Yamaha amplia la gamma ABS
È ormai risaputo che i motociclisti italiani siano i più “freddini” in assoluto riguardo ai sistemi frenanti dotati di ABS su moto e scooter. Di conseguenza, nonostante la solita BMW abbia lanciato il sasso addirittura nel lontano 1988 (festeggiando nel 2009 la sua milionesima moto dotata dell’importante congegno, attualmente presente su un buon 70% della sua produzione) gli importatori italiani delle varie Case motociclistiche per lungo tempo ci hanno pensato su un bel po’ (spesso guardandosi bene dal farlo…) prima di portarsi in casa le versioni con ABS di modelli pur molto diffusi qui da noi, sapendo benissimo che avrebbero faticato a venderli.
Da qualche anno, tuttavia, le cose stanno cambiando abbastanza rapidamente in questo importantissimo settore, dove le auto invece sono avanti da un bel pezzo. Tant’è che stiamo vedendo sofisticatissimi impianti frenanti con ABS anche sulle velocissime supersportive (ha iniziato Honda un paio d’anni fa, seguita da BMW e Kawasaki, cosa che fino a qualche anno fa ci avrebbe fatto rabbrividire) e tutti i costruttori stanno ormai incrementando progressivamente il numero di modelli dotati di ABS, con l’evidente obiettivo di arrivare a coprire tutta la gamma.
Ma sembra che anche noi italiani ci stiamo pian piano sensibilizzando sempre più su questo argomento che all’estero invece è ben più apprezzato da un bel po’ di tempo.
Del resto, non è affatto escluso che anche su moto e scooter, come da anni è per le auto, l’importante accessorio non diventi prima o poi obbligatorio.
Stilando una rapida biografia sulla vita di questo dispositivo di sicurezza fondamentale per il mondo dell’automotive, ricordiamo che Robert Bosch già nel 1936 brevettò (col n° 671925) un “dispositivo per incollaggio freni”. Ma già nel 1950, quando con l’avvento dei jet la velocità di atterraggio iniziò ad aumentare sensibilmente, iniziarono a comparire sugli aerei i primi sistemi ABS gestiti elettronicamente. Fra le auto fu la Mercedes-Benz a far debuttare sulla Classe S l’ABS elettronico, ma solo nel 1978, mentre la prima autovettura italiana ad utilizzarlo fu la Lancia Thema, nel 1984.
Yamaha pioniera
Andando a ritroso nel tempo, in ogni caso, la Casa giapponese più coraggiosa in questo senso è stata la Yamaha, che poco dopo la BMW, cioè nel 1991, dotò dell’ABS la sua FJ1200A. Dopodiché il dispositivo comparve anche sulla rivoluzionaria GTS1000 che esordì nel ’93 (e che già allora, lo ricordiamo, era dotata di iniezione elettronica e catalizzatore). Non solo: nel ’98 la Casa di Iwata fu la prima a montarlo su uno scooter, il celebre Majesty 250 DX, per poi diffonderlo su altri modelli destinati al mercato europeo.
L’ultima evoluzione dell’ABS secondo Yamaha risale alla fine del 2007: si tratta di un sistema lineare dotato di nuove valvole a solenoide (2), gestito da centraline a 32 bit che consentono 15 correzioni di frenata al secondo contro le 3 dei vecchi sistemi, con in più la bidirezionalità di dialogo tra impianto frenante e centralina, per la massima rapidità di informazione e di conseguente reazione.
Nella gamma attuale, troviamo l’ABS di serie sulle “ammiraglie” FJR1300, V-Max 1700 e Super Ténéré 1200, fin dagli inizi. Ma ritenendo che i motociclisti italiani stiano appunto maturando sempre più, e quindi siano più pronti ad affrontare un sovrapprezzo tutto sommato non esagerato rispetto ai notevoli benefici offerti in termini di sicurezza attiva, ecco che Yamaha Motor Italia ha appena presentato le sue quadricilindriche naked e sport-tourer – FZ1 ed FZ8 standard e Fazer, ma anche le XJ6 Diversion e Diversion F - anche nelle versioni con l’ABS, con un supplemento massimo sul prezzo standard di 500 euro. Va tuttavia sottolineato proprio alla fine del 2007 l’ABS comparve come optional sulle FZ1 1000 standard e Fazer, che però solo quest’anno si è deciso di importare anche in Italia. Questo benedettissimo ABS, insomma, a tuttoggi è presente sul 45% del venduto di Yamaha Motor Italia. Ma lo troviamo in opzione anche sul 75% del suo venduto scooter, specificamente su T-Max, Majesty 400 e X-Max 125 e 250. Nel caso degli X-Max, il supplemento richiesto sul prezzo standard è di 400 euro.
Progetto nippo-americano
I più recenti sistemi ABS di Yamaha sono nati in collaborazione con l’americana ADVICS di Lebanon, Ohio (specialista a livello mondiale nel settore auto motive, in particolare per quanto riguarda gli impianti frenanti), che ha realizzato centraline – di derivazione automobilistica – ed unità idrauliche. Quello che equipaggia le FZ1 appartiene dunque alla generazione immediatamente precedente rispetto a quello montato sulle FZ8 e Diversion. Gli impianti in questione adottano ruote foniche magnetiche, con 44 poli sulla FZ1, e 88 sulle altre. Gli impulsi forniti dalle ruote foniche ai sensori vengono analizzati dalla centralina ogni 8 millisecondi sulle FZ1, e ogni 6 sulla più recente configurazione montata sui modelli da 800 e 600 di cilindrata. Tali dati vengono utilizzati per calcolare le velocità di rotazione delle rispettive ruote e la velocità di decelerazione del mezzo: quando quest’ultima scende sotto
un valore, la centralina è programmata per rilevare immediatamente lo slittamento ed il bloccaggio, governando di conseguenza i sistemi relativi idraulici; i quali riducono la pressione sui freni fin quando si scende sotto al livello di bloccaggio, per poi ripristinare – e logicamente mantenere – i valori prestabiliti. Inoltre l’impianto delle FZ1 è tarato in modo più sportivo, visto che si tratta di moto da 150 cavalli (quindi più veloci e adatte a utenti più esperti) rispetto a quello dei modelli meno prestanti. Da notare che l’ABS di Yamaha non agisce in base alla perdita di aderenza di una o di entrambe le ruote, ma capta la differenza di velocità tra una ruota e l’altra in fase di frenata per arrivare a calcolare il coefficiente percentuale di slittamento, in base al quale regolare di conseguenza la sua azione. Insomma, finché non si frena, la velocità del veicolo è rilevata sulla ruota anteriore; frenando, il sistema percepisce subito la differenza di velocità tra le due ruote, e inizia a lavorare di conseguenza in base al coefficiente di slittamento. Naturalmente si può gestire la frenata in modo che sia più pronta, con spazi di frenata più brevi (classico effetto panico, per usare un esempio al limite) e magari con la moto che si muove un po’, oppure più diluita gestendo a piacimento gli spazi di frenata senza che la moto si scomponga. Il dispositivo è simile a quello della stessa Super Ténéré, sulla quale però gestisce anche il lavoro dell’impianto frenante combinato.
I prezzi delle nuove Yamaha con ABS, e la sorpresa….
Le Yamaha FZ8 e Fazer8 godono di un rapporto qualità/prezzo piuttosto interessante
rispetto alle prestazioni globali offerte. Per loro sono anche disponibili il silenziatore Akrapovic in carbonio (listino 629 euro) e i kit di accessori Sport e Touring.
Il primo, previsto per entrambi i modelli, comprende le frecce a led, il porta targa snodabile e scomponibile alleggerito e il puntale sotto al motore in tinta con la carrozzeria, per un costo totale di 341 euro. Il kit Touring, dedicato alla sola Fazer8, è invece è composto da portapacchi, bauletto in tinta da 46 litri e parabrezza maggiorato: il suo prezzo è di 326,40 euro.
Ed ecco la sorpresa anticipata nel sommario: chi acquisterà una di queste due moto entro il 31 maggio prossimo, riceverà sia il silenziatore Akrapovic che uno dei due kit a scelta, compresi nel prezzo. Da notare che i modelli con ABS sono già dotati di sperone inferiore, però nero goffrato, non verniciato.
Ed ecco i prezzi dei nuovi modelli, franco concessionario (tra parentesi quelli delle versioni standard) :
Yamaha XJ6 Diversion ABS : 7.390 euro (6.890)
Yamaha XJ6 Diversion F ABS: 7.790 euro (7.290)
Yamaha FZ8 ABS: 8.690 euro (8.190)
Yamaha Fazer 8 ABS: 9.190 euro (8.690)
Yamaha FZ1 ABS : 11.190 euro (10.690)
Yamaha FZ1 Fazer ABS: 11.690 euro (11.190)
Non si capisce niente