Motori Minarelli: 70 anni di storia e un grande futuro
Motori Minarelli, iconica azienda bolognese che ha “messo in moto” tre generazioni fin dal secondo dopo guerra, ha celebrato venerdì 12 novembre scorso il settantesimo anniversario dalla fondazione nel 1951. Un bell’evento nella fabbrica a Calderara di Reno che è operativa dal ‘67, con la partecipazione di molti dei protagonisti della sua storia.
Il futuro è ben tracciato, con l’acquisizione da parte di Fantic Motor e poi con la successiva intesa con i sindacati a tutela dei livelli occupazionali che registrano oggi 300 persone impegnate. Mariano Roman, AD di Motori Minarelli, e Vittorino Filippas che è il direttore generale hanno ripercorso le tappe di questi settant’anni, dallo storico Gabbiano di FBM e dal motore ausiliario Pettirosso fin ai giorni nostri.
Una storia di impegno e di passione, vissuta attraverso grandi personaggi come Arteno Venturi, realizzatore dei famosi record mondiali tra il ’66 e il 74 e oggi arzillo 89enne. Come Pierpaolo Bianchi e Loris Reggiani che contribuirono ai successi nel mondiale 125. Quattro i titoli costruttori per la squadra voluta dal fondatore Vittorio Minarelli: tra il ’78 e l’81, oltre a due titoli piloti con Angel Nieto e un totale di trentadue vittorie. Poi i vincenti di oggi: Nicholas Lapucci campione europeo MX250 e Davide Guarneri che con Fantic (e le evoluzioni Minarelli) ha conquistato il Trofeo alla Sei Giorni nella squadra italiana.
Protagonisti dell’evento anche figure come l’ingegnere Gianmarco Bastia o Gianfranco Zironi artefici, negli ultimi quarant’anni ed oltre, di molti motori e traguardi storici come il picco di produzione degli anni Novanta, con 800.000 motori venduti in un anno. Presenti e coinvolti nella celebrazione anche Eric De Seynes, presidente di Yamaha Motor Europe, e Olivier Prevost, testimoni del passaggio di consegne da Yamaha (partner da quasi trent’anni e con il pieno controllo da una decina) a Fantic Motor.
Il futuro, con impegno ed entusiasmo
“Una forte componente emozionale -ha detto Roman che è anche AD Fantic- ci ha spinto a rilevare questo marchio storico, e con orgoglio lo piloteremo verso un futuro dove sono stati ridisegnati tutti i tradizionali canoni della mobilità. Minarelli è un’azienda complementare al progetto Fantic, del tutto indipendente in quanto ha rapporti di collaborazione consolidati nel tempo con diverse Case motociclistiche; ed è proiettata a diventare un polo motoristico europeo in grado di fornire soluzioni pratiche ed efficaci a disposizione dei suoi clienti”.
“Motori Minarelli è una realtà della Motor Valley –ha spiegato Vittorino Filippas- che continua ad investire nell’innovazione, nella ricerca e sviluppo: in attrezzature e infrastrutture, in progettisti e collaborazioni con Università ed enti di ricerca. Siamo felici di scrivere nuove pagine della storia di Motori Minarelli e pronti ad affrontare sfide e traguardi sempre più ambiziosi. In campo c’è tutta la passione che ci ha accompagnato nel rilancio di Fantic, e unendo le rispettive competenze cresceremo e miglioreremo ancora più velocemente”.
Ricordiamo che Fantic è di proprietà di un pool di imprenditori che costituiscono VeNetWork, che ha nella sua mission il rafforzamento del tessuto industriale del Made in Italy.
“Fantic Motor e Motori Minarelli sono imprese da prendere a modello per la ripartenza dell’economia italiana – ha affermato il Presidente di VeNetWork, Alberto Baban – grazie alla loro capacità di coniugare il saper fare, incarnato in due prestigiosi brand iconici del Made in Italy e al loro sguardo rivolto al futuro, ai nuovi mercati e alla sostenibilità ambientale”.
Con i preziosi documenti conservati negli archivi storici, Marco Riccardi e Massimo Fiorentino hanno realizzato il libro “Motori Minarelli, la storia di un successo”. Presentato nell’occasione, il libro ripercorre la storia del mito e dei personaggi chiave, a livello industriale e sportivo.
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DettoFatto, Lodi (LO)Questa è una bella storia, i migliori in bocca al lupo
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cesare4, Mascalucia (CT)Dagli stabilimenti Minarelli è uscito il motore della mia XT660 ai tempi che lo stabilimento era proprietà della Yamaha. Dicono che ci si fanno 150.000 Km., io con la mia XT ci fatto "solo" 70.000 Km., e nonostante l'abbia spremuta come si spreme un limone sulla frittura di pesce, è ancora tutto ok.