Dall'Europa all'Emilia 2,6 milioni di euro per l'industria della moto
La Commissione europea ha erogato 2,6 milioni di euro per il reinserimento di 502 lavoratori licenziati da dieci produttori di motocicli, di pezzi di ricambio e componentistica per l'industria dei motocicli e dei ciclomotori in Italia. Il nostro Paese è il principale centro di produzione europeo del settore e i licenziamenti sono la diretta conseguenza della riduzione della domanda di questi veicoli in Europa. Si tratta di dieci aziende orbitanti nell'industria della moto e del ciclomotore della regione Emilia Romagna e che non hanno ancora trovato nuova occupazione. La proposta era stata avanzata a ottobre dell'anno scorso per poter attingere al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione con la finalità di favorire il ritorno nel mondo del lavoro attraverso la formazione di nuove competenze. Era insomma “stato riconosciuto l'effetto dirompente (queste le parole usate all'epoca del commissario europeo all'occupazione Laszlo Andor) di una pesante crisi regionale” e quindi l'importanza nell'affrontarla appellandosi alla solidarietà europea.
Quella che era la florida Motor Valley italiana ha purtroppo scontato pesantemente la crisi dell'auto e della moto degli ultimi cinque anni. Attorno a importanti costruttori come Ducati, Maserati, Ferrari e Lamborghini ci sono infatti una moltitudine di piccole aziende che forniscono componenti e lavorazioni esterne anche a marchi stranieri. Aziende e artigiani con forti competenza che stanno seriamente rischiando di vedere disperso il loro patrimonio di invidiabili conoscenze tecniche e tecnologiche.
Allargando il discorso alle altre attività industriali, soltanto nella provincia di Bologna negli ultimi due anni hanno cessato l'attività oltre seimila aziende.
Il Fondo europeo ha stanziato in totale 24,2 milioni di euro per un totale di 5.271 lavoratori in sette Paesi dell'Unione. Fra questi ci sono 1.350 ex dipendenti Saab e 2.400 ex Nokia.
Una notizia positiva, anche se è una goccia nel mare della crisi.
grazie europa
NOTA DELLA REDAZIONE
Le seimila aziende sono quelle della provincia di Bologna. Il contributo va invece al reinserimento di 502 lavoratori non ancora ricollocati di dieci aziende della moto e della sua componentistica.
ORMAI E' TUTTO IN INDIA