Nico Cereghini racconta la storia della Suzuki GSX-R
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Bella coincidenza: nell'85 nasce la prima GSX-R 750 e nello stesso anno io comincio a lavorare per Italia 1. Facciamo venticinque anni tutti e due, la GSX-R è stata una delle mie prime prove tv.
Che moto era! Piuttosto tozza, vista con gli occhi di oggi, ma eccezionale allora: la prima vera supersport, la "moto da gara con i fari", come dicevano quelli della Suzuki. Andava oltre la concorrenza di allora: quasi 100 cavalli per il quattro cilindri raffreddato ad aria ed olio, 179 chili a secco e gran bella guida con il leggero telaio d'alluminio in tubi a sezione quadrata. Fin dalla prima stagione, questa meraviglia conquistò il primo e il secondo posto alla 24 Ore di Le Mans. E in seguito proprio la GSX-R sarebbe diventata la regina dell'Endurance.
La sigla GSX-R ha venticinque anni ed è diventata una leggenda. Ancora oggi, in Suzuki, lavorare nel team GSX-R è considerato un onore, perché è lì che si fa lo sviluppo più avanzato.
L'anno dopo, 1986, nasce la 1100, orientata verso il turismo veloce piuttosto che race replica; nel '92 compare per la prima volta il raffreddamento a liquido sulla 750, nel '96 la moto cambia completamente con il sistema SRAD e con il telaio concettualmente nuovo, a doppio trave come sulle GSX-R di oggi. E poi arriva la 600 nel '97, e il nostro Fabrizio Pirovano la porta al titolo mondiale Supersport del '98.
In America la GSX-R ha pochi rivali: domina il campionato AMA praticamente dal '99, è la moto che ha fatto emergere la classe di Matt Mladin e di Ben Spies. Dal 2001 la più grossa è diventata 1000: è la moto che nel 2005 si è laureata campione del mondo SBK, la K5 con Troy Corser nel team Alstare.
Per Suzuki, la GSX-R è sempre stata la moto di riferimento tra le supersportive di serie. La sua storia è cominciata come meglio non poteva, dominando la sua categoria e conquistando i motociclisti di tutto il mondo, e poi nel tempo i tecnici giapponesi hanno saputo svilupparla nel segno delle corse.
Ancora oggi saltare in sella ad una GSX-R, che sia 600 750 o 1000, significa provare le emozioni della competizione, sentirsi un vero pilota. E guidare bene.
Nei prossimi giorni su Moto.it troverete la prova del nostro tester Francesco Paolillo, che ha provato la GSX-R 2011 in Spagna.
gsx r 750
io ho avuto...