Ducati Superleggera 1299 ad EICMA 2016: foto e dati
Se la Superleggera del 2013, nata sulla base della 1199, vi aveva stupito preparatevi a restare sbalorditi davanti alla nuova, incredibile edizione della Ducati Superleggera 1299 che, scoperta qualche settimana fa, debutta in società al Salone EICMA di Milano forte di scelte tecniche degne delle supercar da centinaia di migliaia di euro. Telaio, cerchi e forcellone in carbonio portano il peso a 156 incredibili kg a secco, il motore Euro-4 rivisto fa lievitare la potenza a ben 215 cavalli. Se la volete muovetevi, o rassegnatevi a cercarla sul mercato dell’usato perché i 500 esemplari sono già quasi tutti venduti. Ma bisogna avere il portafogli molto gonfio: servono 80.000 euro per portarsela a casa...
Motore evoluto
Parliamo un attimo del motore, l’aspetto paradossalmente forse meno stupefacente della Superleggera: si tratta del Superquadro utilizzato sulla 1299S con alesaggio da 116mm, rivisto però profondamente nelle componenti interne per ottenere prestazioni da riferimento mondiale. Le bielle in titanio sono completamente nuove così come i pistoni a due segmenti (come sulle Superbike) e cielo lavorato che determinano un rapporto di compressione di 13:1 e scorrono in canne in alluminio anziché in acciaio. Grazie anche al volano alleggerito la differenza di peso delle componenti interne (albero, bielle, pistoni, canne cilindri e volano) totalizza circa 2,4 kg rispetto a quello della 1299 Panigale (-21,5%).
Diverse anche le teste, con valvole in titanio a diametro maggiorato fino a valori superiori a quelli del motore Superbike (che per rispettare il regolamento si ferma a 1199cc, con un alesaggio inferiore e quindi meno spazio a disposizione) ovvero di 48 e 39,5mm rispettivamente ad aspirazione e scarico. Naturalmente evoluti di conseguenza anche i condotti e gli assi a camme, che oltre a variare il diagramma della distribuzione portano anche ad un’alzata maggiore. Complessivamente le teste pesano 0,4kg in meno.
Migliorato anche il comando della frizione antisaltellamento, che sfrutta una campana forgiata in alluminio, ed evoluti naturalmente i carter (fusi in sabbia) e il comando distribuzione per rientrare nelle normative antirumore. Il filtro è uno SprintFilter P08 come sulla 1199R, mentre sono tutti nuovi i corpi farfallati e i cornetti d’aspirazione a lunghezza differenziata, oltre alla modifica più visibile: lo scarico Akrapovič a passaggio alto come sulla Superbike. Il tutto per ottenere un motore (omologato Euro-4) in grado di erogare 10 CV (+ 4,9%) e 0,2 kgm (+ 1,5%) in più rispetto alla 1299 Panigale. E per chi vuole usare la moto in pista, compreso nel prezzo arriva anche lo scarico completo in titanio, che fa risparmiare 4kg ed aumenta la potenza massima di 5cv.
Nuova elettronica
Sulla Superleggera 1299S debutta una nuova versione dell’elettronica basata su piattaforma inerziale a sei assi (6D IMU) per offrire una versione evoluta del Ducati Traction Control (non a caso denominata DTC EVO) più performante nella guida al limite ed integrante l’inedito Ducati Slide Control, che di fatto separa le due componenti di pattinamento al posteriore (longitudinale e trasversale) permettendo una gestione più fine della derapata per “fare strada” in uscita di curva.
Il pacchetto comprende anche una versione più raffinata del controllo anti-impennata Ducati Wheelie Control EVO ed introduce il Ducati Power Launch, che gestisce il regime motore nelle partenze più cattive demandando al pilota il solo controllo della frizione. Naturalmente restano anche l’ABS cornering Bosch e il controllo elettronico del freno motore EBC.
Superleggerissima
E’ però la ciclistica a rendere davvero unica la Superleggera 1299, grazie a telaio, forcellone e cerchi in fibra di carbonio, naturalmente verificati tutti attraverso termografia, ultrasuoni e TAC per garantirne la massima qualità e robustezza strutturale.
Il telaio monoscocca è rinforzato da inserti in alluminio 7075 co-laminati nella struttura in composito, con un risparmio del 40% (- 1,7 kg) rispetto all’unità della 1299 Panigale. Stessa tecnologia per il forcellone monobraccio, che fa risparmiare il 18 % (- 0,9 kg) e il telaietto posteriore. In fibra di carbonio anche carenatura, parafanghi e paracalore scarico. I cerchi, realizzati dalla specialista sudafricana BST, sono realizzate in fibra di carbonio con mozzi in alluminio avvitati alla struttura e fanno risparmiare 1,4 kg.
Spettacolare naturalmente il comparto sospensioni e quello frenante, con forcella a steli rovesciati Öhlins FL936 da 43 mm (più leggera di 1,35 kg rispetto a quella montata sulla Panigale R) e l’ammortizzatore Öhlins TTX36 dotato di molla in titanio che pesa 0,5 kg in meno dell’unità in acciaio montata sulla Panigale R. Il reparto freni conta all’anteriore due dischi Brembo da 330 mm di diametro lavorati da pinze monoblocco Brembo M50 con nuove pastiglie freno TT29OP1 comandate da pompa radiale Brembo MCS 19.21. Al posteriore invece c’è un disco singolo da 245 mm di diametro.
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Andrea.Turconi, Rho (MI)Che polemica c' è pure gli scarichi sono Akrapovic sloveni e non italiani, ma se son fatti meglio qual' è il problema ? Qui siamo di fronte ad un capolavoro un progetto criticato da tutti alla nascita ma che poi è risultato all' altezza, tenendo conto poi che è l' unica 2 cilindri rimasta in Sbk ..... La gelosia è una brutta bestia.
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Proie, Legnano (MI)Dai fate i bravi....ho letto persino :"ha i cerchi africani",questa e' una azienda assimilabile ad una struttura "inglese" fondata da "anglosassoni", un paio di cerchi del genere costa circa 4.000 dollari.