La Yamaha XJR è una di quelle rare moto assurte ad icona. Di quelle che pur cambiando, con il passare del tempo, restano sempre fedeli a sé stesse tanto da vantare grandi longevità e status di culto presso gli appassionati. Yamaha ne è ben cosciente, tanto da averla inserita nella sua famiglia Sport Classic in cui ha riunito i suoi modelli di culto.

Lo sa bene anche Alessio Barbanti, uno dei fotografi più quotati del settore motociclistico, che amando il look dell’imponente quadricilindrico raffreddato ad aria – e le sue prestazioni, soprattutto in termini di coppia ed erogazione – ha scelto proprio una Yamaha XJR 1200 del 1995, ancora nella versione a carburatori, come base per la sua… special di tutti i giorni.

La trasformazione non ha quindi portato ad un’estremizzazione della moto, che doveva restare versatile e con sella biposto: tutti i lavori sono stati pensati e pianificati per migliorare l’aspetto estetico senza penalizzare – anzi, possibilmente migliorando – l’aspetto dinamico.

Gran parte del lavoro è andato nello snellimento del codino e della sella, la zona che meno piaceva al proprietario nella versione di serie; il resto delle modifiche ha comportato la sostituzione di componenti tecniche utilizzando pezzi e materiali pregiati per migliorare la dinamica di guida. E far dimagrire la XJR, che ha subito una dieta che l’ha portata a perdere più di 20 chili rispetto al modello originale.

Le parti realizzate ex novo da Deus sono il codino e il parafango anteriore, entrambi in alluminio e fatti a mano; lo scarico, altro esemplare unico, è stato creato da SC Project. Si notano i cerchi in alluminio forgiato Type R della giapponese GaleSpeed, messi in risalto al posteriore dalla colorazione nera del forcellone.

All’avantreno impianto frenante completo e forcella sono stati sostituiti da unità prelevate da un modello 2014, con trattamento TiN degli steli a colorazione nera. Le piastre di sterzo sono unità in alluminio ricavate dal pieno anodizzate nello stesso colore realizzate da Racingpartsclassic, con comandi al manubrio (comprese pompe dei comandi freno e frizione) nuovi, contrappesi manubrio Lightech e manubrio stesso anodizzato nero a sezione variabile sul quale spicca la strumentazione Acewell ACE 4XXX.

La posizione di guida viene completata da pedane in alluminio ricavate dal pieno (anodizzate nere, per restare in tema…) realizzate da Discacciati. Dulcis in fundo, la verniciatura bicolore con effetto alluminio spazzolato è stata realizzata da KaosDesign

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