La nuova Honda CBR 600RR e la fantasmagorica rinascita delle Supersport
Siamo nel campo dei sogni, lo sappiamo. Ve l’abbiamo detto più volte: parafrasando la Bibbia, le vie di Honda sono misteriose e infinite, ed è davvero difficile prevedere le strategie della Casa di Tokyo, che in passato è stata capace di sorprenderci più volte.
Ma anche se è evidente che questo momento di crisi mondiale, con il Coronavirus che sta bloccando aziende e paesi in tutto il mondo peggio di uno sciopero a scacchiera, tutto quello che diciamo potrebbe non essere vero domani, ci sono comunque alcuni elementi che potrebbero essere presi a sostegno per la riproposizione della nuova 600 Supersport di Honda. E quindi per una successiva resurrezione di una categoria virtualmente morta da almeno dieci anni.
Lo scoop di Young Machine che parla di un ritorno per quella Honda CBR 600RR uccisa sui mercati europei dal mancato passaggio all’Euro-4 ma rimasta viva negli USA, come vedete in foto - se dovesse rivelarsi vero, visto il curriculum non esattamente eccelso della testata giapponese in merito - sarebbe una notizia capace, da sola, di dare sostegno a tutte le ipotesi sulla rinascita del segmento delle 600 supersport.
Pensateci: a questo punto, pur non sapendo cosa possa succedere con il passaggio all’Euro-5 ai modelli esistenti come Yamaha e Kawasaki, mancherebbe effettivamente solo quella Suzuki GSX-R600 derivata dalla 1000 (o magari dal concept Recursion) che però non sembra troppo lontana dai pensieri della dirigenza di Hamamatsu.
Ma facciamo un passo indietro: perché Honda dovrebbe mettere in produzione una 600 supersport in un momento storico come questo, anche senza considerare il colossale casino - perdonateci il francesismo - causato dal Coronavirus? Semplice: perché il segmento è quello che fa sognare i giovani.
Non noi, ma i mercati che tirano davvero: provate a farvi un giro sui social dei paesi orientali, quelli con età media bassa ed economia emergente. Tutti in sella a piccole cilindrate, che però piano piano stanno iniziando a crescere. O credete che Kawasaki crei un modello come la ZX-25R per l’Europa? O magari per gli Stati Uniti, dove probabilmente mezzi di quella cilindrata li concepiscono come tosaerba o avviatori per le moto “vere”?
Certo, al momento da quelle parti il prezzo si valuta in anni di stipendio medio nazionale, ma l’evoluzione di questa situazione può andare in una sola direzione, se ci pensate. E per chi è già un po’ più avanti, manca tutta quella fascia di moto per chi ama la sportiva ma non ha ancora (o non ha più) la disponibilità economica per comprarsi 1000 sempre più inarrivabili - per prezzo e prestazioni - come le supercar. O semplicemente, un modello di passaggio che accorci le distanze fra queste e le moto destinate ai titolari di patente A2.
Il fatto che Honda si impegni in questa direzione (ammesso che sia vero, anche se lo stesso arrivo della CBR1000RR-R Fireblade era impensabile solo qualche tempo fa…) potrebbe avere una portata che va ben oltre quella del singolo modello. Perché, volenti o nolenti, le aziende giapponesi hanno ancora ben radicato nel loro DNA quel codice d’onore non scritto che regola il comportamento delle Keiretsu. E Honda, in veste di leader più o meno ufficiale del segmento, è vista come quella che indica, a grandi linee, la direzione a tutto il settore.
Ecco perché il ritorno di Honda potrebbe indicare la strada a tutto il settore. E magari convincere qualcun altro - pensiamo a BMW, che da tempo pare si trastulli con l’idea di una “sorellina” per la S1000RR, ma anche a Triumph: non ci vogliamo davvero arrendere al fatto che la Daytona 765 Moto2 sia una final edition senza seguito per quella che è stata una delle medie più brillanti della sua generazione.
Aprilia e la sua RS 660? Certo, la attendiamo già da un po’ e dovrebbe arrivare al termine di questa maledetta crisi. Solo che i ragazzi del Gruppo Piaggio continuano a sgridarci quando la paragoniamo alle supersportive, non sappiamo se per un po’ di… ansia da prestazione oppure per l’effettiva discrasia fra la discendenza tecnico/estetica dalla RSV4 e la reale destinazione d’uso.
Insomma, forse staremo sognando, ma dicono che i sogni sono rielaborazioni delle esperienze maturate durante il giorno. Di questi tempi, sognare non solo non costa niente, ma probabilmente fa anche bene...
Ovviamente l'impiego dei controlli di trazione sarebbe da escludere perche' non incida sui costi altrimenti torniamo punto e a capo.