Nico Cereghini: “Fatelo arrabbiare e il pilota si scatena”
Ciao a tutti! E’ stato bello seguire in diretta il GP d’Australia. Una gara tecnicamente avvincente, spettacolare soprattutto nel finale con cinque ottimi piloti ai ferri corti, abilissimi nel controllare moto da quasi 300 cavalli, a gomme finite. Chi più (come Martin), chi meno finite (come Zarco), secondo le scelte più o meno azzeccate e l’intelligenza nella gestione.
Martin, Zarco, Bagnaia, Binder sono abituati a lottare lì davanti nella massima categoria. Fabio Di Giannantonio molto meno, ed è il romano che ha colpito anche me particolarmente. Il pilota di Gresini è in crescita, veniva da un bellissimo quarto posto appena conquistato a Mandalika, ma per la prima volta era lì a lottare con i primi, addirittura secondo per quattro giri. Ed è stato perfetto.
Fabio l’ha detto, finita la gara: “Mi tolgono il giocattolo proprio quando cominciavo a divertirmi!”. E’ un fenomeno noto da sempre: molti piloti si mettono ad andare veramente forte soltanto quando hanno perso o stanno perdendo la moto. Il caso recente e più clamoroso è quello di Jorge Lorenzo nel 2018, che alla seconda stagione con Ducati cominciò a vincere un attimo dopo aver saputo che era più o meno costretto a passare sulla Honda.
Ci sono anche gli aspetti tecnici da considerare, per Jorge il serbatoio giusto non era facile da trovare, ma che ci siano voluti (ricordate?) ventitrè GP per sistemarsi bene sulla Ducati faccio tuttora fatica a crederlo. Cosa succede nella testa di un pilota? Lasciate che dica la mia dopo mezzo secolo di osservazione dei piloti e con quel minimo di esperienza personale.
Generalmente - e questo lo sanno tutti - per andare veramente forte occorre la consapevolezza di poter essere molto veloci e di avere a disposizione la moto e la squadra giuste. Talento, impegno, lavoro e naturalmente motivazione. Queste sono le condizioni necessarie ma attenzione, non sufficienti: anche ai migliori capita di essere poco sereni, di avere in testa pensieri molesti (che siano di natura personale, o fisica, o tecnica) e di attraversare fasi di calo. Tutto passa quando si svolta davvero, come per Lorenzo.
Ma in condizioni particolari può andare veramente forte anche un pilota “normale” (con talento e moto e squadra normali). Tante volte mi è capitato di verificarlo: decisivo è spesso il furore, anzi per dire meglio la inca..atura che in quel momento ti sgombra la testa da ogni altro pensiero. L’idea di aver subito una ingiustizia, di uscire da una brutta condizione, è una cosa che ti può abbattere ma ti può anche eccitare.
Ricordo di aver letto una frase di Malcom X che suonava più o meno così: “quando l’uomo è triste non fa niente e si limita a piangere sulla sua condizione, ma se si arrabbia allora si dà da fare per cambiare le cose”. Fabio Di Giannantonio è diventato improvvisamente fortissimo? Chissà, io glielo auguro, dopotutto c’è gente che ha fatto “clic” con la testa dopo il primo podio o la prima vittoria.
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lollo6, Acqui Terme (AL)Quanto dice Nico corrisponde ma l' incazzatura non alza il livello, le due gare in questione possono essere un caso!
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Jojoe, Bologna (BO)Lorenzo non l'ha cacciato nessuno ma siccome dopo zero risultati voleva il suo ingaggio faraonico senza un minimo di autocritica, è andato a spaccarsi le corna in Honda dove addirittura credeva di fare meglio di Marquez. Di Giannantonio? Vediamo la prossima gara se sta nei primi 8.