Yamaha MT-09SP
SP come Sport Production. O SP come Special? Sia come sia, una sigla che diverse Case hanno utilizzato più volte, nei tempi d’oro delle competizioni per derivate di serie. Una sigla storicamente cara a Yamaha, che in tempi (relativamente) recenti l’ha utilizzata più volte, a partire da quella YZF 750SP di fine anni 90, passando per la YZF-R1 di quasi un decennio dopo e poi, dal 2017, sulla serie MT, partendo dall’ammiraglia MT-10. E che nella gamma 2018 arricchisce la famiglia delle MT con questa MT-09SP.
Una sigla che ha perso qualunque relazione con le competizioni, ammesso che nel caso di Yamaha l'abbia mai avuta, perché la serie Maximum Torque non prevede (almeno al momento) impieghi agonistici, ma che indica una versione più raffinata nella componentistica rispetto a quelle standard. Se in passato quindi le modifiche servivano a "liberare" il potenziale della moto nelle mani dei preparatori o con l’adozione dei kit racing – tipicamente cambio ravvicinato, o particolari lavorazioni della testata – in questa più recente accezione sono invece rivolte a migliorare il comportamento dinamico per gli appassionati più esigenti e raffinati.
Del resto, e lo scopriamo anche noi oggi, in occasione di questa presentazione, quella sigla in quel di Iwata ha sempre avuto il significato di SPecial, quindi...
Non poteva quindi fare eccezione la MT-09, il modello storicamente più importante della famiglia perché, pur non essendo il più venduto - il primato va alla MT-07 - è stata la capostipite di quella famiglia che pesa per il 48% nelle vendite Yamaha, e che non sembra conoscere crisi vista la costante crescita della quale è protagonista e che l'ha portata a tagliare il traguardo delle 140.000 moto vendute. E comunque, la MT-09 rappresenta, in termini di immatricolato, il 22,3% di vendite, con ben 8.357 unità vendute nel 2016. Scusate se è poco...
Rinnovata per il 2017 “limando via” gran parte di quei pochi difettucci rimasti dalla prima versione dopo l’aggiornamento di metà vita (nel 2015), la MT-09 si è sdoppiata allo scorso EICMA, presentando appunto la versione SP che aggiunge sospensioni più raffinate e qualche ritocco estetico. E puntualmente Yamaha ci ha invitato a provarla, in contemporanea all’arrivo nelle concessionarie, sulle strade attorno a Faro, in Portogallo.
Com’è fatta
Le linee sono, ovviamente, quelle della MT-09 standard nella versione 2017, che recupera diversi elementi di stile della sorella maggiore MT-10 soprattutto in zona faro, con l’unità frontale a LED composta da quattro proiettori più luci di posizione, in una declinazione che troviamo più riuscita rispetto alla sorella maggiore.
La strumentazione LCD, più attillata al cupolino, è la prima differenza della SP rispetto alla MT-09 standard: la grafica è a caratteri bianchi su fondo nero, per offrire una maggior visibilità e una linea più raffinata. Una connotazione estetica che fa il paio con il manubrio e i comandi, che riprendono la tonalità nera in un (riuscitissimo, a nostro giudizio) gioco di tono su tono.
Il resto delle sovrastrutture resta invariato, con il gruppo parafango/portatarga in alluminio e gruppo ottico a LED che scende sul forcellone, rendendo più arioso il retrotreno rispetto al modello precedente anche grazie ad un codino più agile e ruotato verso l’alto, appoggiato su un telaietto accorciato. Il risultato è una sella più piatta, allungata e rialzata.
Motore ed Elettronica
Non cambia nemmeno il cuore pulsante della MT-09, ovvero il tricilindrico CP3 da 847cc, con fasatura dell’albero a 120° ed intervalli di accensione regolari a 0º, 240º e 480º, nonché cilindri sfalsati, Il propulsore, dotato di distribuzione a 12 valvole e contraddistinto dal cambio sovrapposto al carter, è dotato di contralbero e coperchi teste in magnesio..
Le misure si attestano a 78 x 59 mm, il rapporto di compressione a 11,5:1 e le prestazioni contano su 115 cavalli a 10.000 giri e 87,5 Nm a 8.500, valori che garantiscono un bel comportamento da fun-bike grazie soprattutto alla coppia ai medi regimi.
L’alimentazione conta sul sistema ride-by-wire YCC-T, che consente l’implementazione del controllo di trazione TCS su due livelli e disinseribile, nonché della gestione D-mode a tre mappature per modificare la risposta dell’acceleratore. Dal 2017, il tricilindrico della MT-09 è dotato anche di frizione antisaltellamento servoassistita e quickshifter QSS.
La ciclistica
Qui troviamo le differenze più significative fra la MT-09 standard e questa versione SP. Fermi restando il telaio a doppio trave in alluminio, composto da due sezioni pressofuse pure in alluminio, e il forcellone asimmetrico con braccio destro a banana, il comparto sospensioni è decisamente più raffinato.
La forcella, sempre inserita in una doppia piastra di sterzo in alluminio forgiato, è un’unità KYB a molle progressive dotata di regolazione dell’idraulica sia in compressione (con taratura separata per alte e basse velocità) che in estensione su entrambi gli steli, invece che separatamente come sulla versione normale, ed è facilmente riconoscibile per l’anodizzazione in oro dei gambali.
Al retrotreno troviamo invece un monoammortizzatore Öhlins RSA monotubo da 46 mm, completamente regolabile nell’idraulica e dotato di registro remoto per precarico e compressione. Da notare come sia al retrotreno che all'avantreno siano state usate molle dal "K" più contenuto rispetto alle unità montate sulla MT-09 - anche se nella seconda fase della progressione la forcella arriva a superare la versione standard - grazie ad un'idraulica più efficace nel fornire sostegno alla componente elastica. Invariata la ripartizione dei pesi, praticamente neutra, con un 50,2% sull'avantreno e 49,8 sul retrotreno.
L'impianto frenante si affida ad una coppia di dischi anteriori flottanti da 298 mm lavorati da pinze radiali a 4 pistoncini; al posteriore troviamo un disco singolo da 245 mm. I cerchi a 10 razze calzano pneumatici Bridgestone S20 nelle misure 120/70ZR17 e 180/55ZR17.
Il peso in ordine di marcia rimane fisso sui 193 kg della versione standard.
Colorazioni, prezzo e disponibilità
La Yamaha MT-09SP è in arrivo nelle concessionarie a 10.190 euro f.c. nella sola colorazione Silver Blu Carbon, che richiama evidentemente quella della MT-10SP. Troviamo quindi il serbatoio con fianchi in argento e sezioni superiori blu/nere con logo Yamaha in 3D; da notare come tutte le verniciature siano riportate sulle sovrastrutture senza soluzione di continuità, quindi senza i "rigonfiamenti" tipici degli adesivi. Cupolino e codino sono anch’essi in argento, mentre il parafango anteriore ha una finitura blu/nera con grafiche SP.
I cerchi sono verniciati in blu come sulla sorella maggiore, mentre manubrio, leve e piastra di sterzo sono stati verniciati in nero. La sella è caratterizzata da cuciture in blu.
La lista degli accessori comprende naturalmente tutti quelli già a catalogo per la MT-09 standard, oltre ai quali Yamaha – grazie alla collaborazione di lunga data con Öhlins, che per un certo periodo è stata addirittura di proprietà della Casa di Iwata – propone anche una serie di molle per il monoammortizzatore dal diverso carico rispetto a quella di serie, per adattare al meglio la moto a peso ed esigenze del pilota.
I pacchetti accessori sono gli stessi (con declinazioni sport e touring) dedicati alla MT-09. Inoltre, come da buona consuetudine Yamaha, potete farvi un’idea molto precisa del risultato finale grazie all'app My Garage, grazie alla quale potete configurare la "vostra" MT-09SP (o qualunque altra Yamaha in catalogo, naturalmente) in caso stiate pregustandone l’acquisto...
In sella
Il primo contatto con la MT-09SP è ovviamente identico a quello con la versione standard. La posizione, a metà fra la naked e la motardona, è la stessa – ottima sintesi fra controllo e comfort – della versione precedente, con una sella alta ma non inaccessibile e una bella triangolazione con le pedane ed il manubrio, alto e ravvicinato. Ottime le finiture per un mezzo di questa fascia di prezzo: qualche dettaglio fuori posto rimane, ma davvero minimo. E sia alla vista che al tatto, la presa di contatto con il ponte di comando è davvero gratificante.
Come al solito, la MT-09 si presenta agile (con le dimensioni che si ritrova, del resto, sarebbe difficile renderla impacciata…) caratteristica evidenziata ulteriormente da un assetto più sostenuto delle nuove sospensioni che, fin da subito, si dimostrano un passo in avanti in termini di scorrevolezza soprattutto al posteriore, sulle piccole asperità tipiche dell’ambiente cittadino.
Non è una sorpresa nemmeno il propulsore, che gira fin dal minimo pulito e privo di vibrazioni e propone un’erogazione muscolosa ma raffinata. Regolare fino ai 3/4.000, si irrobustisce ai medi con una “schiena” gustosissima che si stempera, sopra gli 8.000, in un allungo davvero notevole. Difficile, al momento, trovare motori più gustosi di questo per l’uso stradale, soprattutto con la mappatura standard, capolavoro di equilibrio. La “A” è naturalmente più aggressiva e “ignorante”, fatta più per divertirsi che per essere redditizi a ritmi sostenuti, mentre la “B” viene in aiuto in caso di fondi con scarsa aderenza per pioggia o sporco.
Confermiamo anche il giudizio positivo sul cambio, preciso e con una rapportatura ben studiata. Il quickshifter è una piacevole aggiunta, ma con tanto motore lo si trova spesso superfluo: basta innestare terza o quarta e del cambio ci si può tranquillamente dimenticare.
Al contrario, l’elettronica è spesso una mano santa, considerata la…costante "istigazione a delinquere" del guidare la MT-09SP. Con il TC a livello 1 interviene solo quando ce n’è davvero bisogno (e consente anche qualche gustosissima impennata), mentre nella taratura più intrusiva è sicuramente più protettivo: buono per la città e per quando non volete concentrarvi troppo sulla guida.
Ma veniamo alla ciclistica, il pezzo forte della MT-09SP: dopotutto, è qui che troviamo la differenza rispetto alla versione standard. Già migliorata nella versione 2017, la componente sospensioni qui ha fatto davvero un salto di qualità. Il senso di maggior sostegno percepito nei primi chilometri si stempera immediatamente nella consapevolezza di un comparto sì rigido come si conviene ad una moto dalla vocazione sportiva, ma capace di copiare alla perfezione le asperità dell’asfalto e di gestire benissimo la coppia del motore.
L’assetto è più equilibrato ed omogeneo rispetto alla versione standard, tanto che nella guida sportiva sparisce quel minimo beccheggio indesiderato che restava sulla MT 2017, e il comportamento si avvicina di più a quello di una naked convenzionale. Della natura di crossover con il mondo motard rimangono l’altezza della posizione di guida e la capacità di bersi il misto stretto con agilità e coerenza fuori portata rispetto ad una nuda classica, il tutto comunque coniugato con una stabilità capace di infondere confidenza anche a velocità da galera per direttissima. Spariti i pompaggi del retrotreno, la MT-SP si guida come una sportiva vera a qualunque ritmo, e – grazie all’impostazione ergonomica ibrida di cui sopra e alle qualità delle sospensioni – quasi in qualunque condizione di fondo.
Piccolissimo appunto: la colorazione invertita del cruscotto è sicuramente più raffinata, ma, pur con una leggibilità fuori discussione in gran parte delle condizioni, quando la luce si fa diretta e prepotente non è sempre immediato decifrare le indicazioni del quadro. E fa un po’ specie, nel 2018, dover staccare le mani dal manubrio per “scrollare” fra i parziali, il totale, la temperatura motore, quella esterna e il consumo. Ma si tratta di peccati davvero veniali, macchioline che non riescono assolutamente a sporcare un quadro di assoluta eccellenza.
Per chi è la Yamaha MT-09SP?
Come accade spesso per le versioni de luxe di modelli che…già di loro non hanno nulla che non vada, non è semplice trovare l’acquirente-tipo per la Yamaha MT-09SP. La MT-09 di bas è già una moto ottima per prestazioni, versatilità e piacere di guida. Se poi si considera il rapporto divertimento/prezzo, è davvero difficile trovarle una rivale, al netto di qualche piccola lamentela da parte dei più incontentabili.
Il sovrapprezzo chiesto da Yamaha per la MT-09SP è di 1.200 euro, a fronte dei quali ci si porta a casa una base eccellente ulteriormente valorizzata da sospensioni tangibilmente migliori e da finiture più raffinate ed esclusive, che rendono questa “Essepì” molto più appetibile per i più esperti e veloci, che possono godere di un assetto più adatto alla guida sportiva, ma anche semplicemente per chi cerca una moto un po’ più personale. Un po’ più “premium” insomma, come usa dire adesso, e capace di accorciare le distanze – se non di azzerarle – con le varie proposte europee.
Da questo punto di vista la Yamaha MT-09SP appare decisamente interessante ed appetibile, anche perché la cifra di 10.190 euro è sicuramente proporzionata al livello di prestazioni e raffinatezza del modello, soprattutto in considerazione del fatto che l’unico aspetto leggermente sottotono della MT-09 2017 – il monoammortizzatore – viene sostituito da un’unità al di sopra di qualunque critica. Rimane comunque un delta più elevato rispetto alla versione base, se si considera l’entità delle modifiche apportate.
Le considerazioni di natura economica, però, sono sicuramente soggettive, nella misura in cui non tutti…sudiamo alla stessa maniera per portare a casa i 1.200 euro di cui sopra. Da parte nostra possiamo limitarci a sottolineare come la dotazione più raffinata in termini di sospensioni non cambi completamente faccia alla MT-09, ma sicuramente la renda una moto più matura ed efficace. E che, assieme ai ritocchi estetici, le regali quel tocco di fascino in più che solo una versione “SP” sa esibire.
Maggiori informazioni
Moto: Yamaha MT-09SP
Meteo: sole 15°
Luogo: Faro (Portogallo)
Terreno: Città, extraurbano
Foto: Alessio Barbanti, Francisco Montero
Sono stati utilizzati
Casco HJC RPHA 11
Giubbotto Rev’it Blake
Guanti Rev’It Spitfire
Pantaloni Ixon Owen Flash
Scarpe Ixon Speeder
vorrei togliermi una curiosità,ma questo cambio "automatico sequenziale",viene riportato anche sulla carta di circolazione? avendo mio figlio con patente A e limitazione 78.
grazie
Sarebbe come dare una porsche ad un neopatentato.
Se non sei mai stato in moto parti da una 500