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Bajaj, una nuova fabbrica per costruire le KTM, Husqvarna e Triumph

- Lo stabilimento sarà dedicato alla produzione dei modelli delle tre marche europee e si occuperà anche dei veicoli elettrici
Bajaj, una nuova fabbrica per costruire le KTM, Husqvarna e Triumph

Bajaj Auto ha firmato un memorandum d'intesa con il governo del Maharashtra per la realizzazione di un nuovo impianto produttivo a Chakan, nei pressi di Pune dove ha sede la casa motociclistica indiana.

Dal 2023 in quella fabbrica saranno costruite le moto a marchio KTM, Husqvarna e Triumph di fascia alta destinate all'esportazione oltre che al mercato interno.
L'obiettivo è il raddoppio dell'attuale capacità produttiva (da 108.000 a 200.000 unità) e Bajaj ha previsto un investimento di 73 milioni di euro.

Saranno costruiti anche i futuri veicoli elettrici, come gli scooter Chetak di Bajaj e Husqvarna, a cui seguirà la moto moto E-Pilen sempre di Husqvarna e il cui lancio è stato pianificato nel 2022.

“Secondo l'accordo – scrive Bajaj in una nota - il governo del Maharashtra faciliterà Bajaj Auto nell'ottenere le necessarie autorizzazioni, approvazioni, gli incentivi fiscali, eccetera in base alle norme esistenti”.

Rajiv Bajaj
Rajiv Bajaj

Bajaj detiene una quota del 48% di KTM e già produce in India vari modelli monocilindrici (non le fuoristrada agonistiche) del marchio austriaco e di Husqvarna dai 125 ai 400 cc.

All'inizio del 2020 Bajaj ha siglato un accordo con Triumph per la produzione di moto da 200 a 750 cc destinate al mercato globale e indiano, un'intesa che segue un primo contatto con il marchio britannico nel 2017.

A fine novembre quello che è il secondo produttore indiano ha festeggiato il suo 75° anniversario e l'anno prossimo conta di aumentare la propria quota di mercato del 20-25% grazie a nuovi modelli.

  • Claudio.Voiglio
    Claudio.Voiglio, Borgofranco d'Ivrea (TO)

    Concordo kodiak59, tutto vero, però non mi sento campanilista. Era una considerazione. Il problema è uno: noi qui, cosa si fa'per vivere? Pagheremo ancora una volta le regole di uno stato che fa scappare le imprese, e dunque i posti di lavoro.... Che fa costare troppo ogni cosa. Non ce l'ho con gli indiani ed i cinesi (che producono moto come la Benelli che non hanno mai nulla e non si rompono...) Cosa che da noi non riusciva: tante italiane ed europee anche blasonate ne avevano e ne hanno sempre una. Però i marchi che la producono a che prezzi venderanno qui? Non di certo a prezzi stracciati.... Troppo facile fare il profitto in questa maniera. In oltre le persone che lavorano, che fine fanno? Si trasferiscono in quei luoghi? Senz'altro fanno bene quei paesi e sono furbi certo, a sfruttare questa tendenza e a tirarsi su il PIL... È la situazione che è triste. Concorda? Poi, parla con una persona che ha sempre comprato si usato, ma giapponese, combinazione perché mi piacevano quei modelli. Anche se le moto Italiane ed europee mi son sempre piaciue tanto. Spero di essere stato comprensibile. Inoltre comprendo benissimo e sono contento per quelle persone che grazie a questi prodotti riescono a coronare il sogno di una moto nuova, senza vendere una casa per acquistarla, questo certo, fa bene alla passione, ed al mondo motociclistico tutto. Cordialità, Claudio
  • MAXPAYNE IT
    MAXPAYNE IT, Fusignano (RA)

    Ed ecco la fine delle moto europee.
    Andare a produrre da quelle parti mantenendo i costi di una produzione total europea significa ammazzare il lavoro dalle nostre parti e speculare il piu' possibile sugli incassi.
    Credo che se tutte le case si orientano in questo senso,andro' in giro solo con moto datate ma almeno ancora prodotte nel paese di origine.
    Le cinesate,INDIANATE,o chi per esse proprio per principio ,le lascio a chi e' complice dell'ammazzare il lavoro dalle nostre parti.
    Questo fermo restando che le moto prodotte da quelle parti le vendano poi qua da noi.
    Perche' se le vendono esclusivamente nei paesi dove vengono prodotte,fuori territorio madre,diciamo cosi',allora e' un altro discorso.
    Ma chissa' perche' credo proprio che come moltissime aziende hanno fatto,nel paese di origine pian piano rimarra' solo il progetto,o poco piu',mentre tutto il resto si trasferira' nei paesi a basso costo di manodopoera.
    Come uccidere l'economia degli stati madre di un marchio,favorendo solo grossi speculatori internazionali.
    Lo schifo della globalizzazione economica,applicata.
    Poi si criticava trump per i dazi?
    In realta' faceva non bene,di piu'.
    Se vuoi salvaguardare la ricchezza economica e sociale del tuo paese,questi progetti della globalizzazione sono da boicottare in partenza,il piu' possibile,da parte di tutti.
    Ma purtroppo ci sono anche miriadi di persone che dormono e pensano solo a risparmiare 2 euro su prodotti che sono di qualita' pessima e durano un quinto dei prodotti nostrani.
    Io finche' posso,prendo poche cose,ma buone.
    E alla fine spendo anche meno di chi cambia prodotti una volta al giorno,fatti da schifo,e che durano nulla.
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