 miliardi di dollari. Eicher Motors è la società guidata da Siddhartha Lal che già controlla Royal Enfield.
Nella notizia si scrive anche che il consiglio di vigilanza Volkswagen si riunirà il prossimo 29 settembre per valutare le offerte sul tavolo. Come sempre si tratta di indiscrezioni non confermate dalle parti in causa.
Forse non seguite gli eventi in corso da una decina d'anni a questa parte nei comparti assicurativo e bancario nel nostro paese (i due settori da sempre più floridi e privilegiati del terziario nostrano), altrimenti queste strategie e questa precarietà di 'appartenenza' vi sarebbero molto più famigliari.
In questo momento vendere Ducati sarebbe conveniente dal punto di vista dell'immediata disponibilità di denaro, ma produrrebbe un danno d'immagine e reputazionale dagli effetti economici a breve e medio termine probabilmente peggiori.
Proprio per il fatto che VW si trova sotto lo scacco del diselgate, vendere una società satellite in forte ascesa in termini di popolarità, di risultati e di fatturato, darebbe l'impressione ad azionisti e utenti di essere in panico, che la sua situazione sia così compromessa da doversi impegnare gli assets migliori; queste iniziative molto visibili poi, nella testa dei potenziali compratori si declinano nella formulazione di ipotesi circa le strategie non visibili di uguale natura e in una conseguente percezione di qualità inferiore del prodotto: se vendi parti pregiate della tua società perché hai bisogno di soldi, magari stai tagliando anche investimenti e costi riguardo la qualità del prodotto, risparmiando sui materiali, sui controlli, sull'innovazione ecc...
Insomma, il trend attuale di Ducati darebbe adito a troppe speculazioni e complottismi. Forse quando la situazione dell'azienda si stabilizzerà, potranno procedere.
Se vorranno farlo.