Honda Neo Sports Cafè: l'eleganza è di famiglia
Cinquant’anni fa, Honda decise di cambiare il mondo. Nel 1969, infatti, la Casa dell’ala dorata presentò la prima CB 750 Four e definì per sempre lo schema tecnico delle moto giapponesi. Già, perché sebbene la stessa Honda, successivamente, abbia fatto del V4 la sua bandiera, quella prima quadricilindrica in linea trasversale fece proseliti, arrivando a creare l’acronimo UJM - Universal Japanese Motorcycle, con cui gli anglofoni definirono lo schema tecnico che ha contraddistinto la maggior parte della produzione nipponica da allora a oggi.
Una ricorrenza importante, che anche qui da noi è stata festeggiata allestendo una monografica a Motodays - sullo zerbino di casa di Honda Italia - e dedicando alla nuova CB1000R, la più recente ammiraglia nella stirpe delle Honda CB, una versione limitata della CB1000R+, con un allestimento più raffinato e una livrea che più Honda non si può.
Ma non esiste solo la CB1000R. Honda ha creato una vera e propria famiglia con il nome di Neo Sports Cafè, che parte dalla 125 dedicata ai sedicenni, passa per le più adulte 300 e 650 (la prima costituisce la scelta d’elezione per i neopatentati A2, la seconda è disponibile in versione depotenziata e può accompagnarli più avanti) e raggiunge il culmine, appunto, con la "quattro cilindri" da un litro.
Una famiglia accomunata da tratti somatici comuni, da stilemi che ne uniscono le componenti in un unico filo conduttore, definiti da quel concept Honda CB4 che la Casa di Tokyo ha presentato al Salone di Milano 2015 e che, di fatto, ha anticipato le linee dell’attuale CB650R. Poi è stato il turno di un altro concept - definito appunto Neo Sports Cafè - arrivata qualche settimana dopo ad EICMA 2017, occasione in cui abbiamo capito la portata dell’operazione.
Honda, infatti, nella stessa occasione ha affiancato all’ammiraglia la CB 125R e la CB 300R, definendo quella famiglia di cui parlavamo in apertura. Una famiglia in cui però mancava qualcosa. Troppo ampio il salto fra la 300 e la 1000, e un po’ troppo trascurata la vecchia 650, che da tempo languiva un po’ nell’ombra. Detto, fatto: al salone di Parigi 2018 arriva la nuova CB 650R.
Dopo averle provate una per una, nelle rispettive presentazioni stampa e in diverse comparative (trovate qui quella di cui è stata protagonista la CB1000R e qui quella con la CB 650R) le abbiamo rimesse insieme tutte quante, per riparlarne in occasione della ricorrenza in apertura e per rinfrescarci la memoria. Vi rimandiamo, naturalmente, alle prove singole per approfondire le caratteristiche di ogni singolo modello.
CB 125 R
La ottavo di litro Honda CB 125R è stata presentata in contemporanea all’ammiraglia, a EICMA 2017, suscitando subito grande interesse. L’abbiamo provata qualche mese dopo, gustandone subito il motore monocilindrico - limitato dal codice nella potenza, ma con una bella erogazione, una parsimonia nei consumi sensazionale, ma soprattutto una leggerezza da riferimento di categoria, con un peso in ordine di marcia coincidente con la cilindrata.
Facile e accessibile (la sella si trova a soli 816 millimetri da terra) la CB 125R è naturalmente adatta ai sedicenni, che possono godersi un mezzo con ciclistica solida, ben frenata - c’è l’ABS - ma soprattutto finiture di livello ben superiore alla media (ma attenzione, il silenziatore Termignoni che vedete nel video è optional....) con tocchi, come il faro a LED, impensabili su un mezzo di questa cilindrata e prezzo. La CB 125R infatti ve la portate a casa con 4.490 euro f.c., meno di tanti scooter.
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CB 300 R
La CB 300R ha debuttato anche lei ad EICMA 2017, andando a inserire una nuova proposta in un segmento - quello delle naked dedicato alle patenti A2 - in cui Honda non era ancora presente. Un inizio in grande stile, come abbiamo potuto constatare all’inizio dell’estate successiva con la nostra prova alla presentazione stampa, in cui la nostra Cristina ha scoperto una sorella maggiore per la 125 che ne mutua gran parte delle componenti ciclistiche (mantenendo una leggerezza da record, visto che il peso si ferma a soli 143 kg in ordine di marcia. Una leggerezza che fa sì che, nonostante una potenza un pelo inferiore alle rivali, di poco superiore ai 31 cavalli, le prestazioni risultino brillanti e godibili sia in città che nell’uso extraurbano, magari con una guida… bella sciolta.
La valutazione è naturalmente la stessa già espressa per la 125, al netto di qualche vibrazione in più che proviene dal monocilindrico da 286 cc: con 5.090 euro vi portate a casa una moto adulta e finita davvero bene, molto meglio di quanto non ci si aspetti da una moto di questa categoria, capace di assecondarvi in qualunque uso come, e meglio di uno scooter (a patto che non pretendiate di caricarci sopra la confezione d’acqua minerale, non essendoci la pedana…) e guidabile con la patente A2.
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CB 650 R
La CB 650R è l’ultima arrivata della famiglia, pur essendo in un certo senso la prima, vista l’identità estetica con il concept originale CB4 sviluppato da Valerio Aiello. E’ stata svelata infatti ad EICMA 2018 assieme alla sorella carenata CBR, facendoci subito alzare un sopracciglio. Più leggera, più potente e raffinata nelle finiture della precedente CB 650, la media quadricilindrica si è dimostrata, anche in occasione della presentazione dinamica, più che all’altezza delle aspettative, con un bel comportamento dinamico e il fascino dell’unicità. E’ rimasta infatti l’unica plurifrazionata nel panorama delle medie cilindrate, dopo che tutte le concorrenti hanno abbandonato la configurazione a quattro cilindri in favore del bicilindrico.
Nonostante qualche vibrazione, la sei-e-mezzo ci è piaciuta mica poco. La posizione di guida è sportiva ma non impegnativa, il motore è brillante e - anche in questo caso - il colpo d’occhio è gratificante, più di quanto non avvenga sulle rivali. La guida fa riscoprire il raffinato piacere del plurifrazionato, che richiede un po’ più di impegno con il cambio, ma poi urla esaltando il pilota, e una ciclistica bene a punto, capace di assecondare la guida disimpegnata così come i pruriti sportivi dei più esperti. Costa qualcosa in più della concorrenza (7.990 euro f.c.), ma l’unicità si paga. E se volete, è anche depotenziabile per la guida con patente A2.
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CB 1000 R
Ed eccoci arrivati all’ammiraglia: quella Honda CB 1000R da cui è nata tutta la nuova famiglia, arrivata all’EICMA 2017. A noi è piaciuta subito moltissimo, sia dal punto di vista estetico che da quello dinamico, analizzato dal nostro Lillo nella presentazione stampa di pochi mesi dopo nel sud della Spagna. Potente (145 cavalli) ma anche equilibrata e accessibile come si addice a una Honda, la CB 1000R vanta anche una dotazione elettronica di altissimo livello - soprattutto nella versione Plus, che a controllo di trazione, riding mode e gestione freno motore, aggiunge il quickshifter tanto in innesto quanto in scalata.
La CB 1000R, a dispetto del peso ridottissimo - 212 kg in ordine di marcia, il record di categoria - è come tutte le sorelle rifinita benissimo, con lavorazioni meccaniche da perdersi in contemplazione ma anche doti dinamiche davvero notevoli: una posizione di guida azzeccata e comoda, un motore potente e ricco di coppia, ma anche un assetto azzeccato per la guida sportiva, che mostra qualche limite solo sugli asfalti un po’ accidentati, dove al retrotreno il mono fatica un po’ a copiare le asperità.
Il prezzo è adeguato alla qualità: servono 13.790 euro per portarsi a casa la versione standard, che diventano 15.090 per la Plus. Che oltre al già citato quickshifter offre il codino monoposto, l’unghia a protezione della strumentazione, il parafango anteriore con modanature in alluminio, la griglia a protezione del radiatore e le manopole riscaldabili.
Complimenti a honda per aver letto bene il mercato
Per assurdo mi piacciono sia la 300 che la 1000 per motivi diversi.
La 300 non l'ho mai provata ma mi da' l'idea di essere godibilissima nel misto per via del peso molto contenuto e la potenza che basta. La 1000 beh, oltre a essere uno spettacolo per gli occhi deve essere anche una gioia per il cuore.
Bello vedere più spesso Nico in prima linea ( senza nulla togliere a Edo, Cristina e tutti gli altri ottimi professionisti della squadra di Moto.it ) a commentare le moto e bello vederlo guidare, diventa sempre più bravo ;-) ( con simpatia, è tutta invidia per il polso sciolto la mia )