Nico Cereghini: "Il traffico di Barcellona"
Ciao a tutti! Sono tornato a Barcellona per qualche giorno, e forse conoscete la città: modernissima e contemporaneamente antica, con i quartieri avveniristici accanto a quelli storici, trasporti pubblici capillari e che funzionano benissimo, però frequenti e terribili zaffate di fogna anche in centro. Un bel clima anche in inverno (rispetto a Milano), tante moto e soprattutto scooter (come a Roma), un traffico intenso ma molto diverso dal nostro, più veloce e regolare. Curiosamente, lì sono i pedoni che volentieri ignorano i semafori e passano col rosso se le auto sono abbastanza lontane, e trovi moltissime cacche di cane sui marciapiedi, persino più che da noi. Invece motociclisti e automobilisti sono generalmente molto disciplinati, attendono sempre il verde agli incroci, parcheggiano correttamente, e soprattutto viaggiano ordinatamente nelle corsie previste.
Bisogna dire che a Barcellona, fuori dal Barrìo Gotico e dalle zone più storiche con le tipiche viuzze, lo spazio abbonda: grandi piazze, vialoni con tante corsie parallele, molti sensi unici anche sulle strade più ampie: una storia diversa dalla nostra. Naturalmente anche lì i problemi non mancano, l’inquinamento è alto, e negli orari di punta i tempi di trasferimento cambiano. Ma si capisce che dietro c’è una logica precisa: la viabilità è organizzata in modo che ci si possa muovere velocemente, purché le regole siano assolutamente rispettate. L’autobus e i taxi corrono forte, sulla corsia preferenziale di destra, ma nessuno si sogna di invaderla con l’auto o con la moto; se le due corsie di sinistra sono riservate a chi svolterà a sinistra duecento metri più avanti, e lì si rallenta, i veicoli sulle corsie attigue mantengono una velocità elevata senza il rischio che qualcuno sconfini per guadagnare tempo. Come prima impressione mi sono detto: però, quanta educazione, i motociclisti in particolare sono molto più coscienziosi di noi! Poi ho verificato che le telecamere sono tante e non si sfugge, e allora ho concluso: però, che bravi amministratori! Perché la severità alla fine paga, ma bisogna anche meritarsela.
Questa volta sono arrivato in aereo, ma se mi immagino in moto, in questi viali di Barcellona, d'istinto so che mi verrebbe voglia di zigzagare un po', perché è così che faccio a Milano, dove spesso viaggio anche sulle corsie preferenziali poiché ci è permesso. Subito dopo scarto il pensiero e mi dico che no, che mi comporterei bene, mi vergognerei di essere l’unico indisciplinato. E poi mi strombazzerebbero dietro come fanno con i pedoni che passano col rosso.
Si sa che il buon esempio è contagioso, che i comportamenti virtuosi si diffondono esattamente come quelli peggiori. Ma qui secondo me c'è ben altro. Forse sono un illuso, ma guardando tutte queste corsie a velocità differenziata intravvedo una specie di patto tra lo stato e il cittadino. Un discorso tipo "Tu ti comporterai bene sulla strada e io mi impegno a organizzarti la migliore mobilità possibile". Probabilmente in Catalogna c'è anche l'educazione stradale nelle scuole, e ci sono campagne specifiche sulla sicurezza e chissà quante altre iniziative. Chissà. Quel che è certo, però, è che invece qui in Italia abbiamo perso un mucchio di tempo e continuiamo a perderlo, convinti di essere molto furbi. Qui si fa finta di stabilire regole sempre più severe, si fa finta di rispettarle, si fa finta di controllare, si fa finta di progredire, e l'unica cosa vera è che magari ogni tanto finisci in qualche trappola organizzata dal comune di turno per fare cassa. E lì ti incacchi un bel po', ma prima o poi ti passa.
Da noi i tutori non fanno nulla, purtroppo, per far capire che lavorano per noi: fanno multe ma non investono nella manutenzione delle strade, per dirne una. Al momento mi trovo nel paese dove sono cresciuto con la mia macchina (che ha un assetto abbastanza rigido) e proprio per la qualità pessima del manto stradale sono sempre costretto a fare percorsi alternativi a quelli diretti per salvaguardare l'integrità delle sospensioni. Come si fa a dare credito a chi riscuote senza investire?
Barcellona è un esempio, ma basta guardare anche più vicino: il Trentino, per rimanere in Italia, oppure la nazione che è il mio "parco giochi da weekend", ovvero la Svizzera.
In una città civile i trasporti pubblici devono essere efficienti e gratuiti per tutti. Poi vuoi andare al centro? Benissimo, puoi andare senza limitazione ma si paga in base al redito. Guadagni 1500€? Benissimo, per entrare al centro paghi 30€ one shot, rientri? Ripaghi...Guadagni 10 volte di più? Benissimo moltiplichiamo tutto per 10. L'alternativa pero ci deve essere, funzionale e gratuita per tutti.