Le Belle e Possibili di Moto.it: BMW HP2 Sport
Sembra ieri, ma sono già passati più di dieci anni da quando BMW, proseguendo in quell'operazione di svecchiamento di immagine e sostanza del marchio, ci stupì con la prima HP2. Rievocazione (a suo modo) della prima R80 G/S, fu la capostipite di una produzione limitata di tre boxer raffinatissime: lei, la motardona Megamoto e l'oggetto del nostro servizio di oggi, la HP2 Sport.
Delle tre, la Sport è stata forse la meno considerata, pur essendo di una raffinatezza incredibile. Attorno al boxer più potente mai realizzato da BMW (oltre 133 cavalli) la Casa di Monaco aveva creato una moto leggerissima (178 kg a secco) grazie ad un uso pervasivo della fibra di carbonio, impiegata anche per realizzare il codino autoportante, rigorosamente monoposto, che ospitava sotto di sé lo scarico.
Le sospensioni, a differenza di quanto avveniva con le sorelle HP2 ed HP2 Megamoto, continuavano ad affidarsi alla soluzione Telelever anteriore, che assieme al Paralever posteriore lavoravano raffinati monoammortizzatori Öhlins. Il blocco motore era stato montato in posizione rialzata per mitigare lo storico problema di luce a terra del Boxer BMW, e i freni contavano su pinze Brembo monoblocco con attacco radiale, all'epoca una chicca che si avvistava raramente lontano dalle Superbike replica. E poi c'erano due soluzioni che hanno anticipato di un paio d'anni tutte le rivali: il quickshifter e il cruscotto completamente digitale, con diverse modalità di visualizzazione. Se qualche anno prima avessero detto a qualunque appassionato che queste chicche sarebbero spuntate per la prima volta su una BMW, avreste dovuto essere pronti a chiamare l'ambulanza per le convulsioni da risate che lo avrebbero sicuramente assalito.
Alla guida, l'HP2 Sport era altrettanto raffinata. Non certo comodissima nell'uso urbano, visto l'assetto marcatamente sportivo, sul misto di montagna e in pista diventava gustosissima. Il motore spingeva forte - e raggiungeva 8.750 giri, regime impensabile fino ad allora per un boxer BMW - e con un peso da supersportiva le prestazioni in uscita di curva e rettilineo diventavano molto interessanti. In curva, al netto della carenza di comunicativa del Telelever anteriore, ci si divertiva come pazzi senza che le teste arrivassero a guastare la festa troppo in anticipo, anche se in circuito, con un po' di manico, si arrivava comunque a strisciare gli slider in carbonio anche con le Metzeler K3 di primo equipaggiamento. L'unico neo era la frenata, perché l'HP2 era leggera e staccava fortissimo, ma il cardano innescava saltellamenti che non permettevano di sfruttarla a fondo.
Con un prezzo di listino di 21.200 euro, questa moto così raffinata non era esattamente accessibile, anche perché bisognava aggiungere qualche spicciolo - circa un altro migliaio di euro - per avere quel cambio elettroassistito che oggi è considerato un optional scontato per una sportiva. I 13.000 euro chiesti dal nostro lettore non sono certo pochi in senso assoluto, dal momento che con quella somma ci si mette in garage diverse moto moderne (e magari non solo una), ma la quotazione del modello è corretta. E ci sentiamo di dire anche proporzionata, perché con l'HP2 Sport il boxer BMW ha raggiunto un livello di evoluzione e raffinatezza mai più raggiunto in seguito. Poche volte, come nel caso dell'HP2 Sport, la locuzione "un pezzo di storia" ci appare quasi riduttiva per questo gioiellino.
" tira più un cilindro Bmw che un pelo di .... !!! "
bmw hp2 sport 115 Nm a 6000 giri
anche i numeri dicono qualcosa a volte...