Yamaha Rinaldi Factory 2015
I risultati parlano da soli quando analizziamo le performance di una delle squadre più prestigiose del circus del mondiale motocross. Yamaha, infatti, quest’anno ha fatto faville, e l’epilogo della stagione è frutto di un duro lavoro e soprattutto di tanta dedizione e passione applicata ogni giorno con impegno. A coordinare il Yamalube Yamaha Factory Raging MXGP Team è sempre Michele Rinaldi, che, in occasione della chiusura della stagione di gare, ha aperto il suo vaso di Pandora permettendoci di salire a bordo delle armi da combattimento usate dai due piloti ufficiali: Romain Febvre, neo campione del mondo e Jeremy Van Horebeek, 5 classificato.
Siamo al crossodromo di Dorno, giornata splendida e pista impeccabile, dove sono pronte per noi le vere moto factory, oltre a qualche inedita come la 125 del neo campione Europeo Reanux e la 125 YZ cup che Yamaha ha il piacere di farci provare per la prima volta. Vediamo come vanno!
N° 461 – YZ450F Romain Febvre
Benché la 450 Yamaha sia una moto esteticamente importante, la versione preparata per Romain trasmette leggerezza già dal primo sguardo. Materiali come il carbonio ed il titanio sono stati utilizzati in maniera massiccia ed a questo si aggiunge una cura del dettaglio a dir poco maniacale. Ancora da fermi e seduti sulla sella, si possono notare innumerevoli personalizzazioni e dettagli, curati dal meccanico di fiducia Manuel Volpato, che rendono chiara la precisione e la personalizzazione con la quale è stata sviluppata la moto targata 461.
Il manubrio ha una piega abbastanza classica al quale troviamo agganciati una serie di comandi modificati rispetto al modello di serie come la frizione idraulica, l’avviamento elettrico, ormai essenziale per qualsiasi moto ufficiale e la gestione della centralina GET. La posizione in sella è specifica per il pilota che la guida in quanto appena oltre la metà è stato inserito uno spessore sotto al coprisella che permette a chi guida di andare in appoggio con il sedere durante la fase di accelerazione. Le piastre Xtrig di colore rosso bronzato, infine, oltre che trasmettere maggiore rigidità all’anteriore, donano un look molto aggressivo alla plancia di comando.
Per il reparto sospensioni, il team ufficiale si è affidato nuovamente a Kayaba, implementando all’anteriore una forcella interamente ad aria di 48mm di diametro con l’aggiunta del trattamento alle canne per ottimizzarne lo scorrimento, mentre al posteriore troviamo il mono super accessoriato che può essere registrato ad ogni livello (registi di alta e bassa velocità) con precisione millimetrica. A questo viene aggiunto un sistema di leveraggi studiati appositamente per il pilota e modificabile a seconda delle esigenze, ed un forcellone più rigido e saldato in maniera particolare per aumentare il più possibile la trazione della ruota posteriore. Come freni troviamo pompe e pinze speciali Nissin abbinate a dischi freno maggiorati Braking, da 270 mm all'anteriore e 22 mm al posteriore, unitamente a pastiglie frenanti originali Yamaha. Il comando frizione è idraulico ed i componenti interni interni della Hinson clutches.
Dal punto di vista del motore, troviamo una testa marchiata YRRD (Sviluppata internamente da Yamaha Rinaldi) e studiata appositamente per la guida di Romain, una camme speciale per le valvole di aspirazione, un pistone sempre studiato dalla YRRD ed una centralina elettronica di gestione del motore molto sofisticata. In ordine di marcia questo propulsore risulta meno potente delle classiche 450, ma a tutto vantaggio della guidabilità.
Non dimentichiamo che il pilota era al suo primo anno nella classe regina e fresco della MX2, quindi è stato appositamente studiato anche un piano di crescita in termini di potenza durante la stagione di gare, al fine di arrivare a toccare i picchi massimi ma gradualmente, facendo abituare piano piano il pilota ai nuovi setting.
La prima parte di coppia è estremamente pulita e lineare, aspetto questo che può essere ulteriormente ottimizzato grazie ad un selettore vicino al manubrio che regola la centralina aumentando o diminuendo il controllo di trazione. Risultato è che questa 450 non strappa, non ti scappa tra le mani, non ti fa paura, anzi, più la guidi e la spingi al limite e più ti trasmette fiducia e ti fa capire che di limiti non ne ha.
La componentistica dei dettagli è da capogiro, in quanto non c’è parte della moto che non sia stata rivista e personalizzata. I pulsanti di avviamento elettrico ed arresto, per esempio, sono stati dotati di una copertura in carbonio in quanto, a detta di Manuel, Romain tende a toccarli con il busto in fase di accelerazione!! Il serbatoio è interamente in carbonio, allo stesso modo il telaietto posteriore che sostiene tutto il retroterno e gran parte delle protezioni del motore (culla, pompa acqua, pignone ecc..)
Pur essendo la moto del campione del mondo - dal quale per capacità tecniche e velocità ci si aspetta di primo impatto una taratura molto rigida e frenata - non ha impressionato per questi aspetti, bensì per la progressione e per la fiducia che riesce a trasmettere, soprattutto nelle situazioni più complicate. La Yamaha 461 non è per nulla quel concentrato di esplosività e potenza che si potrebbe immaginare da una moto della massima cilindrata, ma, al contrario, è stata progettata per essere veramente facile da guidare, poco impegnativa e soprattutto agile e reattiva.
Questa moto dunque non è estrema, non è sbilanciata in qualche direzione particolare, ma grazie ad una serie di interventi risulta efficace e perfetta per lo stile di guida del suo pilota.
N° 89 - YZ450F Jeremy Van Horebeek
Ergonomicamente parlando, qui troviamo un manubrio dritto e piatto abbinato ad una sella di altezza standard, con l'aggiunta di un grande scalino a metà, all’occhio eccessivamente ingombrante. Jeremy, guidando spesso seduto, lo usa come riferimento e come supporto durante le fasi di accelerazione. Da fermi sul cavalletto sembra uno strumento difficile da utilizzare, ma quando ci sali e vai, in effetti risulta utile anche se, in altre occasioni diverse dall’accelerazione, ti ci devi un po’ abituare.
Rispetto alla N° 461, pur mantenendo una natura mansueta, il motore è decisamente più corposo e carico di energia. Quando chiedi potenza, arriva immediatamente e senza esitazione, tanto da richiedere una millimetrica gestione della manopola del gas. L’impianto di scarico, cosi come sulla moto del compagno di squadra, è interamente in titanio, studiato e sviluppato con Akrapovic con l’ormai collaudato sviluppo attorno alla testata (piuttosto che sotto alla sella) che la rende anche abbastanza silenziosa. Il grande vantaggio di questo motore è che una volta messa la terza, puoi dimenticarti della leva del cambio e concentrarti unicamente sulla guida, in quanto l’arco di utilizzo è davvero ampio.
Le forcella ed il mono, sempre Kayaba ad aria, in questo caso vantano una taratura più rigida e frenata, che porta la moto a trasmettere una sensazione di pesantezza all’anteriore che l’altra non ha. L’impostazione è più frenata di ritorno, ma non tanto da spaccarti i polsi dopo due giri, e questo aspetto è apprezzabile in maniera direttamente proporzionale alla velocità di azione. Più tiri,infatti, più lei rimane piantata a terra, diventando da un lato più pesante ed impegnativa da muovere, ma dall’altro veramente stabile e precisa.
Riguardo alla componentistica di dettaglio, troviamo anche qui elementi al top della qualità come i cerchi Excel abbinati a mozzi Kite, una corona mista in alluminio e ferro Supersprox, catena Regina e copertoni Pirelli Scorpion MT 32. In generale, la Yamaha N°89 è più stabile da un punto di vista ciclistico, ma allo stesso tempo decisamente più impegnativa da utilizzare, in particolar modo negli inserimenti in curva
Dunque non esiste un prototipo di moto ufficiale alla quale tutte dovrebbero cercare di assomigliare: la verà unicità di queste moto factory è la loro capacità di trasmettere al proprio pilota la fiducia necessaria che gli permetta di dare il massimo sempre e, soprattutto, in ogni condizione.
L'attività sportiva Yamaha e la YZ 125
Yamaha torna sul tetto del mondo dopo un periodo di astinenza e, consapevole del fatto che sono sempre essenziali nuovi talenti in questo sport, investe sul domani. Non solo a livello individuale, dove già ha raccolto ottimi risultati nel 2015 con la vittoria del campionato europeo 125 con Renaux, ma istituendo un vero e proprio campionato continentale monomarca, al fine di premiare i piloti Yamaha più talentuosi, ed assicurarsi i Febvre del futuro.
Con una formula semplice ma efficace, Yamaha stilerà nel 2016 una classifica dei piloti in blu, nati tra il 2000 e 2004 all’interno delle varie classifiche nazionali, per estrapolare poi i 42 migliori che svolgeranno una finalissima. I top 6 + 2 wild card avranno accesso ad una Masterclass con David Philippaerts, e il miglior pilota tra di essi avrà l’opportunità di correre tutto l’europeo MX125 supportato dal team DP19 per tutto il 2017!
Curiosi di questa interessante formula di promozione, abbiamo provato anche questa moto, che si è rivelata una vera bomba!!! Per il 2016, infatti, Yamaha Rinaldi ha sviluppato un kit specifico per le YZ 125 che potrà essere utilizzato per il trofeo, e che stravolge in maniera importante le caratteristiche della piccola di casa Iwata. Il kit, composto da testa, cilindro, lamelle, accensione, centralina, marmitta, silenziatore e setting di carburazione, dona infatti alla ottavo di litro un brio ed una spinta davvero impressionanti, tanto che, a confronto con quella di Renaux, non è risultata molto differente. Sotto è subito pronta, il passaggio dell’apertura della valvola avviene molto rapidamente e senza esitazione, ma il bello arriva da metà in su, dove la 125 acquisisce una schiena ed una velocità impressionante. Immaginare a bordo un quindicenne talentuoso fa di questa moto un’arma davvero letale!
Grandi moto le YZF ufficiali, uniche e per questo ancora più affascinanti, ma chi già da ora vuole sognare un posto nella squadra ufficiale può già giocarsi le proprie carte nel trofeo che partirà il prossimo anno!
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zuffo7101, Piacenza (PC)se i piloti hanno avuto giovamento dall avviamento elettrico,perchè non dovrebbe averne l utente "normale" ?
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TheBerronespolo, Rosignano Monferrato (AL)I'M ONE è bellissima...