In viaggio con Camilla: Tre passi fra Italia e Svizzera
Potremmo definirlo il giro dei quattro passi al confine tra Svizzera e Italia, anche se in realtà i valichi da affrontare sono solo tre. Parliamo dello Stelvio, del Bernina e del Maloja. Ovvero il meglio che Lombardia e Cantone dei Grigioni possano offrire insieme. La partenza è sempre Milano, la città di Expo 2015. La prima tappa è Ponte di Legno, meta turistica rinomata sia in estate sia in inverno. Deliziosamente adagiata ai piedi del passo del Tonale, con una vista incantevole sull'Adamello e il gruppo del Cevedale, questa cittadina alla fine della Val Camonica fu dichiarata nel 1912 prima stazione italiana di turismo e sport invernali dal Touring Club. I 189 km che la separano da Milano sono divertimento per le due ruote e gioia per la vista.
Abbandonata la A4, all'altezza di Bergamo, ecco scoprirsi la bellezza della Bergamasca, delle prealpi orobiche e del lago di Iseo che si sente vicino, ma si coglie bene solo all'altezza di Lovere. L'antica valle dei Camuni, destinazione di quasi tutte le scuole elementari della Lombardia, è stupenda da percorrere in sella alla Bmw S1000XR, anche per chi si regge forte ai lati e vede la strada vertiginosamente vicina sotto di sé. L'asfalto tiene e fa pregustare la salita verso uno dei passi più famosi al mondo, invidiato all'Italia da americani ed europei.
Lo Stelvio con i suoi 2770 metri è il secondo valico più alto d'Europa percorribile in auto e in moto. Meta frequentatissima d'estate da ciclisti, motociclisti ed escursionisti, è anche un'ambita località sciistica aperta praticamente tutto l'anno. La salita dal fronte lombardo offre "solo" 36 tornanti contro i 48 del versante trentino - che, ammetto, non ho mai sperimentato - ma i colori delle montagne baciate dal sole e il verde intenso dei prati che ti cattura a ogni curva sono altrettanto entusiasmanti. Per godere al massimo della vista sul passo dello Stelvio, salite fino a Cima Garibaldi e ammirate il parco nazionale dello Stelvio, uno dei primi in Italia, istituito nel 1935, che insieme al suo omonimo svizzero, al parco regionale dell'Adamello-Brenta e a quello provinciale dell'Adamello tutela quasi 400.000 ettari di flora e fauna locali.
Il giro in giornata doveva concludersi così, con un panino o una polenta allo Stelvio e poi via di ritorno verso casa. E invece un colpo di testa ci spinge verso Tirano, conosciuta soprattutto per il suo Santuario dedicato alla Madonna che apparve al beato Mario Omodei il 29 settembre del 1504, e verso Poschiavo. L'idea folle è di fare il Bernina per poi buttarci sul Maloja e tornare in Italia dalla Valchiavenna. I chilometri sono tanti, ma se amate l'asfalto di montagna non esitate un solo istante e buttatevi a capofitto in questo tour de force e di tornanti senza fine. La valle che da Poschiavo sale verso il Bernina è un'oasi di pace, colori e paesaggi stile Heidi. Questo passo dell'Engadina, famoso per il trenino rosso omonimo che collega Tirano a Sankt Moritz, è per me ancora più entusiasmante dello Stelvio. Saranno l'assenza di persone, i colori rarefatti, il clima alpino ma questo valico svizzero mi si imprime semplicemente nel cuore.
La discesa verso una delle mete turistiche più famose d'Europa, la ricca Sankt Moritz, è divertente e piacevole. Il manto stradale scorre via veloce, le cime innevate che si rispecchiano nel lago catturano lo sguardo, mentre i muscoli si tendono a godersi le accelerate e le frenate all'ultimo sulle due ruote. Il panorama è quello tipico di alta montagna con l'aria frizzante e il verde dei pini. Con i suoi 1815 metri - il Bernina tocca quota 2323 metri - il Maloja è il più basso dei tre passi ma forse è quello più sinuoso e serpentino. La parte più alta della Valchiavenna, al confine con il distretto di Maloggia nel Cantone dei Grigioni, mette alla prova moto e guidatore in un susseguirsi di curve aggressive. L'asfalto in tutti questi 520 chilometri è molto buono - la parte svizzera è perfetta - e permette di provare fino in fondo il brivido del motore e delle gomme della propria due ruote.
Il tratto di strada che porta a Chiavenna e poi a Colico lo facciamo quasi senza accorgercene. La stanchezza è tanta. Fare quasi 10 ore in moto è un'esperienza tosta che prova anima e corpo, ma è una di quelle cose che chi ama guidare e viaggiare tra le Alpi non può perdere. Una sosta di una notte a Bormio, centro termale sin dall'epoca dei romani, o a Sankt Moritz, sede di giochi olimpici invernali e campionati mondiali di sci alpino, è l'ideale per godersi con calma un giro meraviglioso che non si può dimenticare facilmente.
A fare da contorno c'è una cucina eccezionale fatta di formaggi d'alpeggio, polenta, pizzoccheri, sciat e selvaggina. I rifugi e i crotti dove degustare cibi e vini rossi non mancano sia in Valchiavenna sia in Valtellina. Se non conoscete queste zone, prendetevi tutto il tempo per scoprire l'enogastronomia, la cultura artigiana, il paesaggio montano di questi tre passi imperdibili. Il ritorno verso casa, verso la città, sarà decisamente meno triste.
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username__602038, La Spezia (SP)E il GranSanBernardo dove lo mettiamo ? Con sosta enogastronomica da non mancare al Praz d'Arc ?
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dadopoli, Treviglio (BG)Maloja e Bernina li ho fatti proprio ieri, strade e panorami stupendi