L'editoriale di Nico

Nico Cereghini: “Piloti (e tutti), ignorate le cattiverie dei social!”

- Il neo campione della MotoE si dice contento di aver vinto il titolo mondiale “perché adesso non possono più dire niente”. E naturalmente sbaglia, perché Ago ne ha vinti quindici di titoli, e Valentino nove, ma per gli odiatori è tutto solo fortuna e raccomandazioni...
Nico Cereghini: “Piloti (e tutti), ignorate le cattiverie dei social!”

Ciao a tutti! Mattia Casadei, riminese ventiquattrenne, è il neo campione del mondo della MotoE con cinque vittorie. Bel colpo! Ospite dello Zam e di Renè nel live di venerdì sera, Mattia ha detto, tra le altre, una cosa che colpisce: “Ho vinto il titolo e dentro di me ho sempre saputo di essere forte, ma finché non sei campione del mondo c’è sempre qualcuno che può dire qualcosa. Oggi non possono dire niente e sono molto contento di questo”.

Non sappiamo esattamente a chi si riferisse, il campione. Magari ha dei vicini chiacchieroni o una ex fidanzata rancorosa, o forse non lasciava copiare i compagni alle medie e non l’hanno mai perdonato. Ma se, come parrebbe, pensa ai social allora si rassegni: non sarà il titolo a tappare le bocche dei malevoli.

Perché come Casadei può facilmente verificare navigando qua e là, Agostini ne ha vinti quindici, di titoli mondiali, e chi non lo ama gliene riconosce a malapena tre o quattro. E Valentino ne ha vinti nove e ancora c’è chi non perde occasione per definirlo un raccomandato, uno che ha vinto tanto grazie alla gommina speciale che arrivava la domenica mattina soltanto per lui…

Non sarà il titolo mondiale di Casadei a chiudere quelle bocche, purtroppo. So di non dire niente di nuovo, sono semplicemente i nostri tempi, i tempi dei social. Soltanto dieci anni fa a nessun campione sarebbe venuto in mente di dichiarare una cosa del genere, e non ci sarebbe stato nemmeno un ingegnere di pista campione del mondo che raccomandava al suo pilota di ignorare le voci cattive per non esserne influenzato. E penso a Pecco Bagnaia 2022.

Non si può piacere a tutti. Umanamente verrebbe la tentazione di replicare, approfondire, motivare. Ci caschiamo qualche volta anche noi. Ma non è la soluzione, perché naturalmente dall’altra parte non c’è la minima voglia di dialogo. L’obiettivo degli odiatori è quello di fare incazzare le persone in vista, metterle in difficoltà senza esporsi direttamente. Spinti dall’invidia, dall’ignoranza, dalle frustrazioniE dal fascino irresistibile della ribalta: se il personaggio pubblico ribatte allora vuol dire che ti ha notato e di riflesso diventi un po’ famoso anche tu.

Si capisce che gli adolescenti siano immersi in questi meccanismi: a tredici o quattordici anni l’autostima non c’è ancora e i like possono sembrare importanti per la propria identità. I social rischiano di produrre conseguenze pesanti nei soggetti più giovani e vulnerabili, ma gli adulti hanno gli strumenti per sottrarsi a questo gioco crudele. A Mattia Casadei suggerisco di ignorarle proprio, le voci malevole, da qualunque direzione arrivino. E utilizzare i social per quello che possono dargli e non per quello che gli tolgono.

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Commenti

  • 4Pistoni
    4Pistoni, Ponte nelle Alpi (BL)

    Ognuno ha le sue di colpe.. i giornalisti, commentatori e opinionisti vari non è che siano esenti da colpe..ma sembra che il male venga solo da chi commenta sui social...
  • Cauasachi Ningia 636
    Cauasachi Ningia 636

    Comunque fatemelo dire cara redazione: siete dei birbantelli !
    Parlando di questo contesto, avete elargito spunte verdi a “commentatori” diciamo così… esuberanti e altri rimarranno nella morsa dell’attesa per secoli e secoli. Ma va bene, alla fine lo sapete meglio di me: è audience.
    In fin dei conti io leggo più i commenti ai vostri articoli e mi intrattiene più a leggere i vari sfottò tra “tifoserie” che a leggere gli editoriali stessi, (senza togliervi nulla, sia chiaro).
    Ma a me sta moda del giornalista “amico” del pilota, sti piloti “amiconi” tra di loro, fa abbastanza sorridere ( nonché annoiare e vomitare dall’ipocrisia che traspare da tutti i pori).
    Preferivo le scazzotate a fine gara perché poi teneva vivo l’interesse anche per la seguente gara, dato che non sapevi mai il come avrebbe reagito in pista il pilota di turno.
    Una volta il giornalista cercava , con le domande, di percepire il modo di guidare di un pilota. Oggi invece, so che Quartararo ascolta Eminem.
    E i cosiddetti haters e loro controparte… di quello parlano. Du palle.
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