L'ANALISI

Non fa una Piega #6. Alessia Polita: “Il WCR per noi donne è un diritto” [VIDEO]

- L’incidente di Alessia è avvenuto il 15 giugno, lo stesso giorno dell’incidente della Rushten, 11 anni dopo. Con lei abbiamo parlato del primo round del mondiale femminile, ma anche di incidenti e di sicurezza

Il destino a volte è proprio beffardo. Era il 15 giugno 2013 quando affrontando l’ultima curva del Misano World Circuit, quella che immette sul rettilineo d’arrivo, Alessia Polita perdeva il controllo della sua Yamaha, cadeva e riportava gravi conseguenze fisiche.

Esattamente 11 anni dopo, il 15 giugno 2024 è stata la norvegese Mia Rusthen a perdere il controllo della sua Yamaha e a cadere nella stessa curva e anche per lei le conseguenze sono state gravi. La sfortunata norvegese è stata operata alla testa a Cesena, nello stesso ospedale dove venne ricoverate Alessia, e ora tornata in Patria. E’ ancora ricoverata in ospedale, seguita dai dottori e dalla famiglia. 

Nella nostra intervista alla Polita abbiamo parlato dei due incidenti e di quella curva maledetta, ma anche di sicurezza, che non deve essere diversa a differenza del campionato. Per la salute e l’incolumità dei piloti non devono esistere piloti di seria A o di serie B. 

Ma il motivo per il quale ho voluto fare questa interessante chiacchierata con Alessia è che lei è una delle pochissime persone che conosce davvero bene il movimento motociclistico femminile ed ho quindi voluto ascoltare il suo parere sul primo round del WCR che si è disputato a Misano.

“Il mondiale femminile per noi è un diritto”. Così ha debuttato l’ex pilota che è felice del fatto che finalmente sia stato organizzato un mondiale femminile di buon livello. “Certo siamo solo all’inizio - è quanto ha affermato Alessia nella nostra conversazione - ma questo campionato farà da traino per tutto il movimento, aiuterà le pilote a crescere, e negli anni potrebbe indirizzare molte di loro verso il professionismo”.

In tutti gli sport esistono campionati maschili e femminili - ha proseguito l’ex pilota di Jesi - e non vedo perché non dovrebbe essere così anche nel motociclismo. Certo correre con gli uomini insegna molto - ha ribadito - ma poi ci dobbiamo confrontare tra noi”. 

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