SBK. I vantaggi (e gli svantaggi) dell‘introduzione di un peso minimo moto+pilota
Le continue lamentele di Scott Redding, ma non solo le sue, sembrano aver colto nel segno, tanto che a quanto pare la FMI sta studiando una regola che imporrà un limite di peso minimo per l’accoppiata moto+pilota. Come riporta il sito di MotoSprint la regola potrebbe venir introdotta nel 2024, ma non ci stupiremmo se arrivasse molto prima.
Mentre nelle altre due categorie delle derivate dalla serie Supersport e Supersport 300 questa regola esiste già, in Superbike non è mai stata introdotta. Da alcuni anni i piloti più alti e pesanti, come ad esempio Redding, Loris Baz o Chaz Davies, si lamentano che “fantini” come Alvaro Bautista o Michael Ruben Rinaldi, i due piloti del team ufficiale Aruba.it Racing Ducati, siano favoriti dal loro scarso peso, godendo quindi di una velocità massima e di un’accelerazione superiore a quella di piloti che pesano oltre 20 chili di più a causa della loro altezza e costituzione fisica
Lo stesso Redding dichiarò a inizio stagione che mentre Jonathan Rea e Toprak Razgatlioglu vincevano per il loro talento, lo spagnolo della Ducati lo faceva grazie al rapporto peso potenza della sua V4. Come spesso gli capita l’inglese della BMW ha esagerato, ma è indubbio che un peso limite minimo moto+pilota eviterebbe anche questo tipo di polemica. Bisognerà fare attenzione però che il peso limite non sia troppo alto, perché se no le parti si ribalterebbero e sarebbero i piloti di bassa statura a dover zavorrare le proprie moto, con tutti i problemi di stabilità (e a volte di sicurezza) che ne conseguono.
I perdenti caciaroni hanno sempre da recriminare.
se in SBK il fantino accumula vantaggio in accelerazione e sfruttando la migliore aerodinamica, in MotoGP tutto questo viene esasperato dai litri carburante fortemente contingentati, e da pneumatici che spesso e volentieri finiscono a 3/4 gara.
dai piloti che pesano 50kg, figuriamoci quello di 80 cosa potrà mai fare!
Ok, non deve essere uno sport inclusivo, si è capito, e onestamente la cosa mette rammarico.
Fino qualche anno fa potevano vincere gare e mondiali piloti normodotati, un'ampia fascia di popolazione, con fisico nella media, poteva cullare il sogno, almeno da ragazzino, di diventare pilota professionista, e identificarsi nei propri beniamini...
I motivi di codesta nefasta deriva, è fin troppo evidente, a chi ha seguito le vicende del motomondiale.
Adesso basterebbero pochi, piccoli aggiustamenti, per far si che il sogno di tanti non venisse spezzato!