Vito Cicchetti: "Stiamo lavorando a una moto da sogno figlia della MotoGP"
Ritiene che il merito del primo posto ottenuto in Italia nelle vendite moto (e scooter al netto della commessa delle Poste di Piaggio) sia parte merito della capacità di Honda di interpretare le necessita' attuali del mercato?
«Honda è complessivamente leader del mercato italiano da vent’anni ormai ma fino al 2011 ci è a volte mancato il singolo primo posto nelle moto e negli scooter. Nel 2012, nonostante la contrazione dei volumi in tutta Europa e in Italia, abbiamo aumentato drasticamente lo share superando Bmw nelle moto e Piaggio negli scooter, escludendo le circa 15mila unità della commessa di Poste Italiane. Il merito è senza ombra di dubbio di Honda. Anticipando problematiche, legislazioni, regolamenti, limiti e gusti del pubblico, abbiamo offerto moto e scooter dagli incredibili contenuti tecnici ma dal prezzo vantaggioso, andando di fatto a rispondere alla domanda attuale del pubblico e mostrando lungimiranza. Ne sono esempi il nuovo SH con ABS, start&stop, consumi bassissimi e vano per il casco integrale, la NC700 da quasi 30km/l e con vano portacasco, anche in versione a doppia frizione. Nel 2016 arriverà l'ABS obbligatorio e siamo già al 90% della gamma disponibile con questo dispositivo. Inoltre, la nuova patente A2 entra in vigore il 19 gennaio e abbiamo già moto pensate esattamente per questa potenza, non delle depotenziate. E' un segnale di quello che Honda sa fare: ingegneria sopraffina ma con un'attenta analisi del mercato e degli scenari internazionali, ovviamente rispettando i gusti degli appassionati».
Come ha potuto reagire così velocemente Honda nel progettare e produrre prodotti attuali con prezzi e consumi contenuti ma innovativi a livello di tecnologia?
«Il perdurare della crisi economica mondiale, soprattutto nell'area europea, era stata prevista con anticipo. Già nel 2007 era chiaro che gli anni a venire avrebbero avuto il segno meno davanti ai volumi di vendita. In momenti di crescita, quando il potere d'acquisto lo permette, si possono offrire nuovi modelli puntando quasi solo sulle prestazioni, andando a spingere soprattutto sul fattore emozionale, perché in quei momenti i fattori più razionali passano in secondo piano. Le nostre analisi di mercato e di scenario, indicano invece da qualche anno che i valori cardine di Honda, come l'affidabilità, la qualità, le prestazioni, sono rimasti un punto fermo, ma a questi si sono affiancati la sicurezza, l'efficienza dei consumi, il valore della tecnologia utile, la tenuta del valore dell'usato. Analizzando quest’ultimo fattore con attenzione, si nota che negli anni l’utenza ha verificato che anche se l’acquisto finale qualche volta può costare qualche punto percentuale in più di alcuni modelli concorrenti, dopo 2-4 anni il valore di una Honda usata spesso è sensibilmente più alto».
SH, uno dei cavalli di battaglia, ha ricevuto un grande apprezzamento premiando la scelta di innovare ma mantenere un prezzo simile all'anno scorso.
«Abbiamo voluto dare un preciso segnale ai clienti italiani. Il nuovo SH ABS ha un prezzo così competitivo soprattutto in Italia, infatti negli altri paesi europei costa di più, perfino in versione senza bauletto e parabrezza. L'SH è un'icona del mercato italiano, con un tasso di penetrazione incredibile. E' amatissimo ed è da sempre molto desiderato. Era nostra precisa intenzione ringraziare e premiare i clienti italiani con un prezzo particolarmente appetibile. Tuttavia non abbiamo certo rinunciato alla qualità del prodotto, che è e rimane inimitabile, la massima espressione tecnologica del commuting urbano. L’ABS di serie è stato accolto benissimo dai clienti ed è molto apprezzato per la sensazione di sicurezza che trasmette. E poi è il punto di partenza di uno scooter che ha di serie tantissimi plus, come lo Start&Stop, consumi bassissimi, il vano per un casco integrale, bauletto e parabrezza di serie, doppio cavalletto, eleganza, qualità ineguagliabile e ovviamente prestazioni ottime».
Qual'e' il grado di soddisfazione che rilevate sui clienti che scelgono il cambio automatico sequenziale sulla serie 700?
«La soddisfazione maggiore la otteniamo con gli scettici. Molti motociclisti si avvicinano alle nostre moto 1200 e 700 con cambio a doppia frizione con l'atteggiamento di chi tanto non si farà mai convincere. Fanno la prova e quando tornano hanno il sorriso che gli esce dal casco. Il cambio sequenziale a doppia frizione è il futuro del cambio motociclistico, perché è efficacissimo, divertente e non toglie nulla al piacere di guidare la moto. Sull'Integra il problema non si è posto, perché avendo l'aspetto di un maxiscooter è stato acquistato con la consapevolezza di entrare in possesso di un veicolo con cambio automatico, seppure a 6 rapporti gestiti elettronicamente. Al momento la domanda per questo tipo di cambio, sui modelli offerti anche con cambio tradizionale, è del 50% e puntiamo al 70% entro il 2013. Il livello di soddisfazione è altissimo. Da una indagine effettuata sui nostri clienti abbiamo rilevato che il 70% lo ha comprato dopo averlo provato e che il 99% di chi lo possiede lo suggerisce».
Come si spiega la presentazione di alcuni vostri nuovi modelli derivati dai mercati asiatici, lontano dalle fiere?
«Alcuni nuovi modelli Honda, quelli di cilindrata medio/piccola in particolare, sono prodotti pensati per il mercato globale. Creare modelli che possono essere appetibili per diverse regioni del mondo ci permette di incrementare i volumi e massimizzare le economie di produzione per essere più efficienti e quindi più competitivi. Questo nuovo indirizzo è cominciato con il PCX ed è proseguito con il Vision, con la CBR250R e oggi con le nuove CB500. Anche la nuova divertentissima MSX125 fa parte di questo filone. Sono modelli dalle qualità eccellenti e dai prezzi competitivi perché anche l'approvvigionamento dei componenti è su scala globale. Ovviamente però alcuni di loro hanno mercati di riferimento diversi, e quindi viene data maggiore enfasi al lancio locale. Se per noi era ovvio presentare il Forza 300 C-ABS ad Eicma, per l'MSX125 era ovvio dare la precedenza alla Thailandia e per la Gold Wing agli Stati Uniti. Ma l’Italia e l’Europa sono comunque importantissime, basti pensare che la nuova F6B, che ha come mercato di riferimento sempre gli Stati Uniti, è stata comunque presentata ad Eicma. Ad ogni modo presentare le tantissime novità di Honda degli ultimi anni tutte ad Eicma avrebbe significato svalutarne l'impatto. Meglio distribuirle durante l'anno».
Honda è storicamente anche emozione. Avete annunciato di tornare a questo tipo di moto, cosa ci potete anticipare del progetto della nuova supersportiva stradale derivata dalla MotoGP?
«Non necessariamente creare emozione vuol dire progettare una supersport. Comunque sì, stiamo lavorando a una moto da sogno con tecnologia MotoGP. Il motore sarà ovviamente V4 da 1000cc e rappresenterà il riferimento assoluto in termini di prestazioni globali, sia per il motore che per la ciclistica. Come ha anticipato il presidente dell'HRC Tetsuo Suzuki, rappresenterà la base per partecipare alle competizioni mondiali, grazie ad un kit racing di altissimo livello che la trasformerà in una vera moto da competizione. Il prezzo base della moto sarà più alto di una supersportiva come la nostra bellissima Fireblade, ma non elitario in senso assoluto. La CBR1000RR resterà comunque normalmente in vendita perché rappresenta ancora oggi in assoluto la migliore superbike con cui divertirsi pienamente anche su strada».
Dopo aver affrontato alcuni problemi, quanto conta oggi Atessa nella produzione globale Honda?
«La Fabbrica di Atessa diventerà via via il polo europeo per la produzione commuting, che non vuol dire solo scooter. Confluiranno qui in Italia nuovi modelli perché la Casa Madre conosce bene il valore della qualità Honda Italia. E' una delle migliori fabbriche Honda nel mondo, grazie non solo all'alta tecnologia applicata alle linee produttive ma anche alle capacità della forza lavoro. Il ridimensionamento è stato purtroppo necessario perché con volumi di vendita in calo in tutta Europa non era più sostenibile un assetto pensato per costruire 200mila veicoli l'anno. Tuttavia resta il fiore all'occhiello di Honda in Europa per quanto riguarda la produzione a due ruote, e continuerà ad esserlo, perché l'Europa è il riferimento mondiale per le future tendenze e per il pubblico particolarmente esigente. L’Italia poi rappresenta sempre il 30-40% dell’immatricolato in Europa e l’obiettivo è di rafforzare la nostra presenza».
al n. 10
Da Hondista dico...
... ma le ultime moto non sembrano fatte per il gusto europeo-italiano...
Non vi sembra?