Bultaco Brinco
La Bultaco ha vissuto un passato glorioso, dalla sua nascita (1958) sino all’anno in cui terminò la produzione. Merito del fondatore e delle sue intuizioni geniali. Don Paco Bultó vinse 9 titoli mondiali e 24 nazionali nella velocità, nella regolarità e nel trial, dove sbaragliò i rivali inglesi portando alla vittoria i leggeri motori a due tempi. Cambiò il mercato e vendette oltre 250.000 moto in tutto il mondo. Il nipote di don Paco, Daniel Oliver Bultó (ex pilota della Superbike e tester delle Aprilia del Motomondiale), ci racconta la storia dell'azienda nel video sotto.
L’amore per Bultaco è ancora vivo, anche in Italia dove ci sono tantissimi estimatori e collezionisti delle moto catalane.
Nel 2014 è stata comunicata la rinascita del marchio. Oggi, nel 2015, siamo qui a raccontarvi come funziona la prima moto della Bultaco della nuova era.
Lo diciamo subito, a scanso di equivoci: non è la solita operazione furbetta, che vede un nobile logo europeo appiccicato su una moto prodotta in Asia. È un progetto nato e cresciuto in Spagna, alle porte di Barcellona, fedele all'estro di don Paco. Come 50 anni fa Bultaco puntò sull’innovazione del motore due tempi per rivoluzionare il mercato, così oggi la Casa iberica punta sul motore elettrico e sul motore ibrido (nel futuro prossimo) per tornare protagonista.
Lo fa con una ricetta innovativa, che va oltre le moto elettriche provate sino a oggi. La Brinco che vi presentiamo non è infatti né una moto elettrica (come la KTM Freeride E o la Tacita) né una bici a pedalata assistita.
Gli ingegneri spagnoli la definiscono moto-bike: si presenta con una struttura simile alle bici da down-hill, ma ha un potente motore elettrico nel mozzo che la spinge a 60 km/h. Il pacco batteria garantisce una autonomia superiore ai 50 km e variabile a seconda della voglia che il pilota ha di pedalare (si va dai 30 km solo elettrico a 100 con la spinta delle gambe).
Ci sono infatti i pedali e il classico cambio da bici a 9 rapporti. A conti fatti, la Brinco va come una down-hill in discesa, ma pure in salita!
Il motore ha infatti 2 kW e una coppia esagerata, pari a 60 Nm. La batteria si toglie in pochi secondi e si ricarica completamente in meno di tre ore.
Il prezzo in Spagna è pari a 4.800 euro. La vendita online è già iniziata e su 175 moto-bike disponibili ne sono rimaste circa 30 a questo indirizzo.
I programmi di Bultaco
La Brinco è costruita nello stabilimento posto a pochi metri dal circuito di Montmelo, vicino a Barcellona. A pieno regime saranno prodotte 90 moto al giorno da 50 operai. Nelle intenzioni di Juan Antonio Garvía, General Manager, Bultaco punta a vendere 10.700 pezzi entro il 2018. Dopo la moto-bike, arriveranno infatti le moto elettriche (guidate dalla nuova Rapitàn) e inediti veicoli ibridi, che utilizzeranno il motore a scoppio con funzione di range-extender.
Bultaco sta facendo le cose molto seriamente. Lo dimostrano le maestranze impiegate a Barcellona. Nello staff troviamo infatti dirigenti e progettisti con un elevato background nell’automotive. José González, Responsabile Design, ha lavorato in passato con Galluzzi ed è uno dei designer oggi più quotati. Alessandro Bifano, Responsabile Marketing e Comunicazione, ha coperto ruoli di primo piano in Piaggio e in Derbi. Solo per citarne alcuni, perché di lavoro in Bultaco se n’è fatto molto.
L’azienda ha brevettato infatti l’Adaptcontrol, il controller per veicoli elettrici designato come tecnologia innovativa dall’Unione Europea, che ha supportato il progetto con il programma Horizon 2020.
Si tratta di un sistema modulare adattabile a tutti i tipi di motori elettrici. Innovativa sarà anche la distribuzione della Brinco. Non ci saranno importatori, ma una serie di rivenditori autorizzati in tutto il mondo, con un filo diretto con la Casa. Presto apriranno anche store dedicati, che venderanno due ruote ma anche prodotti legati al marchio. I primi negozi nasceranno in Spagna, ma saranno presto seguiti da Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Nord America.
Brinco. Com’è fatta
Il telaio è interamente in alluminio. Il peso complessivo con la batteria è di 39 kg. La forcella rovesciata ha un’escursione di 180 mm, che diventano 217 dietro grazie al monoammortizzatore. Il freno anteriore a disco ha 4 pistoncini e un diametro di 203 mm (lo stesso della ruota posteriore). Le ruote sono da 24 x 3.0” pollici.
Brinco unisce i pedali con un motore con una potenza nominale di 2 kW. Il cambio ha nove velocità, che diventano diciotto grazie alla tecnologia overdrive. Nel mozzo centrale c’è infatti un sistema a cambio epicicloidale che aumenta il rapporto di trasmissione; per inserire l’overdrive bisogna premere col tallone il pulsante situato sull’asse dei pedali.
La strumentazione ha uno schermo a led che indica la velocità, la temperature del motore, il contachilometri totale e parziale, il livello della batteria. C’è persino il sistema keyless che funziona avvicinando un braccialetto al veicolo.
E, come una vera moto, la Brinco possiede tre riding mode (sport, turismo, eco) che ottimizzano le prestazioni in funzione dell’autonomia o del divertimento alla guida; c’è anche una funzione cruise da usare quando si vuole stabilizzare la coppia erogata dal motore elettrico (ad esempio su lunghi rettilinei).
All’atto pratico la Brinco si guida come una moto, ha l’acceleratore sulla manopola di destra e i freni disposti in modo tradizionale (anteriore sulla leva di destra, posteriore su quella di sinistra).
La prima moto-bike desta qualche perplessità, quando si va a considerare la sua omologazione. Non essendo a pedalata assistita (e superando di gran lunga i 25 km/h fissati per queste dalla legge), non rientra in questa fortunata categoria di veicoli privi di copertura RC obbligatoria e bollo.
Ma va ben oltre la normativa che comprende i ciclomotori con limite di 45 km/h (per i quali è ovviamente richiesta la patente, ma anche l’assicurazione).
In futuro arriverà una versione della Brinco omologata entro i 45 km/h (con targa, luci e specchietti) e costerà 5.500 euro.
Di fatto oggi la Brinco è una moto elettrica destinata a essere usata solo in aree chiuse (al pari della classica moto da cross per capirci).
È una scelta che rischia di limitarne la diffusione. La Brinco è concepita come un mezzo di puro svago, ma è un peccato che oggi non ci si possa spingere anche sulle strade pubbliche nel rispetto della normativa vigente. Di contro il prezzo è interessante, di gran lunga inferiore rispetto alle classiche moto elettriche, e pari a quello di una buona bici da down-hill.
La nostra prova
Chissà se anche i trialisti in sella alle prime Sherpa a due tempi degli anni 60 avranno provato le nostre emozioni. In effetti la Brinco, che pur si presenta con le fattezze di una mountain bike (appesantita), è qualcosa di veramente nuovo. Prendi posizione, metti i piedi sui pedali e dai gas!
La Brinco prende velocità molto rapidamente e in pochissimi secondi i 60 Nm la portano a 40 km/h. Un po’ di pazienza ancora e si arriva ai 60 orari promessi da Bultaco. Ma è molto più divertente spingere sui pedali, in questo modo la Brinco è davvero rapida e corre veloce anche in salita.
Ve la immaginate una down-hill su una pista da motocross? Tutto bene, finché si scende, ma poi in salita hai voglia di pedalare. Invece la nuova moto-bike della Bultaco corre sui saliscendi di Montmelo a 50 orari come se nulla fosse. Le sospensioni, completamente regolabili, sopportano le buche e i salti con piglio enduristico e la frenata ha la potenza che serve. Occorre solamente un po’ di attenzione in uscita di curva, quando si gira tutto l’acceleratore e la coppia del motore mette in crisi i tasselli laterali dei pneumatici, evidentemente studiati per sopportare la modesta potenza muscolare dei ciclisti.
La Brinco fa sentire il suo peso solo da fermo o a batteria scarica, quando i 39 kg mandano in ebollizione quadricipiti e polpacci. Di contro pesa comunque infinitamente meno delle moto elettriche che conosciamo e ha un’autonomia interessante.
Se si pedala poco o niente, permette di coprire 30 chilometri. Ma se si vuole restare in forma, basta lavorare un po’ con le gambe per portare l’autonomia a 80 e passa chilometri.
La Bultaco si rivela così adatta a un pubblico molto trasversale. Piace allo smanettone, che può correre sulle piste (perfetti i fettucciati o i percorsi da minicross) o nei boschi nel silenzio più assoluto. Ma è perfetta anche per il pubblico femminile o poco allenato, che potrà affrontare tragitti lunghi e pendenze massacranti grazie alla spinta del motore elettrico.
Rimane il limite dell’omologazione della Brinco. Vincolarla alla aree chiuse potrebbe limitarne la diffusione, e sarebbe un vero peccato. Per questo non vediamo l'ora di provare la versione stradale, prevista per la fine del 2015.
Non è nè una MTB nè una moto, al massimo è un trial elettrico.
Il problema è che come MTB verrà criticata da chi pedala (ben diverso dall'avere la manetta del gas, garantisco) e anche da chi gira con le moto in quanto non è una vera moto e ha (ancora) poca autonomia.
E poi il nostro paese ha leggi bellissime che aiutano tantissimo queste novità, sia tappandole, sia incentivando l'ecologia.
Grazie Italia, non ti smentisci mai.