Yamaha DB40: sono già passati 40 anni dal primo Deltabox?
Anno veramente denso per Yamaha, questo 2023: non soltanto sono 25 anni dall'apparizione sul mercato di una delle pietre miliari della prodzione mondiale come la YZF-R1, non basta che siano passati 40 anni dal debutto della Tènèrè, ma è anche l'anno che segna i 4 decenni dall'introduzione di un'evoluzione telaistica di primo piano come il telaio Deltabox. Per capirci, il telaio formato da due travi (in genere in alluminio) che congiungono in modo pressochè diretto il cannotto di sterzo con il perno del forcellone, una soluzione direttamente mutuata dalle corse dove fece la sua prima apparizione con la mitica YZR500 OW61 del 1982, una moto che non soltanto adottava questo nuovo schema telaistico ma che era anche la prima GP 500 cc ad adottare il motore 4 cilindri a V e che - alternata alla più convenzionale OW 60 - portò Kenny Roberts al quarto posto nel mondiale.
Ma erano soltanto i prodromi di una carriera sfavillante, sia nelle competizioni che nelle moto destinate alla strada. Nomi come quello dello stesso Roberts, Lawson, Rayney, Cadalora o Sarron, soltanto per citare alcuni dei più brillanti alfieri Yamaha nella classe regina, portarono il Deltabox alla vittoria in 500 cc e, per quanto riguarda la sua carriera sulle moto targate, il Deltabox venne adottato a partire dalla YZR 250 di metà anni '80, moto scarsamente diffusa in Europa per ragioni di contigentamento delle importazioni ma dalle nostre parti abbiamo imparato ad apprezzare il Deltabox grazie a veri e propri capisaldi della produzione moderna come la YZR 1000 o la meravigliosa OW01, per non parlare della iconica YZF-R1!
Una caratteristica tecnica che ha fatto quindi da spartiacque tra i telai a traliccio e quelli bitrave, motivata - come è facile sospettare - da scelte non soltanto di marketing ma anche di efficacia in pista.
Ora, a 40 anni dalla sua introduzione, Yamaha ha deciso di celebrare il Deltabox (che si chiama così perché se lo osservate in pianta ha la forma della lettera greca delta) con una special che ha fatto il proprio debutto al Goodwood Festival of Speed con in sella Niall Mackenzie, pilota della YZR 500 negli anni '80 (con un settimo posto finale nel 1989 sulla YZR500 dotata di Deltabox del Team Agostini e con un certo Freddie Spencer come compagno di squadra), papà di Tarran e Taylor, figli d'arte.
Più che special forse è però il caso di parlare di prototipo: la DB40 è costruita sulla base tecnica della XSR 900 (sembra che solo il forcellone sia diverso, appena più lungo per esaltare la stabilità) e un'estetica che ha certamente qualche debito con tutta quella serie inconfondibile di sportive Yamaha come la TZR 250, TRX850 e via citando gli - indimenticabili - anni '90.
La cosa che ci fa più pensare è che ormai da almeno un paio d'anni attendiamo una YZF-R9;ne abbiamo parlato tante volte, sembrava sempre più vicina ad essere presentata e invece siamo sempre stati smentiti: questa DB40 celebrativa dei 40 anni del Deltabox potrebbe invece essere la moto che annuncia e precede quella che sarebbe l'anello di congiunzione tra le sportive stradali di Yamaha.
Se infatti escludiamo la R6 non più omologata per uso stradale, attualmente la line-up di Yamaha passa dalla R7 da meno di 80 cv alla R1 da olte 200 cv, e una R9 da 120 cavalli non sarebbe poi così azzardata... anzi: una sportiva umana nelle potenze, nell'impostazione di guida e nei costi - e perlopiù dotata del magnifico motore CP3 tre cilindri, dalla spiccata personalità - potrebbe ingolosire molti motociclisti che oggi desidererebbero una moto sportiva ma si trovano orfani di modelli intermedi e non estremi. Senza dimenticare che se venisse mantenuta la radice anni '90 del design (come già ampiamente fatto con la XSR 900 2022) ci sarebbe un forte richiamo alla heritage di Yamaha e alla storia nei GP della Casa di Iwata.
Un'ulteriore possibilità sarebbe anche quella invece che la DB40 sia prodromica all'ipotetica XSR GP: il nome è già stato registrato circa un anno fa e in questo caso più che una moto totalmente nuova ci aspetteremmo un'allestimento più sportivo della XSR 900, con carenatura e semimanubri... guarda caso proprio come la DB40.
A parte tutte le nostre supposizioni, la DB40 è un prototipo in profondo debito con gli anni '90, dall'estetica alla posizione di guida, fino al pilota che l'ha portata al debutto: c'è spazio nel mercato per una moto così personale? Secondo chi scrive sì: una modern classic di stampo sportivo come la Triumph Speed Triple RR o - fatti i dovuti caveat - la MV Agusta Superveloce, potrebbe avere certamente il suo spazio all'interno del listino Yamaha e chissà che non porti altri e nuovi adepti nel mondo delle moto sportive oggi un po' meno popolare di quanto non fosse soltanto 10 anni fa.
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Feiber, Acqui Terme (AL)Sulla R9 ho smesso di credere. Speravo arrivasse nel 2023 e invece nulla. Ho comprato altro dopo due anni di attesa. Una XSR GP 900 a me non interesserebbe, non amo le modern classic. Avrei preferito di gran lunga una R9.