Yamaha R1 1998: TEST youngtimer. La prima con 150 cv!
Abbiamo messo insieme tre moto giapponesi sportivissime di 20 anni fa: la Honda VTR SP1 del 2000 che interruppe il dominio Ducati in SBK; la Suzuki Hayabusa GSXR1300 del 1999 che superò e di molto il muro dei 300 orari (312km/h!); la Yamaha YZF R1 del 1998 che rivoluzionò il segmento supersport con 150 cavalli e un peso intorno ai 200 kg. In questa puntata vi parliamo proprio della YZF R1 che ci ha fornito l'amico Stik (da non confondere con quello falso, un certo Stig).
Una nota a questo tipo di test: le proviamo su strada, sebbene abbiano prestazioni sfruttabili solo in pista; ma dopo 20 anni di onorata carriera è bello godersele anche - e soprattutto - nei classici giri con gli amici. Abbiamo iniziato la rubrica YT con la regina delle sportive, la mitica Honda RC30 messa a disposizione da Stik!
Poi abbiamo provato l’ultima BMW GS di ghisa, la R1150GS del 2003. E siamo passati non a una, ma due Triumph Speed Triple 955 col simpatico Guido Meda.
Gli anni 90 e l’inizio del nuovo millennio sono stati però gli anni delle supersportive e oggi torniamo a bomba da loro.
Tre moto giapponesi indimenticabili
La Honda VTR SP1 del 2000 è nota all’estero con la siglia RVT1000 RC51. Una moto progettata dalla HRC per correre nella superbike. E per vincere due mondiali con Colin Edwards.
Facciamo poi un passo indietro di un anno. Siamo nel 1999 e compare la mostruosa Suzuki GSX-R 1300. Forse la moto di serie più veloce al mondo. Dopo di lei si corse ai ripari per fermare l’escalation velocistica (lei faceva i 312 km/h!). Ma intanto la prima serie fu messa in vendita con numeri spaventosi.
Andiamo indietro di un altro anno. E’ il 1998 e debutta la rabbiosa Yamaha YZF R1. Cosa fa? Stravolge il mercato, alza l’asticella. Ancora oggi i suoi 150 cavalli senza elettronica e con una ciclistica agilissima fanno tremare i polsi.
Ecco, sono loro le nostre regine. E allora andiamo subito a provarle insieme sul mitico Penice. E’ vero, sono moto potentissime, sfruttabili solo in pista in piena sicurezza. Ma oggi, che vanno per i 20 anni (o più), sono anche meravigliose moto vecchie da usare per dei bei giri su strada. Sono ancora bellissime da guidare e sono uno spettacolo per gli occhi: quindi non lasciatele sotto i teli in garage, ma portatele a spasso.
Yamaha R1
La Yamaha YZF R1 desta scalpore al debutto, che avviene a EICMA nel 1997. Arriva sul mercato nel 1998 e si scontra con le altre 4 cilindri giapponesi, come Suzuki GSX-R 750, Honda CBR 900RR e Kawasaki Ninja ZX-9R. Rispetto a queste la Yamaha prende le distanze e lascia di stucco gli appassionati. E' compatta, leggera e tocca i 150 cavalli dichiarati!
Non solo, consacra definitivamente la categoria delle supersportive mille, che diventano prepotenti regine di questo segmento. E lo sono ancora oggi.
La R1 del 1998 ha un motore 4 cilindri di 998 cc a carburatori, forte di 150 CV a 10.000 giri, con 11 kgm di coppia a 8.500 giri. E' super quadro (alesaggio x corsa di 74 x 58 mm) e ha la soluzione unica delle 5 valvole per cilindro e valvola EXUP sullo scarico. L'interasse è di 1395 mm e il telaio è in allumionio con struttura Deltabox. La forcella da 41 mm è totalmente regolabile, mentre i freni hanno un doppio disco da 298 mm con pinze a 4 pistoncini. Il peso in ordine di marcia è pari a circa 205 kg.
La R1 in prova è gommata con le attuali Metzeler M7RR, che si sposano a meraviglia anche con le moto di qualche lustro fa. La scelta delle gomme è essenziale, quando si guidano moto con queste prestazioni, ma del tutto prive di sistemi elettronici legati alla sicurezza attiva (ABS e controllo di trazione).
Su strada la guida della R1 regala ancora oggi sensazioni meravigliose. E' una moto agilissima e rapida anche nei tornanti. Il motore ha 150 cavalli, ma non è mai vuoto. Già da 4.000 giri spinge con tutta la forza necessaria per andare via molto veloci su strada. Oltre gli 8.000 decolla e regala accelerazioni che poco si conciliano con le strade aperte al traffico. La posizione in sella è scomoda, ma sappiate che le superbike di oggi sono decisamente più affaticanti. Il cambio è preciso, ma un po' ruvido, mentre la frenata ha una buona modulabilità e una potenza nella media delle moto giapponesi di queglia anni. Sopra ogni altra cosa svetta però il feeling di guida, ancora oggi appagante e vero precursore delle superbike che ancora oggi corrono e vincono in pista.
Video e foto di Massimo Di Trapani
consentita agli inesperti).
Io sono stato il possessore della prima r1 98 ( blu elettrico) consegnata in Italia ( era una delle due usate per l' omologazione Italiana fatta a Novara )
I primi giorni di gennaio 98 ho fatto il primo giro domenicale ad Arona , vicino a casa data la temperatura e ho parcheggiato nel posto riservato alle moto.
Dopo qualche minuto era accerchiata da una trentina da motociclisti che la ammiravano in ogni sua parte , addirittura coricati sotto la moto.
Una donna nuda non avrebbe riscosso lo stesso interesse , era la prima che si vedeva in giro e io ero gasato come non mai
Con quella moto ho fatto le cose più pazze e spericolate , pista e non , mettendoci solo la benzina e tante gomme .
Sinceramente non la ricordo così cattiva
La cambiai dopo 45000 km per prendere la prima ad iniezione nel 2002 , certo che averla adesso non mi dispiacerebbe affatto.