Honda e Yamaha fanno i conti con il 2020
Mentre le attenzioni e le preoccupazioni economiche vanno all'anno che è già iniziato, le aziende fanno i conti con l'anno da poco concluso.
Fra i costruttori europei va ricordato che BMW ha limitato i danni a un -3,4% nel numero delle moto vendute, KTM ha segnato un -8% (ma in compenso è cresciuto il marchio Husqvarna) e Ducati un -9,7%. Harley-Davidson ha pagato un -17% e anche i marchi indiani hanno sofferto in primo luogo il -23% del grande mercato interno.
Vediamo ora i primi dati finanziari delle prime due case giapponesi: Honda e Yamaha
Honda e le previsioni di marzo
Nonostante siano in ripresa in molti paesi, le vendite globali di Honda sono diminuite nel terzo trimestre fiscale (quello chiuso al 31 dicembre 2020) a 4.269.000 unità (-15,1%), con i ricavi scesi a 490,8 miliardi di yen (3,84 miliardi di euro), il che corrispondono a un calo di -7,4%. Il risultato operativo è diminuito del 2,4% a 570 milioni di euro (14,9% sui ricavi).
Nello stesso periodo la divisione Honda automobili ha incrementato le vendite del 10,7% (1.380.000 unità), raggiungendo i 20,65 miliardi di euro di ricavi, in crescita del 2,4%.
Nei primi nove mesi dell'anno fiscale, Honda ha venduto nel mondo 10.591.000 fra moto e scooter, con una flessione di quasi 4,5 milioni di unità che corrispondente a un -29,6%.
Molto più contenuto il calo delle automobili a marchio Honda: da 3.809.000 a 3.425.000 (-10%)
Le previsioni di Honda al 31 marzo, fine dell'anno fiscale considerato, indicano le vendite motociclistiche in calo da 19,34 milioni di unità a 14,8 milioni (-23,5%).
Yamaha, tengono i mezzi ricreativi
Da parte sua Yamaha, che ha chiuso l'esercizio fiscale il 31 dicembre scorso comunica che i ricavi di Yamaha Motor Co. sono stati di 1.471.3 miliardi di yen (11,6 miliardi di euro) in diminuzione dell'11,6% rispetto al 2019.
Il reddito operativo ha subìto una flessione del 29%, scendendo a 640 milioni di euro circa. La crescita del 6,7% dell'ultimo trimestre (ottobre-dicembre) ha permesso di recuperare in parte gli effetti negativi della pandemia ch si sono verificati nei primi nove mesi.
Le attività in attivo sono state la robotica e i servizi finanziari, mentre in calo sono state le vendite motociclistiche e quelle dei motori marini.
Le attività del segmento “mobilità terrestre”, il cui grosso è rappresentato dai motocicli, hanno prodotto ricavi di 7,45 miliardi di euro (-15,5%) e un reddito operativo di 146 milioni (-55,7%).
Le vendite motociclistiche nei mercati sviluppati, nei quali la domanda è ripresa nella seconda metà dell'anno, non sono state soddisfatte dalla produzione che non è riuscita a tenere lo stesso ritmo di crescita.
Inoltre le chiusure degli stabilimenti in Giappone e Francia hanno causato a loro volta la diminuzione delle vendite e dei profitti. In alcuni mercati emergenti si è avuto lo stesso problema legato alle restrizioni imposte dalla pandemia, come nelle Filippine, mentre in Indonesia c'è stato un sensibile calo della domanda e in Vietnam le vendite sono riprese ma hanno riguardato modelli più economici.
Aumento, invece, per i veicoli ricreativi (ATV, fuoristrada e motoslitte) specialmente in Nord America.