Nico Cereghini: "La stupidità più grande con la moto"
Ciao a tutti!
Una vita fa facevo l’acrobata-motociclista. L’acrobazia mi affascinava tanto, credo proprio che senza la moto sarei diventato un trapezista del circo, o magari un aviatore di quelli che si avvitano in verticale con il loro monomotore a doppia ala, e poi scivolano di coda a motore spento.
Le mie specialità sulla moto erano le mani incrociate sul manubrio (difficoltà modesta), la guida al contrario (seduto faccia alla targa e schiena al faro: difficoltà alta) e la guida dritto in piedi sulla sella (difficoltà molto alta). Una carriera, ve lo dico subito, finita all’ospedale con doppia frattura alla caviglia sinistra.
La stupidata più grande della mia vita a due ruote. Ero a Monza, a girare sulla pista stradale una domenica di primavera. Non avevo in mano una moto così adatta alle circostanze: la Guzzi 850 T5 era buona per i carabinieri in pattuglia, vero, però un amico aveva chiesto di fargli vedere le traiettorie e si girava quasi soli, con un ritmo da motoraduno. Dopo una mezz’ora mi stufo e decido di rientrare, e appena imboccato il corridoio dei box, per stupire una tipa che mi seguiva dalla terrazza, metto i piedi sulla sella, mollo il manubrio e mi alzo in piedi a braccia aperte.
Era un numero che facevo spesso con la mia Yamaha XS 650 bicilindrica, una moto che andava via perfettamente dritta anche a gas chiuso. Ma la Guzzi non è così: se lasci il manubrio in decelerazione lei devia a destra, e fu così che mi ritrovai in piedi nel vuoto sui sessanta all’ora. Provai a correre fortissimo appena toccato terra, inciampai sulla caviglia che si frantumava e rotolai sull’asfalto. La T5, questo è il lato peggiore della storia, sembrava puntare verso un gruppetto di piloti che lavoravano più avanti: per fortuna si schiantò sul muro cinquanta metri prima; tutti si girarono al fracasso, mi guardarono stupiti, la dinamica era poco chiara, ‘zzo è successo a quel barbuto. Io zoppicando presi la Guzzi, cercai di non guardare l’espressione della tipa sulla terrazza, e andai diretto all’istituto ortopedico Gaetano Pini urlando dal dolore. Molto più tardi rientrai a casa con il taxi e le stampelle.
Non sono pagine delle quali andar fiero, anzi: le ho confidate a poche persone nella vita e oggi mi costa un po’ raccontarvele nei dettagli, credetemi. Se mi svelo, come si dice, è a fin di bene. Perché ciascuno di noi deve farsi le sue brave esperienze, ma se qualcun altro apre l’album delle cazzate e ci fa guardare bene le figure, magari evitiamo qualche mese di ospedale e decine di migliaia di euro. E voi? Ci lasciate dare una sbirciatina al vostro album?
dopo trent'ani tre cadute in 100 giorni
A quarant'anni suonati mi riprende la passione, compro una nuova moto e via... 50000 km in due anni, poi, il 30 novembre mi parte la ruota posteriore, finisco in un campo, schiacciamentto toracico ed altre cosucce.
Un mese dopo, mentre in garage sistemo la moto sul cavalletto alzamoto mi scivola di mano e mi travolge: frattura del 1° metatarso piede sx.
Finalmente ristabilito, passato un altro mesetto, decido di uscire.
E' quasi primavera, vado piano, la strada è asciutta, sono sereno e tranquillo.
Sereno e tranquillo come il cane che sceglie il momento sbagliato per attraversare la strada, ho solo il tempo di piantare una gran frenata con l'anteriore per non scompormi e cadere.
La faccio breve, la moto non si fa niente ma la mia gamba destra, che ha colpito in pieno il povero cane è in due pezzi
Sfilano le auto indifferenti a tutto e mentre la gamba mi si gonfia come un pallone sotto ai pantaloni, ho solo l'altra che, tremante, mi tiene in equilibrio.
Si ferma solo un ragazzo tatuato, pieno di orecchini su una vecchia harley.
Con una competenza incredibile organizza in brevissimo tempo l'ambulanza, il carro attrezzi della mia assicurazione e trova perfino il numero di mia moglie sul cellulare per avvertirla e tranquillizzarla.
Zoppico sempre e ho messo la moto in vendita.
peccato
iowabob
...sei sempre in buona compagnia...